La guerra lampo dei fratelli Marx |
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Un film di Leo McCarey.
Con Louis Calhern, Groucho Marx, Chico Marx, Harpo Marx, Edgar Kennedy.
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Titolo originale Duck Soup.
Comico,
b/n
durata 70 min.
- USA 1933.
MYMONETRO
La guerra lampo dei fratelli Marx
valutazione media:
3,79
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'apice della comicità dei Marxdi laurence316Feedback: 27173 | altri commenti e recensioni di laurence316 |
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sabato 4 febbraio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E', in assoluto, il capolavoro dei fratelli Max. Uno dei vertici della comicità cinematografica, sicuramente il loro film più geniale e avanti coi tempi (e difatti fu un mezzo fiasco al tempo dell'uscita). Mescola satira antimilitarista (in anticipo di sette anni su Chaplin e il suo Grande dittatore) e parodia dell'operetta europea, dando origine ad una lunga serie di gag irresistibili e ad una serie di trovate comiche praticamente incessante. La guerra lampo dei fratelli Marx (o meglio, Zuppa d’anatra, traduzione del titolo originale), considerato l’unico film del trio (perché di trio si è sempre trattato, e difatti questo film segna, tra le altre cose, l’ultima apparizione cinematografica di Zeppo) diretto da un regista di talento, a cui va parte del merito per il ritmo infallibile della pellicola (è lui, difatti, ad eliminare gli intermezzi musicali, a dare grande spazio alle pantomime di Harpo e a contenere il logorroico Groucho, imprimendo alla storia “un andamento fra il surreale e il demenziale [F. Di Giammatteo]), è qualcosa di imperdibile e irrinunciabile, qualcosa di talmente divertente, surreale e del tutto delirante che persino il più serioso degli spettatori non potrà far altro che abbandonarsi a qualche sonora e salutare risata. Molte sarebbero le gag da ricordare, ma certamente quella più famosa (e memorabile) rimane quella dello specchio, che, per quanto assolutamente travolgente e genialmente surreale, non è comunque un’idea originale: era già stata inclusa da Max Linder in Seven Years Bad Luck (Sette anni di guai, 1921). Come detto, quando uscì non incontrò il favore del pubblico ma, fortunatamente, è stata ampiamente rivalutato a partire dagli anni Sessanta. In Italia, comunque, è stato subito proibito dal regime fascista ed è arrivato solo negli anni Settanta.
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