Eccomi qua

Facce che esprimono piacere si alternano a fantasie erotiche. Una sequenza onanista (senza immagini esplicite) apre il film in modo simpatico. Vengono così presentati i personaggi. Amici trettenni di vecchia data. Chi laureato, chi ancora all'università, chi precario, tutti irrimediabilmente persi alla vista del futuro. Il film è povero in fatto di soldi, ma non in fatto di idee. Matteo non riesce a concludere nulla. Sogna di essere lasciato dalla ragazza, ma questa gli dice di aspettare un figlio. Difficile situazione, prospettiva di un aborto. La storia in realtà scivola più leggera di quello che una situazione simile faccia presumere. Gli amici di Matteo sono caricature riuscitissime. Molte le situazioni divertenti, molte le battute felici. Matteo scopre all'improvviso di avere un figlio di tre anni. Non sa che fare, lo spia all'asilo, finisce arrestato. Matteo ricorda molto un giovane Nanni Moretti. Matteo mi diverte ma... la sua inquitudine e la sua incapacità di decidere, di prendere decisioni... incupiscono lo spirito. Oltre alle caricature (gli amici), i genitori di Matteo (surreali), la sorella (la più pragmatica), alle battute felici, agli occhi di Davide (il figlio di Matteo), alla rappresentazione del poliziotto "macho", a quella del Pub "esclusivo" (in realtà trash), alla scoperta della "gattata romana" (lancio di gatti morti contro artisti incapaci), oltre a tutto questo c'è anche il finale che non ti aspetti, che ti scuote.