Ehi amico... c'è Sabata: hai chiuso! |
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Un film di Gianfranco Parolini.
Con William Berger, Lee Van Cleef, Ignazio Spalla, Carlo Tamberlani, Mimmo Poli.
continua»
Western,
durata 105 min.
- Italia 1969.
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Classico al limite della parodiadi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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mercoledì 14 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A prima vista un film come Ehi amico… c’è Sabàta. Hai chiuso rispetta pienamente i canoni originari del western all’italiana così come sono stati disegnati nei primi film del genere. Li rispetta in maniera così scrupolosa da finire per assumere in qualche caso i tratti della parodia. Sono in molti a considerare questo film di Gianfranco Parolini, che qui utilizza lo pseudonimo di Frank Kramer, una sorta di anello di congiunzione tra il western all’italiana più classico e quella variante parodistica che ne accompagnerà gli ultimi sussulti. La struttura della storia e quella del personaggio sono quasi scolastiche nel loro rispetto dei codici. Il protagonista ha le caratteristiche tipiche dell’antieroe disegnato da Leone. È un pistolero cinico, senza troppi scrupoli e si muove sullo stimolo di un tornaconto personale più che per senso di giustizia. Non si sa da dove arriva, né chi sia e neppure lo si scopre nel corso della narrazione se si eccettua la rivelazione di un non ben precisato passato in cui lui e Banjo erano in società. Come l’antieroe classico uccide senza emozione e non è neppure mosso dai tormenti che animano quella lunga fila di personaggi che iniziano con Django e terminano con Keoma e Mannaja. Se nell’impianto generale si può rilevare il rispetto rigoroso dei codici, è nei particolari che si nasconde il “diavolo” della tentazione parodistica mascherata da caratterizzazione, come “la divisa” dell’antieroe, uno smoking indossato sotto la mantella nera che gli conferisce un’aria distinta anche quando uccide senza pietà i vari killer incaricati di ucciderlo. Anche i due strani alleati che l’affiancano, Garrincha e Gatto Mammone, pur rientrando nella tradizionale schiera di caratteristi che spesso fa da contorno alle vicende cruente dell’antieroe solitario, in qualche modo “forzano” in senso parodistico il loro ruolo. Accade in particolar modo per Gatto Mammone i cui salti impossibili anticipano in qualche modo le esagerazioni ginniche di Terence Hill ed emuli da Trinità in poi.
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