dano25
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venerdì 13 maggio 2011
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nella fredda alaska nasce un caldo amore
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In una famosa e rispettata casa editrice di New York, Margaret Tate è la temuta e rispettata capo redattrice, fiore all’occhiello della dirigenza, spietata, dedita al lavoro, poco incline alla vita sociale, orfana e senza famiglia. Il suo assistente personale è Andrew Paxton, figlio di un ricco imprenditore dell’Alaska, poco incline alla vita e ai rapporti con il padre ma desideroso di diventare redattore. La perfetta vita di Margaret viene sconvolta quando i dirigenti dell’azienda la informano dei problemi per il suo visto e della lettera dell’ufficio immigrazioni che intende rimpatriarla nel natio Canada in tempi brevi. Colta di sorpresa e vistasi alle strette, Margaret annuncia su due piedi l’imminente matrimonio con Andrew con conseguente risoluzione del problema.
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In una famosa e rispettata casa editrice di New York, Margaret Tate è la temuta e rispettata capo redattrice, fiore all’occhiello della dirigenza, spietata, dedita al lavoro, poco incline alla vita sociale, orfana e senza famiglia. Il suo assistente personale è Andrew Paxton, figlio di un ricco imprenditore dell’Alaska, poco incline alla vita e ai rapporti con il padre ma desideroso di diventare redattore. La perfetta vita di Margaret viene sconvolta quando i dirigenti dell’azienda la informano dei problemi per il suo visto e della lettera dell’ufficio immigrazioni che intende rimpatriarla nel natio Canada in tempi brevi. Colta di sorpresa e vistasi alle strette, Margaret annuncia su due piedi l’imminente matrimonio con Andrew con conseguente risoluzione del problema. Dal canto, suo Andrew coglie l’occasione per la tanto agognata promozione e stipulando un patto con il suo capo nell’ambito di un matrimonio a tempo determinato. Il week end in Alaska per festeggiare il compleanno della nonna ed informare la famiglia sconvolgerà però i loro piani.
Già apprezzata coreografa (Hayrspay) e sceneggiatrice (Il diavolo veste Prada), forte del precedente successo (27 volte in bianco), la regista 45enne Anne Fletcher si conferma ad alti livelli con un film “nuovo” e piacevolmente sorprendente basato su una storia originale e ben trattata, ambientazioni naturalistiche dell’Alaska incantevoli, ritmi piacevoli ed un cast di primo livello.
Il premio Oscar Sandra Bullock è Margaret, Ryan Reynolds è Andrew. Ad Hollywood si sussurra sia una nuova coppia anche nella vita dopo i rispettivi divorzi; cinematograficamente funziona.
Betty White, Craig T. Nelson, Malin Akerman ed il premio Oscar Mary Steenburgen completano un ottimo cast.
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carmine antonello villani
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martedì 15 settembre 2009
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solito siparietto ma la ricetta funziona sempre
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Vecchio cliché quello della passione che scatta improvvisa tra il capo e l’assistente di turno. Se poi aggiungete la notevole differenza di età tra una donna non più nel fiore degli anni ed un aspirante scrittore che ha lasciato un futuro assicurato per realizzare il sogno di una vita allora la storia può risultare persino gradevole. “Ricatto d’amore” gioca con l’antico adagio della gallina che fa buon brodo, ma stavolta la tardona è un’arcigna e prepotente redattrice interpretata da una veterana come Sandra Bullock. Sua spalla un ragazzo pronto a sacrificare i weekend per una “capa” che lo coinvolge in un matrimonio farsa pur di salvare il posto di lavoro. Happy end scontato e qualche scivolone di troppo con alcuni personaggi che sembrano usciti da una gabbia di matti, “Ricatto d’amore” gioca abilmente con i malintesi prima di arrivare al sospirato epilogo: nonne sciroccate, maggiordomi con il pallino dello spogliarello, l’inaspettato Cupido che scocca la sua freccia quando meno te la aspetti.
