simone consorti
|
martedì 1 gennaio 2013
|
intermittenze bergmaniane(parte seconda)
|
|
|
|
SECONDA PARTE
Ci ritroviamo in un luogo senza tempo, il posto delle fragole, appunto,toponimo che il professore pronuncia a fior di labbra, assaggiandolo come se fosse un frutto delizioso e, ormai, proibito. Il lungo flash back, in realtà, non è un ritorno indietro nel tempo,ma un ritornare del tempo, un conato di passato, infatti il professore vi compare anziano, tarlato dai suoi settant’otto anni, in mezzo a personaggi rimasti giovani e intatti. Risvegliandosi da questa intermittenza, il professor Borg si ritrova davanti una ragazza che lo interroga. Lei si chiama Sara, come il suo primo amore e le assomiglia alla perfezione. Insieme a due ragazzi, diretti anch’ essi in Italia, Sara viene fatta salire sulla macchina, da lei definita “un barcone di famiglia”,che sta recandosi al sud.
[+]
SECONDA PARTE
Ci ritroviamo in un luogo senza tempo, il posto delle fragole, appunto,toponimo che il professore pronuncia a fior di labbra, assaggiandolo come se fosse un frutto delizioso e, ormai, proibito. Il lungo flash back, in realtà, non è un ritorno indietro nel tempo,ma un ritornare del tempo, un conato di passato, infatti il professore vi compare anziano, tarlato dai suoi settant’otto anni, in mezzo a personaggi rimasti giovani e intatti. Risvegliandosi da questa intermittenza, il professor Borg si ritrova davanti una ragazza che lo interroga. Lei si chiama Sara, come il suo primo amore e le assomiglia alla perfezione. Insieme a due ragazzi, diretti anch’ essi in Italia, Sara viene fatta salire sulla macchina, da lei definita “un barcone di famiglia”,che sta recandosi al sud. Sara è una creatura della primavera, che si barcamena tra i suoi angeli custodi: un razionalista, Victor, e un fideista, Anders, i quali litigano fino a venire alle mani, sull’ esistenza di Dio. La tematica del silenzio di Dio, che poi sarà esplicitata nella Trilogia, qui rimane, tuttavia, in secondo piano. Dio, infatti, in questo film si manifesta pur non parlando e il suo silenzio è abitato da voci, suoni e colori. Il posto delle fragole è il più armonioso, e sicuramente il film girato più en plein air, tra quelli del Bergman maturo. Si parla di incomunicabilità, aborto, morte, vecchiaia, non c’è dubbio, ma tutto è benedetto dal sorriso della vitalità. Il contenuto è completamente seppellito dal contenitore, come una salma ricoperta da un prato in fiore. Per quanto riguarda Il Posto delle Fragole, non solo per una facile associazione sui titoli, viene in mente Strawberry fields di Lennon. Un posto dove condurre qualcuno. Un posto sospeso, mentale, dove “nulla è reale”. A parte la lunga scena del sogno-interrogatorio, dove il Professore è chiamato a superare un esame in una lingua sconosciuta, non ci sono visioni psichedeliche particolari, in questo film, e tuttavia qui niente è davvero realistico, tutto è una fraintendibile contaminazione di sogno e ricordo. Nel finale il professor Borg, dopo aver ricevuto una sognante dichiarazione d’ amore da Sara ed essersi chiarito con il figlio, può coricarsi nel suo letto, finalmente pacificato e tranquillo. Il suo iniziale “sono morto pur essendo vivo” si trasforma in “mi sento vivo anche se sto morendo”, frase, questa qui, che non pronuncia esplicitamente, ma che lascia sillabare al suo primissimo piano. L’inquadratura di Victor Sjostrom, straordinario professor Borg, che conclude il film, uno degli omaggi più sentiti della storia del cinema, non ha niente della foto sulla lapide. Questo ritratto definitivo, ma non lapidario, non epigrafico,ci rivela quanta vita e quanta storia possano contenere due occhi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a simone consorti »
[ - ] lascia un commento a simone consorti »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
lunedì 21 maggio 2012
|
la coppia bergman-sjostrom all'apogeo del dramma
|
|
|
|
IL POSTO DELLE FRAGOLE (Smultronstället) – SVEZIA, 1957. Diretto da INGMAR BERGMAN e interpretato da VICTOR SJOSTROM – INGRID THULIN – GUNNAR BJORNSTRAND – BIBI ANDERSSON – JULLAN KINDHAL – MAX VON SYDOW § Protagonista della pellicola è il professor Isak Borg, 78 anni, laureato in medicina, il quale è in procinto di raggiungere l’università di Lund in cui riceverà un premio speciale per il cinquantenario della sua attività professionale. Lo accompagna la nuora Marianne, che non apprezza i suoi modi di fare freddi ed egoisti, e lungo la strada raccoglie tre studenti autostoppisti che lo prendono subito in simpatia. Va a trovare l’anzianissima madre e infine partecipa alla sontuosa cerimonia in cui viene premiato.
