enrique
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sabato 19 febbraio 2011
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piacevole
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Un film non deve essere necessariamente un capolavoro per meritare di essere visto. Il cinema è spesso una momentanea pausa dalla realtà. E' il caso di questo film dove ad una storia ben raccontata e coinvolgente si abbinano musiche conturbanti e una fotografia elegante.
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gould91
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martedì 22 febbraio 2011
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niente da fare tognizzo
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Peccato che anche questa volta Ricky Tognazzi rimandi l'occasione di poter tornare ai livelli registici più autentici dei suoi esordi, prima di esser trascinato nella deriva improbabile degli ultimi anni. Non può bastare lo zampino della sua ampollosa compagna Simona Izzo, co-sceneggiatice del film, un'opinionista che col cinema vero non ha mai legato, a giustificare questo ennesimo annaspante tentativo di sviscerare temi profondi con inconsistenza narrativa, insopportabile retorica e conseguente confusione. Scimmiottare Ozpetek non è abbastanza per dimenticare il tedio della pellicola. La sola sorpresa del film è stata quella di vedere un'attrice calibrata e intensa come la Rappoport lasciarsi condurre verso una interpretazione sfasata, chiassosa, in breve maldiretta.
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barbara cusumano
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lunedì 7 febbraio 2011
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un'insolita amicizia fraterna tra due uomini-padri
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Il mio voto è 5 stelle!
Il film è travolgente, inaspettato e di grande impatto emozionale dalle molteplici sfumature.
Si narra di un'insolita amicizia maturata inaspettatamente tra due padri di lingua e cultura diverse (europea ed araba), inizialmente accomunati solo dall'avere entrambi bambini con handicap, ma poi si riscopriranno semplicemente "uomini" con il desiderio di vivere a pieno nonostante tutto ... ed addirittura "fratelli".
Alessandro Gassmann è perfetto nel suo ruolo di padre e marito turbato, che non ha accettato la diversità del suo bambino che lo ha inevitabilmente allontanato dai piaceri del suo matrimonio.
Amr Waked, affascina nel misterioso ruolo del siriano Walid che esprime al contrario una superiorità morale ed una saggezza filosofica inaspettata.
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Il mio voto è 5 stelle!
Il film è travolgente, inaspettato e di grande impatto emozionale dalle molteplici sfumature.
Si narra di un'insolita amicizia maturata inaspettatamente tra due padri di lingua e cultura diverse (europea ed araba), inizialmente accomunati solo dall'avere entrambi bambini con handicap, ma poi si riscopriranno semplicemente "uomini" con il desiderio di vivere a pieno nonostante tutto ... ed addirittura "fratelli".
Alessandro Gassmann è perfetto nel suo ruolo di padre e marito turbato, che non ha accettato la diversità del suo bambino che lo ha inevitabilmente allontanato dai piaceri del suo matrimonio.
Amr Waked, affascina nel misterioso ruolo del siriano Walid che esprime al contrario una superiorità morale ed una saggezza filosofica inaspettata. Con i suoi modi eleganti e la sua profondità d'animo, l'arabo cattura in particolare il pubblico femminile (in sala) ed induce il suo amico europeo non solo ad apprezzare la bellezza e la gioia dell'essere padre, ma anche a far riemergere la sua voglia di vivere ed il desiderio maschile sopito dalle difficoltà della quotidianità, rinverdendo la relazione con sua moglie.
Gli intrecci gialli della seconda parte del film creano ulteriore coinvolgimento con un finale a sorpresa.
Maestria si coglie anche nella scelta delle colonne sonore, delle location e delle inquadrature che contribuiscono ulteriormente alla bellezza della pellicola. E' un film assolutamente da vedere!
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[+] un amico vero è un amico per sempre!
(di max49)
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cinecris
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martedì 2 novembre 2010
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i tognizzo a galla nella mediocrità
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Muoverebbe a pietà, se non esorbitasse lo sdegno, il vedere implicata buona parte del Cinema che conta nell'ennesima avventura per i mari della mediocrità della coppia Tognizzo : da 01 DISTRIBUTION alla benemerita Grazia Volpi - già produttrice di molte e belle pellicole dei fratelli Taviani - e il Ministero dei Beni Culturali, sempre presente in operazione di livello (basso) come quella che ci tocca di prendere in considerazione.
Di una cosa non ci si può lamentare, questo è un film sincero: è da buttare nella sua interezza, e non fa nulla per nasconderlo. Alle prese con una storia dove i toni intimistici si coniugano con tentativi di spy-story à la Polanski, Tognazzi dimostra qui di aver appena compulsato l'abbecedario del linguaggio cinematografico, proponendo delle soluzioni registiche imbarazzanti per il grande schermo.