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Vecchio cliché quello della passione che scatta improvvisa tra il capo e l’assistente di turno. Se poi aggiungete la notevole differenza di età tra una donna non più nel fiore degli anni ed un aspirante scrittore che ha lasciato un futuro assicurato per realizzare il sogno di una vita allora la storia può risultare persino gradevole. “Ricatto d’amore” gioca con l’antico adagio della gallina che fa buon brodo, ma stavolta la tardona è un’arcigna e prepotente redattrice interpretata da una veterana come Sandra Bullock. Sua spalla un ragazzo pronto a sacrificare i weekend per una “capa” che lo coinvolge in un matrimonio farsa pur di salvare il posto di lavoro. Happy end scontato e qualche scivolone di troppo con alcuni personaggi che sembrano usciti da una gabbia di matti, “Ricatto d’amore” gioca abilmente con i malintesi prima di arrivare al sospirato epilogo: nonne sciroccate, maggiordomi con il pallino dello spogliarello, l’inaspettato Cupido che scocca la sua freccia quando meno te la aspetti. La Bullock –fascinosa ed aria sbarazzina nonostante abbia superato gli anta- è deliziosa nella parte della donna in carriera che grazie al fido segretario scopre la magia dell’amore, mentre Ryan Reynolds è così occupato a risolvere i conflitti in famiglia da non riconoscere i primi batticuori. Insomma, niente di nuovo sotto il sole ma la ricetta di certo non originale è efficace anche quando il finale non riserva sorprese.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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nick castle
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martedì 13 luglio 2010
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la rivincita delle commedie!
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Dopo una serie di commedie poco degne di nota come, "La rivolta delle ex" e "La ragazze del mio migliore amico", ne arriva una notevole. Ricatto d'amore è una commedia sostanzialmente rosa, che riporta un po' in auge, un genere che nel tempo si era appassito e che già negli anni novanta non vantava tutta quella grande qualità. Mentre con questa pellicola, ci si può divertire tranquillamente. CI sono diverse scene ben girate e degne di nota, come quella in cui la Bullock parla di se a letto, una scene ben realizzata, con una serie di primi piani e piani lunghi, ben montati e ben fotografati. Peccato per la scena dello scontro dei due protagonisti nudi e la conseguente caduta per terra, poco divertente purtroppo, quando invece avrebbe potuto generare risvolti piuttosto comici.
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Dopo una serie di commedie poco degne di nota come, "La rivolta delle ex" e "La ragazze del mio migliore amico", ne arriva una notevole. Ricatto d'amore è una commedia sostanzialmente rosa, che riporta un po' in auge, un genere che nel tempo si era appassito e che già negli anni novanta non vantava tutta quella grande qualità. Mentre con questa pellicola, ci si può divertire tranquillamente. CI sono diverse scene ben girate e degne di nota, come quella in cui la Bullock parla di se a letto, una scene ben realizzata, con una serie di primi piani e piani lunghi, ben montati e ben fotografati. Peccato per la scena dello scontro dei due protagonisti nudi e la conseguente caduta per terra, poco divertente purtroppo, quando invece avrebbe potuto generare risvolti piuttosto comici. In ogni caso, ci si può godere questa pellicola con molta leggerezza, senza andare a cercare il pelo nell'uovo. E' un film che secondo me, si addice molto alle giovani coppie sposate. In confronto a un film come "La dura verità", questò è da Oscar... La Bullock, nonostante i quarantacinque anni, può vantare un bel fisico snello...
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andrea alesci
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giovedì 9 luglio 2015
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se l’insopportabile odio si trasforma in amore
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Niente è fuori posto nella commedia romantica di Anne Fletcher, cominciando da quel lettering iniziale che dà l’indirizzo di uno scontro/incontro tra i due personaggi principali: la severa caporedattrice Margaret Tate (Sandra Bullock) e il suo fedele assistente Andrew Paxton (Ryan Reynolds). Una coppia di bravi attori calati nel set dell’oliato meccanismo di una casa editrice di Manhattan, dove tutti temono e odiano la donna al comando.
