Un frate si reca da una bambina gravemente malata, e decide di raccontarle la storia di un bimbo vissuto qualche tempo prima: Marcellino pane e vino. Egli è stato abbandonato nel più classico dei modi: dinanzi a un convento. Dopo qualche titubanza iniziale, i frati decidono di tenerlo e crescerlo, riempendolo di amore, attenzioni, saggi insegnamenti. Ma il piccolo Marcellino, così come lo hanno chiamato, sente ovviamente la mancanza di coetanei coi quali giocare, ma soprattutto della mamma che vorrebbe tanto conoscere. L'unico vero amico diventa un crocifisso in soffitta, a cui porta pane e vino. Quel Cristo, l'unico che potrebbe accontentare il suo più grande desiderio.
Dal romanzo di José María Sanchez Silva, per la regia di Ladislao Vajda. Un film che se visto da piccoli, ti resta dentro tutta la vita, per la carica emozionale che trasmette allo spettatore, che finisce per immedesimarsi nel piccolo Marcellino, compiatendone le sofferenze, le mancanze, le disavventure. Molto forte la scena finale, da fiaba che dietro un finale tragico nasconde in realtà un lieto fine. Il piccolo Pablo Calvo, che interpreta Marcellino, è stato una delle tante meteore del cinema, rientrando tra quegli attori che hanno iniziato alla grande in tenera età ma che poi non sono andati oltre quel ruolo che li ha resi famosi. L'attore morì anche piuttosto giovane, poco più che cinquantenne nel 2000.
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