Kauwboy |
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Un film di Boudewijn Koole.
Con Rick Lens, Loek Peters, Cahit Ölmez, Susan Radder, Ricky Koole
Commedia,
durata 90 min.
- Paesi Bassi 2012.
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Sensibile parabola sull'elaborazione del luttodi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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martedì 15 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Intelligente, sensibile e anticonvenzionale parabola sull'elaborazione del lutto, lutto che peraltro viene svelato man mano, proprio come la presa di coscienza del lutto stesso avviene nella realtà, dopo essere passati attraverso la negazione e la rabbia. Jojo è un ragazzino indipendente, solitario, appassionato di pallanuoto e innamorato delle canzoni country che canta sua madre, assente - in tournee come dice lui ad una amichetta - madre a cui il bambino telefona spesso soprattutto per superare le difficoltà di convivenza con il padre, collerico, violento, distratto e insensibile. Tutto cambia il giorno in cui Jojo trova un piccolo di taccola caduto dal nido e lo porta a casa, lo nutre, lo fa diventare il suo compagno di giochi. Il conforto che l'animale riesce a dare a Jojo è pari solo alla paura che il padre lo scopra, visto che non sopporta la presenza di animali in casa, ma Jojo sfida l'autorità e nelle lunghe telefonate alla madre ne parla come della "grande sorpresa che troverai quando tornerai a casa". Ma il fragile equilibrio è destinato a rompersi di fronte alla realtà che Jojo fino a quel momento a voluto negare a se stesso, realtà che il padre sta già affrontando sfogando il proprio dolore nella rabbia e nella solitudine. Che sono passaggi obbligati, e a riprova di questo c'è una scena di fortissimo impatto, recitata benissimo dal giovane interprete di Jojo tra l'altro, in cui il bambino si ostina a cantare "Buon Compleanno" alla madre assente, e il padre deve costringere il figlio ad affrontare il dolore, il vuoto, costringerlo per poter colmare quel vuoto una volta accettato, costringerlo per dargli la possibilità di tornare a vivere, e per darla a se stesso. Misurato, intenso, mai sentimentale ma pieno di sentimento sincero, reale, duro e ruvido come qualunque sentimento accecato dalla sofferenza, il film di Koole - Premio Film Rivelazione dell'Anno agli European Film Award - ha una solida aderenza con il reale ma vola alto con la fantasia raccontando l'istintivo bisogno di creare un mondo immaginifico e parallelo in cui rifugiarsi quando la vita morde troppo a fondo, e la presenza del piccolo uccello, affetto sostituto e simbolo finale di perdita cosciente è il legame tenero e struggente di Jojo con la propria infanzia, di cui non resta altro che un telefono muto e una voce da ascoltare in cuffia la notte.
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