Le tre scimmie |
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Un film di Nuri Bilge Ceylan.
Con Yavuz Bingöl, Hatice Aslan, Ahmet Rifat Sungar, Ercan Kesal, Cafer Köse.
continua»
Titolo originale Üç Maymun.
Drammatico,
durata 109 min.
- Turchia 2008.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 12 settembre 2008.
MYMONETRO
Le tre scimmie
valutazione media:
2,91
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Critica vs pubblicodi Matteo CavezzaliFeedback: 0 |
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martedì 16 settembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una volta sui giornali veniva riportato il voto della critica e quello del pubblico. Due valutazioni a volte concordi, spesso in contrasto. Quest’ultimo sarebbe stato il caso de “Le tre scimmie”, un film che ha entusiasmato la critica a Cannes, che gli ha conferito il “Prix de la mise en scène” per la regia, ma che non è riuscito a coinvolgere altrettanto il pubblico. Il film è un dramma familiare ambientato a Istanbul. I tre membri del nucleo familiare come le tre scimmie del detto non si vedono, non si sentono e non si parlano. Il padre accetta, per denaro, di finire in carcere al posto di un politico che ha investito un uomo uccidendolo. A casa rimangono la moglie e il figlio. Questa è la scintilla che scoperchia il vaso di pandora dei turbamenti repressi della famiglia. Il figlio non accettato all’università è disoccupato e conduce una vita irrequieta e segreta. La moglie è adultera e psicolabile e viene trascinata in una impossibile relazione. La critica è stata conquistata da “Le tre scimmie” per il magistrale tocco registico che conduce freddamente lo sguardo dello spettatore nell’intimo della famiglia. È stata sedotta dalle intense inquadrature sfocate che rispecchiano i sentimenti confusi e contraddittori e dal dramma che colpisce la famiglia senza riuscire a scuoterla, ne a farla reagire. Insomma c’è chi ha rivisto in Nuri Bilge Ceylan un Antonioni turco. Ciò che, invece, ha annoiato il pubblico meno intellettuale sono i luuunghi silenzi, i telefoni che squillano, squillano, squillano, ma nessuno risponde. Le scene molto statiche, le inquadrature fisse dei protagonisti che dormo su letti o divani, e le continue titubanze dei personaggi, che osservano, si spiano, attendono, ma subiscono sempre passivi. Subiscono il carcere, l’amore e, nella sequenza finale, la pioggia. Solo nel finale qualcosa cambia, con un colpo di scena che lascia il film in sospeso. INTROSPETTIVO
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