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Muoverebbe a pietà, se non esorbitasse lo sdegno, il vedere implicata buona parte del Cinema che conta nell'ennesima avventura per i mari della mediocrità della coppia Tognizzo : da 01 DISTRIBUTION alla benemerita Grazia Volpi - già produttrice di molte e belle pellicole dei fratelli Taviani - e il Ministero dei Beni Culturali, sempre presente in operazione di livello (basso) come quella che ci tocca di prendere in considerazione.
Di una cosa non ci si può lamentare, questo è un film sincero: è da buttare nella sua interezza, e non fa nulla per nasconderlo. Alle prese con una storia dove i toni intimistici si coniugano con tentativi di spy-story à la Polanski, Tognazzi dimostra qui di aver appena compulsato l'abbecedario del linguaggio cinematografico, proponendo delle soluzioni registiche imbarazzanti per il grande schermo. In questa storia raffazzonata dove tutto fa rima con banalità, dove sono evidenti tagli imposti dalla distribuzione a scapito della fluidità narrativa, i dialoghi sprofondano più volte nel ridicolo involontario, soprattutto quando incrociano la bocca dello sciagurato Walid, che sentenzia con una saggezza filosofica pari a quella del santone che ci sorride beato sulla copertina dei libri di fai-da-te spirituale sullo scaffale del supermarket. In lui vediamo vogliamo riconoscere un cameo metaforico del regista stesso, contento di avercela fatta ancora una volta a convincere qualcuno di essere un regista.
Passi per il registro da grottesco involontario di Gassman, cui vanno tutte le nostre felicitazioni per avere lo stesso cognome di duo padre, che dire di Ksenia Rappoport, che tutti abbiamo ammirato per la delicatezza recitativa ne La sconosciuta di Tornatore? Qui sbraita come un'indemoniata e storce la bocca come mai ci saremmo aspettati. Ecco, la mediocrità non bastava, "Il padre e lo straniero" spettava pure di compiere questo delitto!
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itaca
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venerdì 25 febbraio 2011
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riparmiate i soldi per un film migliore
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Innanzitutto il film è diseducativo riguardo il problema del fumo, si fuma dall'inizio alla fine senza interruzione e persino in luoghi vietati( uffici pubblici, camere da letto di bambini, abitacoli auto)anzi sembra che la sigaretta sia il leit-motiv del film.
E'un film in cui il regista dovrebbe ammettere di aver tentato ma di non essere riuscito! I temi sono moteplici:la differenza tra due culture orientale ed occidententale, l'approccio non sempre corretto dei genitori nei riguardi dei figli handicappati, il terrorismo ed addirittura l'intrigo internazionale il tutto scoppia in una bolla di sapone o per utilizzare un'immagine del film in una fumata di sigaretta! Molte cose restano sospese, anche la trama è traballante ed attori di un certo spessore restano bloccati in personaggi anonimi che non danno alcuna vivacità alla pellicola.
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Innanzitutto il film è diseducativo riguardo il problema del fumo, si fuma dall'inizio alla fine senza interruzione e persino in luoghi vietati( uffici pubblici, camere da letto di bambini, abitacoli auto)anzi sembra che la sigaretta sia il leit-motiv del film.
E'un film in cui il regista dovrebbe ammettere di aver tentato ma di non essere riuscito! I temi sono moteplici:la differenza tra due culture orientale ed occidententale, l'approccio non sempre corretto dei genitori nei riguardi dei figli handicappati, il terrorismo ed addirittura l'intrigo internazionale il tutto scoppia in una bolla di sapone o per utilizzare un'immagine del film in una fumata di sigaretta! Molte cose restano sospese, anche la trama è traballante ed attori di un certo spessore restano bloccati in personaggi anonimi che non danno alcuna vivacità alla pellicola.
Resta solo il dubbio se il bambino sia realmente handicappato o meno perchè se non lo fosse sarebbe l'unico bravo a recitare!Anche la fotografia è alquanto mediocre come le immagini di un' ipotetica Siria che non risulta per niente affascinante ma sembra un sobborgo arabo di Roma!
Risparmiate i soldi per un film migliore!
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lunetta
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mercoledì 23 febbraio 2011
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provaci ancora rick
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film che non convince mai: la storia sarebbe potuta essere molto bella. L'amicizia di due padri così distanti come cultura, potere e lingua, accomunati dall'avere il dramma di un figlio disabile...è tutto superficiale, banalizzato in luoghi comuni e arricchito (nelle intenzioni del regista) con un giallo banale e noioso.
Non un buon film
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