[+]
IL POSTO DELLE FRAGOLE (Smultronstället) – SVEZIA, 1957. Diretto da INGMAR BERGMAN e interpretato da VICTOR SJOSTROM – INGRID THULIN – GUNNAR BJORNSTRAND – BIBI ANDERSSON – JULLAN KINDHAL – MAX VON SYDOW § Protagonista della pellicola è il professor Isak Borg, 78 anni, laureato in medicina, il quale è in procinto di raggiungere l’università di Lund in cui riceverà un premio speciale per il cinquantenario della sua attività professionale. Lo accompagna la nuora Marianne, che non apprezza i suoi modi di fare freddi ed egoisti, e lungo la strada raccoglie tre studenti autostoppisti che lo prendono subito in simpatia. Va a trovare l’anzianissima madre e infine partecipa alla sontuosa cerimonia in cui viene premiato. Durante il viaggio in automobile, Isak fa una serie di incubi in cui rivede le figure della sua infanzia e vita adulta, incubi che lo destabilizzano e lo portano a pensare che probabilmente non ha vissuto bene i suoi rapporti interpersonali. Vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, questo dramma psicologico impressiona per la carica emotiva presente nei sogni, tanto forte ed intensa che sembra balzare fuori dallo schermo, e le sequenze inquietanti (come il primo sogno dove lui vede sé stesso in una bara e riconosce un insignificante uomo vecchio nello specchio tenuto in mano dalla ragazza che lui amava da adolescente) sono eccellenti. Bergman (1918-2007) stesso dichiarò che non s’era accorto che era in realtà V. Sjostrom (1879-1960) a dirigere la storia del film, avendo fatta sua la sceneggiatura e il personaggio principale (il quale ha le stesse iniziali del regista), ponendosi quasi come una figura paterna per Ingmar. Il titolo del film, uno dei suoi capolavori e forse uno dei migliori film drammatici mai realizzati, deriva dal bosco vicino alla casa di Isak in riva ad un lago in cui insieme alla cugina Sara, che non ricambiava il suo amore, coglieva le fragole. Molti elogi, quindi, a Sjostrom che cura alla perfezione i tormenti di un uomo affermato professionalmente ma praticamente fallito a livello relazionale, ma non sono da meno I. Thulin nell’interpretare la nuora addolorata dal rigido marito (Evald, il trentottenne figlio di Isak) per la sua intenzione di farla abortire. Il significato del Posto delle fragole si può riassumere così: Isak non ha saputo gestire con gentilezza e altruismo i rapporti con gli altri esseri umani, ma può ancora agire affinché Evald non diventi un individuo gelido come lui. I personaggi di Sara e della vivace studentessa che chiede un passaggio al medico sono interpretati entrambi da B. Andersson (una scelta tutt’altro che casuale, dato che in una delle ultime scene la studentessa dichiara al professore che lui costituirà sempre per lei un amore importante e un rilevante punto di riferimento, sotto gli occhi compiaciuti del vecchio). Molto bella la scenografia, e un bianco e nero funzionale all’espressività della storia, per il tema passato dei ricordi. Un egregio risultato raggiunto da I. Bergman.
Drammatico; giudizio personale: 9 (ottimo)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
|