stefano franzoni
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venerdì 26 gennaio 2007
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un rompicapo per audrey & cary
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Una sciarada è un gioco che consiste nell'utilizzare due o più parole per formarne un'altra… un indovinello, un rompicapo. Nessun titolo forse sarebbe stato più azzeccato per la pellicola girata negli ultimi mesi del 1962 da Stanley Donen, che metteva assieme stelle del calibro di Audrey Hepburn, Cary Grant, Walter Matthau e James Coburn (oltre al compositore Henry Mancini). "Sciarada", ambientato tra le Alpi francesi e Parigi, è un thriller psicologico alla maniera dei capolavori hitchockiani se non fosse per la venatura comica che sdrammatizza la narrazione e conferisce al film quella sua caratteristica brillantezza. In sostanza si potrebbe definire una commedia/thriller/sentimentale. La trama, tutt'altro che semplice, vede come protagonista Regina Lampert, un' affascinante donna che sta pensando di lasciare il ricco marito, quando le giunge la notizia dell'assassinio di quest'ultimo.
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Una sciarada è un gioco che consiste nell'utilizzare due o più parole per formarne un'altra… un indovinello, un rompicapo. Nessun titolo forse sarebbe stato più azzeccato per la pellicola girata negli ultimi mesi del 1962 da Stanley Donen, che metteva assieme stelle del calibro di Audrey Hepburn, Cary Grant, Walter Matthau e James Coburn (oltre al compositore Henry Mancini). "Sciarada", ambientato tra le Alpi francesi e Parigi, è un thriller psicologico alla maniera dei capolavori hitchockiani se non fosse per la venatura comica che sdrammatizza la narrazione e conferisce al film quella sua caratteristica brillantezza. In sostanza si potrebbe definire una commedia/thriller/sentimentale. La trama, tutt'altro che semplice, vede come protagonista Regina Lampert, un' affascinante donna che sta pensando di lasciare il ricco marito, quando le giunge la notizia dell'assassinio di quest'ultimo. Dopo aver scoperto che egli era in fuga da Parigi con tutti quanti i suoi averi ed in realtà non era la persona che lei credeva si troverà improvvisamente perseguitata da tre strani, malevoli tizi in cerca del denaro (misteriosamente scomparso) del marito. Insieme ad un attraente quanto misterioso signore da poco conosciuto sulle Alpi, riuscirà attraverso non poche peripezie, scoperte e rivelazioni a risolvere il mistero dei soldi svaniti ma anche allora il rompicapo sarà tutt'altro che terminato. "Sciarada" fu il film che riuscì a portare sul grande schermo la coppia Grant/Hepburn. Vi erano già state più occasioni ma, con molti dubbi, lui aveva sempre declinato le proposte, per via della differenza di età (26 anni). Nonostante questo scoglio Cary Grant riuscì ad essere il più credibile tra i numerosi partner non più così giovani (H.Bogart, F.Astaire, G.Cooper, H.Fonda)che Audrey ebbe in suoi vari film, grazie alla sua ironia e brillantezza (ed, ovviamente, al suo inossidabile fascino). Henry Mancini confezionò una colonna sonora che espresse al meglio le sfaccettature del film, con brani sospesi tra il movimentato dei titoli d'apertura (che ricordano i primi James Bond) e la romantica "Charade", compagna di Cary e Audrey nella loro traversata notturna della Senna a bordo di un battello. Spiegare perchè oggi "Sciarada" sia un film quasi dimenticato è semplice: il motivo sono i vari "Colazione da Tiffany", "Notorious", "Sabrina", "Caccia al ladro", "My fair lady", "Intrigo internazionale" ecc.. Purtroppo "Sciarada" è uno di quei film che vengono penalizzati dallo scorrere degli anni, in quanto messi in ombra dai "capolavori" più significativi degli attori che ne hanno preso parte, capolavori ai quali rimangono legati ed associati per sempre. Tuttavia "Sciarada" rimane ancora oggi un colorato e vivo film degli anni Sessanta, brillante ed assolutamente non scontato, consigliato a tutti gli ammiratori di Cary Grant e Audrey Hepburn e a chiunque voglia vedere un film di quelli davvero ben riusciti sotto ogni aspetto.
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emmylemmon xd
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venerdì 2 agosto 2013
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cary&audrey coppia impareggiabile
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Parigi. L'elegante e sofisticata giovane donna Regina Lambert (Audrey Hepburn), di ritorno da una vacanza in montagna, viene a conoscenza della morte del marito Charles, da cui intendeva divorziare, gettato da un treno in corsa; vivendo all'oscuro della moglie, Charles era in realtà coinvolto in qualcosa di losco e doveva una grandissima quantità di soldi a un gruppo di amici ostinati. Sbalordita e spaventata Regina si affiderà all' affascinante e misterioso Peter Joshua (Cary Grant) per trovare il denaro e salvarsi la pelle, ma nulla sarà come sembra... Prodotto e diretto da Stanley Donen, già regista di "Cenerentola a Pargi" con la Hepburn, "Sciarada" è un giallo rosa, abbastanza privo di suspence, ma in compenso ricchissimo di humor nero e dialoghi vivaci e taglienti; sembra infatti che i due attori giochino a tennis, facendo a gara a chi pronuncia la battuta migliore.
