È il terzo e ultimo film di Roberto Mauri con il personaggio di Spirito Santo dopo “...e lo chiamarono Spirito Santo” e “Bada alla tua pelle Spirito Santo”. Il film non può essere catalogato tra i lungometraggi nati sulla scia di Trinità, Bambino e una lunga fila di emuli e derivati. Le ragioni sono molte. La principale è che, nonostante alcuni momenti comici, in questo film la violenza è vera, in qualche caso efferata, e la narrazione tende a non vivere di paradossi o marchingegni da cartone animato. Le innovazioni satiriche che pur ci sono restano delegate alle figure del bandito Diego D’Asburgo e della improbabile combriccola che l’accompagna. A loro è affidato il compito di strizzare l’occhio al filone satirico.
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È il terzo e ultimo film di Roberto Mauri con il personaggio di Spirito Santo dopo “...e lo chiamarono Spirito Santo” e “Bada alla tua pelle Spirito Santo”. Il film non può essere catalogato tra i lungometraggi nati sulla scia di Trinità, Bambino e una lunga fila di emuli e derivati. Le ragioni sono molte. La principale è che, nonostante alcuni momenti comici, in questo film la violenza è vera, in qualche caso efferata, e la narrazione tende a non vivere di paradossi o marchingegni da cartone animato. Le innovazioni satiriche che pur ci sono restano delegate alle figure del bandito Diego D’Asburgo e della improbabile combriccola che l’accompagna. A loro è affidato il compito di strizzare l’occhio al filone satirico. Essi vengono trattati in modo particolare, con una dilatazione delle caratterizzazioni che si rifà direttamente dalle “macchiette” del teatro di varietà a partire dagli abiti del tutto a-contestuali che consentono un immediato riconoscimento. Rispetto al secondo episodio non compare più, se non in qualche flash back, Garibaldino, sostituito da due siciliani con coppola. Roberto Mauri non è l’inventore del personaggio di Spirito Santo e Vassili Kasiris non è il primo a vestirne i panni sullo schermo. Spirito Santo, infatti, vede per la prima volta la luce nel film “Uomo avvisato mezzo salvato... parola di Spirito Santo” scritto da Tito Carpi e Federico De Urrutia e diretto da quel Giuliano Carnimeo, in arte Anthony Ascott, cui si devono anche le paternità di Sartana, Tresette, Camposanto e Alleluja. Il primo interprete è stato Gianni Garko. Si dice che in questa pellicola ci sia anche la mano di Alfonso Balcazar, essendo il regista impegnato contemporaneamente a girare il secondo episodio della serie, cioè "Bada alla tua pelle Spirito Santo", e un altro western intitolato “Un animale chiamato uomo”
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