Essential Killing |
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Un film di Jerzy Skolimowski.
Con Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner, Stig Frode Henriksen, Nicolai Cleve Broch, David L. Price.
continua»
Thriller,
durata 83 min.
- Polonia, Norvegia, Irlanda, Ungheria 2010.
MYMONETRO
Essential Killing
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un uomo di fronte all'essenza dell'essere uomodi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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martedì 2 ottobre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Iniziamo dai premi, Coppa Volpi a Venezia 2010 a Vincent Gallo e Premio Speciale della Giuria a Skolimowski. E diciamo che sono meritatissimi, perchè Gallo recita per tutto il film senza parlare, esprimendo solo con lo sguardo, e con il corpo, emozioni violente ed estreme. E Skolimowski costruisce un film praticamente muto che crea una tensione emotiva e fisica potentissima grazie agli ambienti naturali, allo straniamento del protagonista, alla crudezza del contesto. Il film si apre nel deserto afghano dove tre americani vengono uccisi da Mohammed, talebano forse, nascosto fra le montagne. Nel suo sparare c'è disagio, paura, lotta per la salvezza. La successiva cattura, la tortura, la sua incapacità di sentire a causa di una bomba lo precipitano in un gorgo incomprensibile di paura e alienazione e la successiva fuga, favorita da un incidente stradale nella foresta della Polonia lo lascia straniero in una landa innevata, braccato dall'esercito, destinato a morte sicura. Col passare dei giorni si troverà ad uccidere ancora, con orrore e disgusto, solo per sopravvivere, e ad indossare gli abiti delle sue vittime, in un continuo travestimento che lo priva sempre più della propria identità, riducendolo a puro istinto animale, a mangiare la corteccia degli alberi, a scappare verso il nulla sempre più disperato e spaesato. Solo la memoria di una donna e di un bambino irrompono nella sua mente sconvolta, ricordando a lui e a noi che c'era vita prima della guerra, c'era amore prima della follia dell'odio, c'erano musica, parole, versi del Corano prima della solitudine. Nel suo percorso verso la inevitabile fine solo l'incontro con una donna sordomuta - una dimessa ed intensa Emmanuelle Seigner - avrà i contorni di un contatto umano, dove la mancanza di comunicazione viene sostituita da un'empatia istintiva e primaria. Le scene forti sono tante, tutte bellissime, e la scelta di soffermarsi sul volto di Gallo durante le sue uccisioni, sul suo sgomento e il suo orrore, delimita i contorni del dramma, non rischiando mai di indulgere sulla violenza gratuita e anzi, rendendo quegli omicidi un atto che inorridisce soprattutto chi li compie spinto da una fame atavica e primordiale che divora ogni senso di umanità civilizzata. Nel silenzio della foresta, nella solitudine estrema rimbomba come un'eco lontana la follia dell'odio politico e religioso, ed emerge l'essenza umana, scarna e dolente, che si aggrappa ad un cavallo bianco, simbolo di purezza e di naturalità, per andare incontro alla sua fine.
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