Eppure nello spigoloso atteggiamento di Margaret/Bullock s’intravede da subito un baluginio di amorevolezza che in un confronto a distanza troviamo invece seppellito da un altezzoso sguardo nella Miranda/Streep de Il diavolo veste Prada.
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Niente è fuori posto nella commedia romantica di Anne Fletcher, cominciando da quel lettering iniziale che dà l’indirizzo di uno scontro/incontro tra i due personaggi principali: la severa caporedattrice Margaret Tate (Sandra Bullock) e il suo fedele assistente Andrew Paxton (Ryan Reynolds). Una coppia di bravi attori calati nel set dell’oliato meccanismo di una casa editrice di Manhattan, dove tutti temono e odiano la donna al comando.
Eppure nello spigoloso atteggiamento di Margaret/Bullock s’intravede da subito un baluginio di amorevolezza che in un confronto a distanza troviamo invece seppellito da un altezzoso sguardo nella Miranda/Streep de Il diavolo veste Prada. C’è nella protagonista di Ricatto d’amore una minuscola fessura che può dar conto del suo passato e del suo futuro. Di un futuro nel quale è si lega giocoforza al suo assistente Andrew per rimediare a una decisione di espulsione che pende sulla sua testa canadese.
Poco tempo prima ha ignorato la legge sulla migrazione e ora quella legge le si ritorce contro, negandole il visto e costringendola a tornare nel suo Paese. A meno che acquisisca la cittadinanza statunitense sposando un americano … come Andrew. Ed ecco l’imprevedibile piano che mette i due in viaggio per un weekend a casa della famiglia di lui, nella remota cittadina di Sitka (Alaska) per annunciare il loro imminente (finto) matrimonio a genitori, nonna, parenti e amici.
Una due giorni forzata per l’inedita coppia di fidanzati, con Margaret meravigliata nello scoprire che i Paxton sono dei “Kennedy d’Alaska”, residenti in una villa incantevole sulle sponde del mare, circondati da verdi luminose foreste e avvolti dal calore di una comunità che sta agli antipodi rispetto alla solitaria vita metropolitana di New York City.
L’algida atmosfera che custodisce la falsità dei due innamorati/imbroglioni comincia a sciogliersi nella recitazione di una commedia di coppia (dentro la commedia), rendendo ogni mania, pensiero, sensazione meno insopportabile l’uno per l’altra. Nella quiete di un lungo weekend famigliare è la dura scorza di Margaret che pian piano s’increspa e mostra spiragli sempre più larghi di quell’umanità inamidata per colpa di un passato doloroso (la perdita dei genitori all’età di 16 anni), bloccata dentro quell’abito quotidiano che si è costretta a vestire per anni e anni.
Pochi caposaldi recitativi per la coreografa-regista Anne Fletcher che, grazie a un ristretto pool di buoni attori – fra cui mamma Grace (Mary Steenburgen) e nonna Annie (Betty White) –, allestisce una commedia dal sapore delicato, retrò e cucito attorno all’abilità “romantica” propria di Sandra Bullock; e del suo alter ego scenico Margaret Tate, che l’affetto della famiglia rivelata sotto la luce di un’inaspettata vulnerabile dolcezza.
Ma proprio per questa ingenuità ritrovata non se la sente di condurre in porto la grande menzogna: l’altare delle nozze diventa il pubblico confessionale della messinscena e la via di fuga verso la verità da affrontare: la sua espulsione dagli Stati Uniti d’America. Però è quando si sente che stiamo perdendo qualcuno che si materializza il momentum che cambia ogni cosa: e come un Linus Larrabee che s’accorge di amare la sua Sabrina, anche Andrew capisce che è Margaret la donna della sua vita, capisce che – come dice lei – “sarebbe facile dimenticare quel che è accaduto e andarsene” ma è meglio affrontare la paura del difficile. Ed è meglio farlo con un bacio che descrive una nuova imprevedibile storia.
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