La Madre

Nei titoli di coda del film mi ha colpito la frase del regista e co-sceneggiatore della storia assieme alla sorella: "Dedicato a nostra madre". Dal mio punto di vista non credo che la dedica di un film del genere possa far piacere a qualsiasi genitore e mi auguro allo stesso tempo che Andres Muschietti non abbia trascorso un infanzia come quella vissuta dalle due bambine protagoniste del film e che sono l'unica nota positiva che valga la pena menzionare nella mediocrità di questo suo lavoro. Vado controcorrente rispetto ai tanti giudizi positivi che leggo in giro e dico che l'entusiasmo dopo la visione di questo film è sceso quasi a zero. Non voglio raccontare la trama (a mio avviso scontatissima) dal momento che ormai sapete di cosa si tratta avendo letto altre recensioni. Ma voglio soffermarmi sulle carenze tecniche di un film che avendo esaurito troppo presto i pochissimi colpi di scena, cade inesorabilmente nei buchi di una sceneggiatura spesso superficiale. Dopo averne visti tanti (e tante!) di film di questo genere è ora di dire "Basta!" ai momenti in cui i protagonisti entrano in posti bui senza accendere le luci, o addirittura come in questo caso, addirittura concedendosi il lusso di entrare in una casa abbandonata in un bosco (bosco = classico esempio di posto che di notte è illuminato a giorno!) senza neanche una torcia e distinguerne gli interni e chi si trova al suo interno; "basta!" ai momenti in cui ci si trova di fronte a un pericolo inspiegabile e si esclama "non è possibile!" rimanendo fermi e finendo puntualmente (com'è giusto che sia) stroncati dalla minaccia in questione. E poi in questo film dovete spiegarmi il ruolo dello psicologo che ha in cura le due bambine e che durante una delle sue visite nella loro casa vede coi suoi occhi la creatura di cui fino ad allora aveva solo sentito raccontare e va via repentinamente in stato di estrema agitazione senza spiegare alla protagonista (Jessica Chastain) il motivo del suo gesto e lasciando quindi lei stessa (e le bambine) in una situazione estrema  di pericolo. Un altro passaggio privo di senso è quando lo stesso psicologo viene ucciso nella casa nel bosco dalla creatura mentre stava cercando delle prove (ovviamente al buio!), ma che prima di morire riesce a fotografare la creatura stessa. Ebbene quando i due protagonisti arriveranno in seguito nella stessa casa (e come sempre al buio!) non ci sarà traccia nè del cadavere dello psicologo e nè tantomeno della macchina fotografica, l'unica vera prova dell'esistenza della creatura. Da quando i fantasmi fanno sparire corpi e accessori vari? Fermo restando che mi dovete spiegare il perchè sia lo psicologo che i due protagonisti partono dalla cittadina dove vivono che è giorno e arrivano ovviamente nel bosco che è già notte. Perchè fare un'indagine alla luce del giorno è un'ipotesi così fantascientifica? Forse è il caso di rivedere alcuni canoni del cinema horror e soprattutto delle vere ghost story (e mi riferisco a questi pseudo-sceneggiatori da quattro soldi), al fine di evitare che uno spettatore un po' più avvezzo al genere esca dalla sala con la delusione di chi si aspetta sempre qualcosa di decente e gli rimane invece l'insoddisfazione per aver speso male i suoi soldi!