chaoki21
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mercoledì 11 aprile 2012
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film fuori dall'ordinario. finalmente un autore!
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Film introspettivo. Sofisticato. Raro. Elio Germano non è mai stato così bravo, eppure ho visto tutti i film che ha fatto. Qui è veramente diretto. E lo si vede dalla perfezione attoriale di tutti! Un film non italiano. Europeo. Di profondità angosciante. Si vede che l'autore studia psicoanalisi. Un film che vedi. Che pensi. E che ti porti a casa. Un film che fa riflettere. Molto!
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icaro
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domenica 6 aprile 2008
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buona la seconda!
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Film robusto, complesso e decisamente interessante. A Franchi questa volta (a
differenza che ne La spettatrice) non interessano le emozioni ma bensi' gli
eventi, gli sguardi, il nondetto. E' un film duro, che non scende a
compromessi, con la telecamera che invade i protagonisti, li scruta da
vicino, con un lavoro sul sonoro davvero notevole e rimarchevole. Torino e'
quasi perennemente sfumata, per lasciare tutto ai protagonisti tra cui
spicca nettamente la straordinaria prova di Germano (rivelazione per me)
tremendamente straziante/straziato.
Il finale e' un ulteriore pugno allo stomaco e fa riconsiderare tutto cio'
che s'e' visto (o non visto?).
La regia e' accurata ed alcune scene sono da vero manuale (la sequenza delle
foglie per esempio).
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Film robusto, complesso e decisamente interessante. A Franchi questa volta (a
differenza che ne La spettatrice) non interessano le emozioni ma bensi' gli
eventi, gli sguardi, il nondetto. E' un film duro, che non scende a
compromessi, con la telecamera che invade i protagonisti, li scruta da
vicino, con un lavoro sul sonoro davvero notevole e rimarchevole. Torino e'
quasi perennemente sfumata, per lasciare tutto ai protagonisti tra cui
spicca nettamente la straordinaria prova di Germano (rivelazione per me)
tremendamente straziante/straziato.
Il finale e' un ulteriore pugno allo stomaco e fa riconsiderare tutto cio'
che s'e' visto (o non visto?).
La regia e' accurata ed alcune scene sono da vero manuale (la sequenza delle
foglie per esempio).
Un' ulteriore scommessa vinta, checche' ne scrivano certi pseudo-critici, un
film raro nel panorama italiano che e' da difendere a tutti i costi.
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darjus
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sabato 3 maggio 2008
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padri e figli in una spirale di autodistruzione
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Padri padroni e cialtroni, ingombranti e debordanti, gretti e pieni di sé e figli fragili e senza guida, che vivono in un'ombra fredda e oscura che può essere illuminata solo dalle fiamme dell'(auto-)distruzione. Franchi realizza un noir psicologico cupo e angosciante, che ha il pregio di instillare in chi guarda una logorante tensione nervosa e un'ansiosa curiosità, ma si perde in un turbine di frammentato auto-lesionismo. La potenza di alcune immagini e la suggestione di alcuni confronti tra i due figli disperati che si ritrovano nelle loro misere esistenze fa da contro-altare ad una ricerca ossessiva e manieristica dell'autorialità e dell'effetto choc, e il film si perde in una storia che sconta troppe evidenti illogicità narrative.
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Padri padroni e cialtroni, ingombranti e debordanti, gretti e pieni di sé e figli fragili e senza guida, che vivono in un'ombra fredda e oscura che può essere illuminata solo dalle fiamme dell'(auto-)distruzione. Franchi realizza un noir psicologico cupo e angosciante, che ha il pregio di instillare in chi guarda una logorante tensione nervosa e un'ansiosa curiosità, ma si perde in un turbine di frammentato auto-lesionismo. La potenza di alcune immagini e la suggestione di alcuni confronti tra i due figli disperati che si ritrovano nelle loro misere esistenze fa da contro-altare ad una ricerca ossessiva e manieristica dell'autorialità e dell'effetto choc, e il film si perde in una storia che sconta troppe evidenti illogicità narrative. **
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