elgatoloco
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martedì 21 maggio 2019
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le savoir d'antan
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Co,munque lo si veda/giudichi, questo"La settimana della sfinge"(1990, Daniele Luchetti), è, nel bene e nel male, un film datato. riflette l'indecisione anche politica(il muro di Berlino era già caduto, ma non l'URSS, che cadrà nel 1991, l'ideologia era ancora presente, come dimostra qualche riferimento nel film, in parte ambientato in un festival dell'Unità della Riviera adriatica, in gran parte romagnola), ma soprattutto esistenziale, con vaghi accenni"felliniani"(il primo Fellini, però, quello di prima della"Dolce vita")con due personaggi"spiaggiati", alla disperata ricerca di sé, decisamente "sballati", uno che corre sempre dietro alle avventurete sciocche da una sera, l'altra alla ricerca dell'amore.
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Co,munque lo si veda/giudichi, questo"La settimana della sfinge"(1990, Daniele Luchetti), è, nel bene e nel male, un film datato. riflette l'indecisione anche politica(il muro di Berlino era già caduto, ma non l'URSS, che cadrà nel 1991, l'ideologia era ancora presente, come dimostra qualche riferimento nel film, in parte ambientato in un festival dell'Unità della Riviera adriatica, in gran parte romagnola), ma soprattutto esistenziale, con vaghi accenni"felliniani"(il primo Fellini, però, quello di prima della"Dolce vita")con due personaggi"spiaggiati", alla disperata ricerca di sé, decisamente "sballati", uno che corre sempre dietro alle avventurete sciocche da una sera, l'altra alla ricerca dell'amore. Si incrociano, si separano per vari motivi, finiscono per re.incontrarsi, ma... finché qualcosa scatta. Commedia in parte surreale, seguendo la vena di Luchetti autore(tra i più interessanti ancora oggi), ha i punti di forza soprattutto nelle scene"sospese", nel non detto e non raccontato esplicitamente, nei momenti"sognati"e sognanti... Da tener presente, a parte l'onnipresente cult-song(ne diffido, ne ho sempre diffidato)"Sono così:"(o come è il titolo esatto), francamente insopportabile-mi perdonerà la brava(c'è a chi piace ...e comunque lo è, a dispetto dell'estensore di questa nota) interprete Fiorella Mannoia. Margherita Buy, che poi avrebbe fatto molto altro, è ottima regia compresa e molto bene; a suo modo lo è anche Paolo Hendel, che mi sembra decisamente più apprezzabile quando il"very Florentine"("A ovest di Paperino", per ex., per chi se lo ricorda)e nella satira TV... Silvio Orlando interpreta una caratterizzazione efficacemente. Ancora lontani i suoi ruoli da"moralista politico"... Un altro mondo, un altro tempo, e in effetti il film ha quasi 30 anni e li porta benissimo, marcando la differenza con il cinema itano di oggi, ben difficile da definire... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 25 maggio 2020
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carino, come commedia leggera
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"La settinana della sfinge"(Daniele Luchetti, anche autore, in collaborazione, di soggetto e scneggiatura, 1990), oltre a vedere un quasi esordio di Margherita Buy, come ragazza sognatrice(in particolare dell'amore)contrapposta-dialetticamente, quasi-a uno stralunato ma più"materiale"Paolo Hendel , che cerca soprattutto gratificazioni da"Playboy"sbarazzino, segna complressivamente una tappa non banale della commedia legera, ma con tratti anche abbastanza fortemente"surreali". Con qualche intento anche turistico(lei è una cameriera, enigmista, "tuttofare"che gira, per motivi di lavoro e amore tutta l'Iatlaia, praticamente, mentre Hndel è un"antennista"più"stabile"-sedentario), il film caratterizza una realtà che nel 1990 era già in declino: quella romagnola(ma non solo), ossia quella forma di cooperativismo di sinistra che veninva deifinito anche"comunismo", dove , non solo al e ai festival dell'Unità(quin ancora rpesenti, consideriamo che la"svolta della Bolognina"era ancora cronaca recnete, non storia, come ora, a trent'anni di distanza)si usava l'espressione"compagno/a"comunemente, quando invece ora tale espressione sembra limitata a realtà politiche minoritarie, anche perché osteggiate e almeno"ostraiczzate"in ogni modo.
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"La settinana della sfinge"(Daniele Luchetti, anche autore, in collaborazione, di soggetto e scneggiatura, 1990), oltre a vedere un quasi esordio di Margherita Buy, come ragazza sognatrice(in particolare dell'amore)contrapposta-dialetticamente, quasi-a uno stralunato ma più"materiale"Paolo Hendel , che cerca soprattutto gratificazioni da"Playboy"sbarazzino, segna complressivamente una tappa non banale della commedia legera, ma con tratti anche abbastanza fortemente"surreali". Con qualche intento anche turistico(lei è una cameriera, enigmista, "tuttofare"che gira, per motivi di lavoro e amore tutta l'Iatlaia, praticamente, mentre Hndel è un"antennista"più"stabile"-sedentario), il film caratterizza una realtà che nel 1990 era già in declino: quella romagnola(ma non solo), ossia quella forma di cooperativismo di sinistra che veninva deifinito anche"comunismo", dove , non solo al e ai festival dell'Unità(quin ancora rpesenti, consideriamo che la"svolta della Bolognina"era ancora cronaca recnete, non storia, come ora, a trent'anni di distanza)si usava l'espressione"compagno/a"comunemente, quando invece ora tale espressione sembra limitata a realtà politiche minoritarie, anche perché osteggiate e almeno"ostraiczzate"in ogni modo. Testimonianza di una realtà comunque decisamente"solo italiana", proprio anche per come si configurava la realtà economica, sociale e politica di quegli anni, prima dell'avvento di Berlusconi, ma in un contesto nel quale era ancora vivo, oltre a quanto citato sopra, ovviamente eper riflesso del contesto internazionale, quanto si era manifestato dopo la frattura decisa tra PSI e PCI, per esempio, ocn ricadute decisive nel contesto coopratrivo, per limitarsi a questo unico esempio, comunque determinante. Ma non è giusto iper-.interpretare il film ed è dunque meglio rimanere al"terra terra"della surrealtà(non surrealismo)dato dalla recirpoca incomprensione, che tocca quasi uno zenith quando la Buy arriva in questura per aver voluto denunciare"atti osceni in una realà museale"da parte del suo quasi-.fidanzato Paolo Hendel, in effetti intento al"rimorchiare"in un museo, con tutte le conseguenze legali per la ragazza, che viene accusata di non avere"fissa dimora£etc. Deisamente una situazione simpatica, quella del film che riflette anche, pur se in modo un po'obsoleto, certe dinamiche reali che si hano nei rapporti sentimentali, con il"gap"talora ancora esistente(anche se sempre meno attuale, da quanto risulta anche a livello statistico, ormai, salvo forse in realtà molto aliene dai centri urbani) tra "mondo maschie"e"mondo femminile". Silvio Olrando, in un ruolo da comprimario, riesce ad essere efficace anch'egli, come anche Delia Boccardo, Isaac George e qualche altro/a co-interprete, in un film che segna comunque una tappa particolare, come ho cercato di dire sopra, ormai abbastanza collocata nel passato e dunque efficace per la storia del costume e dell'italian humor, ammesso e non concesso che esista uno"specifico"italiano, anche avulso(qui sostanzialmente lo è)dal dialetto e dai regionalismi. El Gato
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