pollodeniro
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mercoledì 12 dicembre 2007
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miracolo a milano:un oceano di emozioni
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Mi viene da piangere(x la commozione) ogni volta che vedo dei vagabondi volare sul duomo tutti felici nonostante non abbiano più una casa... Mi viene da piangere(x la tristezza) ogni volta che vedo la "mamma" di totò morente che chiede le tabelline a totò in lacrime... Mi viene da piangere(dal ridere) ogni volta che vedo totò che si ingegna a fare gli scherzi più strani alla polizia... mi viene e mi verrà sempre da piangere(x la gioia) ogni volta che vedo e vedrò il film perchè, nonostante sia troppo fiabesco,scontato e sicuramente non il film più memorabile di De sica, mi suscita e mi susciterà sempre l'entusiasmo che un film divertente,corale,ricco di emozioni e ben diretto potrebbe far suscitare.
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Mi viene da piangere(x la commozione) ogni volta che vedo dei vagabondi volare sul duomo tutti felici nonostante non abbiano più una casa... Mi viene da piangere(x la tristezza) ogni volta che vedo la "mamma" di totò morente che chiede le tabelline a totò in lacrime... Mi viene da piangere(dal ridere) ogni volta che vedo totò che si ingegna a fare gli scherzi più strani alla polizia... mi viene e mi verrà sempre da piangere(x la gioia) ogni volta che vedo e vedrò il film perchè, nonostante sia troppo fiabesco,scontato e sicuramente non il film più memorabile di De sica, mi suscita e mi susciterà sempre l'entusiasmo che un film divertente,corale,ricco di emozioni e ben diretto potrebbe far suscitare... La visione è consigliata a tutti,non fatevi condizionare dall'anno(1950) o pregiudizi buttati lì, che sia un bambino di 5 anni,che sia un adolescente che avrà tutti altri interessi che vedere i film neorealisti,che sia un anziano, qualsiasi persona, che come tale prova sentimenti, ci troverà qualcosa di apprezzabile in questo capolavoro purtroppo ormai andato nel dimenticatoio come tante cose vecchie e belle... Un consiglio: se ne avete la possibilità andate a vedere piazza Duomo dopo aver visto il film!
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sixoclock
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venerdì 23 novembre 2007
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verso il regno del buongiorno
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Il film è un vero capolavoro. Già dall'inizio assume i toni di una splendida favola con il "C'era una volta" che ci introduce un bambino che viene trovato sotto le foglie di cavolo, egli passa l'infanzia con la sua anziana "mamma" e l'adolescenza in orfanotrofio e cresce in una dimensione fatta di sorrisi ed amore, perchè "la vita è bella, la la la la la".
De Sica ci mostra come i poveri possono sconfiggere i sopprusi dei ricchi(ad un certo punto il film assume i toni delle celeberrime 5 giornate di Milano) dipingendo il ricco(il politico) come colui che prende in giro il povero. La scena della lotta per stare sotto il raggio del sole è SPETTACOLARE, bellissima, fa ridere e piangere allo stesso tempo.
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Il film è un vero capolavoro. Già dall'inizio assume i toni di una splendida favola con il "C'era una volta" che ci introduce un bambino che viene trovato sotto le foglie di cavolo, egli passa l'infanzia con la sua anziana "mamma" e l'adolescenza in orfanotrofio e cresce in una dimensione fatta di sorrisi ed amore, perchè "la vita è bella, la la la la la".
De Sica ci mostra come i poveri possono sconfiggere i sopprusi dei ricchi(ad un certo punto il film assume i toni delle celeberrime 5 giornate di Milano) dipingendo il ricco(il politico) come colui che prende in giro il povero. La scena della lotta per stare sotto il raggio del sole è SPETTACOLARE, bellissima, fa ridere e piangere allo stesso tempo. Dalla seconda parte la magia del miracolo rende il film più surreale ma l'incanto lascia lo spettatore emozionato per la voglia del popolo di combattere e di sopravvivere. Il volo sulla scopa che anni prima aveva assunto una connotazione negativa(Il mago di Oz) diventa qui un volo verso regno della speranza, dove "il buongiorno significa veramente buongiorno"
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lianò
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martedì 22 novembre 2005
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la poesia della povertà
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in questo capolavoro della cinematografia nostrana del dopoguerra De sica racconta il realismo quotidiano del vivere periferico e marginale attraverso una miscela compenetrante di liricità e sogno filtrata da una portante visione "surrealista" dinamica e moderna. Come anime dannate, barboni, storpi e cani deambulano in un deserto inoltrepassabile (la periferia milanese) ammorbato dalla miseria; in esso sogni e desideri inarrivabili divengono speranze quando "un giovane angelo" si palesa per liberare la disgraziata moltitudine dalla povertà per mezzo di un gioioso viaggio celeste che non contempla il ritorno.
sequenze come quella in cui i miserabili "danzano" cercando di incontrare il calore di un raggio di sole, rappresentano gli apici di una poetica cinematografica poche altre volte toccata.
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(di sto per vomitare)
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