matteo bettini 15 gennaio
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domenica 16 ottobre 2016
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uno dei noir per antonomasia
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Seduzione Mortale ('Angel Face' il titolo originale) è sicuramente uno dei film più coinvolgenti che mi sia mai capitato di vedere. Gli ho assegnato 4 stelle su 5: forse una di troppo ma, lo ripeto, la considero una pellicola estremamente valida per numerose motivazioni. Su tutte, il fatto che quasi l'intero 'script' di 'Angel Face' sia stato scritto di getto durante la notte antecedente le riprese: davvero incredibile, se si considera cosa il regista Preminger (che contribuì in modo determinante alla stesura dello script stesso, trascorrendo la notte prima dell'inizio delle riprese praticamente in bianco!) sia riuscito a trarne. Altro 'elemento' che contraddistingue i film da inserire nel filone denominato 'noir' (e 'Seduzione Mortale' lo è senza dubbio) consiste nella presenza di R.
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Seduzione Mortale ('Angel Face' il titolo originale) è sicuramente uno dei film più coinvolgenti che mi sia mai capitato di vedere. Gli ho assegnato 4 stelle su 5: forse una di troppo ma, lo ripeto, la considero una pellicola estremamente valida per numerose motivazioni. Su tutte, il fatto che quasi l'intero 'script' di 'Angel Face' sia stato scritto di getto durante la notte antecedente le riprese: davvero incredibile, se si considera cosa il regista Preminger (che contribuì in modo determinante alla stesura dello script stesso, trascorrendo la notte prima dell'inizio delle riprese praticamente in bianco!) sia riuscito a trarne. Altro 'elemento' che contraddistingue i film da inserire nel filone denominato 'noir' (e 'Seduzione Mortale' lo è senza dubbio) consiste nella presenza di R. Mitchum, da molti critici considerato l' 'anima' di tale genere di pellicole. La trama. La bella, giovane, ricca e viziatissima Diane, per un incidente domestico che, sulle prime, sembra davvero casuale (ma col passare del tempo ci si rende conto che non è così..) conosce il guidatore di ambulanze e infermiere Frank (Mitchum) e lo irretisce grazie alla sua straripante facoltà economica e al suo innegabile fascino. La giovane rampolla è però affetta da un complesso edipico: adora oltremodo il padre (un calibrato H. Marshall), un tempo valido e prolifico scrittore ma ora succube, soprattutto economicamente, della seconda moglie, interpretata in modo perfetto da B. O'Neil. La quale è odiata visceralmente da Diane, che la vede esclusivamente come intralcio tra sé e il suo adorato padre. Così la stessa Diane, per raggiungere i propri obiettivi (che non rivelo, altrimenti racconto tutta la trama!), fa innamorare Mitchum al punto da fargli abbandonare la sua precedente fidanzata Mary, fedele e autentico angelo del focolare. Riuscirà la perfida ma bellissima Diane a raggiungere il suo scopo? Questo occorre scoprirlo solamente guardando il film, anche perché riserva due scene mortali tra le più spaventose e terribili che mai siano uscite da Hollywood..! Aggiungo una sola nota rivelatrice: la scena conclusiva del film ricorda, se pur non troppo da vicino, quella di 'Jules et Jim', capolavoro di F. Truffaut con una fulgida e bravissima J. Moreau. Le scene più inquietanti sono sapientemente intermezzate da Preminger con la Simmons che malinconicamente suona il pianoforte..
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paolp78
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domenica 15 agosto 2021
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femme fatale enigmatica ed imprevedibile
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Notevolissimo noir, davvero straordinario per atmosfere e tensione narrativa.
La pellicola, diretta dal maestro del genere Otto Preminger, conta su una trama molto lineare, ma complessa psicologicamente e soprattutto sceneggiata in modo eccellente, con dialoghi di livello.
La storia ruota intorno all’enigmatica protagonista femminile, un personaggio complesso che può essere collocato nella categoria “femme fatale”, pur non presentando tutte le classiche caratteristiche di questo genere di personaggio frequentemente presente nei gialli cinematografici e letterari.
Il film prevede anche una parte processuale, le cui sequenze sono realizzate con accuratezza e sapiente puntigliosità, risultando riuscitissime e molto credibili: questo non stupisce in quanto Preminger deve essere riconosciuto indiscutibilmente come uno dei migliori registi hollywoodiani per operazioni di questo genere (a proposito si ricorda lo stupendo giallo processuale “Anatomia di un omicidio” diretto appunto dal cineasta di origini austriache).
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Notevolissimo noir, davvero straordinario per atmosfere e tensione narrativa.
La pellicola, diretta dal maestro del genere Otto Preminger, conta su una trama molto lineare, ma complessa psicologicamente e soprattutto sceneggiata in modo eccellente, con dialoghi di livello.
La storia ruota intorno all’enigmatica protagonista femminile, un personaggio complesso che può essere collocato nella categoria “femme fatale”, pur non presentando tutte le classiche caratteristiche di questo genere di personaggio frequentemente presente nei gialli cinematografici e letterari.
Il film prevede anche una parte processuale, le cui sequenze sono realizzate con accuratezza e sapiente puntigliosità, risultando riuscitissime e molto credibili: questo non stupisce in quanto Preminger deve essere riconosciuto indiscutibilmente come uno dei migliori registi hollywoodiani per operazioni di questo genere (a proposito si ricorda lo stupendo giallo processuale “Anatomia di un omicidio” diretto appunto dal cineasta di origini austriache).
Molto bravo Preminger anche nell’eliminare tempi morti ed adottare una descrizione narrativa molto essenziale, capace di evitare quelle lungaggini che talvolta rischiano di appesantire simili opere.
La giovanissima e bellissima Jean Simmons, già molto esperta, se la cava bene in questa difficile parte, offrendo una performance intensa; Robert Mitchum sforna una delle sue classiche interpretazioni che possono apparire affette da scarsa espressività, ma che invece sono di grande effetto in noir come questo; il cast è completato da ottimi attori quali Mona Freeman, Leon Ames, Barbara O’Neil ed il grande Herbert Marshall, che è sempre piacevole vedere.
Il titolo originale dell’opera “Angel Face”, letteralmente faccia d’angelo, è molto più significativo di quello della versione italiana ed è straordinariamente efficace nel cogliere il tratto fondamentale della protagonista.
Ottime musiche, capaci di esaltare mirabilmente i momenti di tensione.
Finale indimenticabile.
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