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Joe d'Amato è lo pseudonimo di Aristide Massaccesi, direttore della fotografia di grande formazione (fu ad esempio aiuto operatore del grande Raul Coutard ne "Il disprezzo" di Godard) che ha colto il momento di passaggio del cinema porno dalla fase artigianale e semiclandestina a quella industriale, in seguito ai mutamenti di costume e all'allentarsi delle restrizioni censorie, e divenne produttore proprio grazie all'enorme successo dei suoi primi film "soft" negli anni '70. Con collaboratori prestigiosi alla sceneggiatura (Maria Pia Fusco, Piero Vivarelli), la sua fotografia raffinata e le ambientazioni turistiche da sogno rese possibili dai soldi che incassavano questi film ha realizzato la serie "Emanuelle" italiana (che si distingue da quella francese per una "m" sola nel nome) con protagonista la bellissima indonesiana Laura Gemser, molto più somigliante nel suo fascino orientale alla vera Emmanuelle (che era tailandese) che non la lattea Sylvia Kristel. Questo è il film più estremo della serie, in cui Emanuelle nel suo solito tour intorno al mondo si imbatte in un'organizzazione criminale di pervertiti sadici che filma torture e omicidi di prostitute. Qui viene fuori il lato orrorifico del regista, autoironico nel finale moralista. Ma al di là del soggetto il film conta come gli altri della serie per il fascino e la suggestione dei luoghi visitati dalla protagonista, sempre accompagnata in questi film dal marito Gabriele Tinti, e per lei stessa, che è entrata nell'immaginario erotico di una generazione.
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