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Parigi. L'elegante e sofisticata giovane donna Regina Lambert (Audrey Hepburn), di ritorno da una vacanza in montagna, viene a conoscenza della morte del marito Charles, da cui intendeva divorziare, gettato da un treno in corsa; vivendo all'oscuro della moglie, Charles era in realtà coinvolto in qualcosa di losco e doveva una grandissima quantità di soldi a un gruppo di amici ostinati. Sbalordita e spaventata Regina si affiderà all' affascinante e misterioso Peter Joshua (Cary Grant) per trovare il denaro e salvarsi la pelle, ma nulla sarà come sembra... Prodotto e diretto da Stanley Donen, già regista di "Cenerentola a Pargi" con la Hepburn, "Sciarada" è un giallo rosa, abbastanza privo di suspence, ma in compenso ricchissimo di humor nero e dialoghi vivaci e taglienti; sembra infatti che i due attori giochino a tennis, facendo a gara a chi pronuncia la battuta migliore. Il cast è stellare: la bravissima Audrey Hepburn e il carismatico Cary Grant, divi della commedia e dello stile, formano una coppia impareggiabile, nonostante la grande differenza di età (ben 25 anni). Insomma, sebbene non brilli nè di originalità nè di effetto sorpresa, "Sciarada" è un film piacevolissimo, un arlecchino di genere, splendidamente interpretato da una delle coppie più assortite della storia del cinema.
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killbillvol2
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giovedì 29 marzo 2012
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un giallo alla hitchcock, scritto per grant
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Con la parola sciarada si intende un gioco di enigmistica tipo il rebus, e fa intendere a pieno il film: un gioco di enigmistica, dove fino alla scena finale non si riescen a capire molto di più che quattro nomi. Alla Hepburn le ammazzano il marito, buttandolo giù da un treno, mentre lei è in vacanza fuori Parigi, e quando fa ritorno, oltre a scoprire la morte del marito, viene avvicinata da tre uomini, e scopre che suo marito aveva con sè 250 mila dollari in contanti, che però non si trovano da nessuna parte. Inoltre lei conosce, già da quando era in vacanza, Grant, che si presenta a lei con il nome di Peter Joshua, ma non tutto uqel che lui le dice corrisponde a verità.
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Con la parola sciarada si intende un gioco di enigmistica tipo il rebus, e fa intendere a pieno il film: un gioco di enigmistica, dove fino alla scena finale non si riescen a capire molto di più che quattro nomi. Alla Hepburn le ammazzano il marito, buttandolo giù da un treno, mentre lei è in vacanza fuori Parigi, e quando fa ritorno, oltre a scoprire la morte del marito, viene avvicinata da tre uomini, e scopre che suo marito aveva con sè 250 mila dollari in contanti, che però non si trovano da nessuna parte. Inoltre lei conosce, già da quando era in vacanza, Grant, che si presenta a lei con il nome di Peter Joshua, ma non tutto uqel che lui le dice corrisponde a verità...
Una sceneggiatura elegante, a tratti divertente, con una storia che prende dall'inizio alla fine. E' un film allegro, piacevole, e , soprattutto nel finale, pieno di colpi di scena. Divertente inoltre, il continuo cambio d'identità del personaggio di Cary Grant, che recita benissimo, come sempre, anche se neanche in questo film è riuscito a superare sé stesso: la sua interpretazione in "Arsenico e Vecchi Merletti" nessuno riuscì mai a superarla, neanche lo stesso Grant.
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renato c.
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lunedì 3 ottobre 2011
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un bel giallo un po' rosa alla hitchcock
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Un bel giallo con degli spunti rosa tipo "Caccia al Ladro" di Hitchcock. Stanley Donen, regista soprattutto di music-hall ha fatto una bella storiella con misteri, sentimenti e colpi di scena finali. Ottimo il cast: Cary Grant sempre adatto alla sua parte, una brava e graziosa Audrey Hepburn e insoliti nelle loro parti Matthau e Corburn. Film piacevole a vedersi!
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elgatoloco
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giovedì 17 ottobre 2019
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charade un film, comunque...
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Certo aveva dei precedenti, questo"Charade"(1963)dell'astuto(specialista anche di musicals e commedie leggere)Stanley Donen, da un racconto di Peter Stone, ma comunque si dimostra un film intelligente, carico di spunti intelligenti, tra la"charade", appunto, ossia il rompicapo classico, dove tutti i protagonisti della storia sono coinvolti nel cercare sia il"grisbi"sia la"verità"(quelle dei film, dovremmo aggiungere), il giallo spionistico(soldi che l'OSS, ex-CIa o meglio sua esplicazione militare negli anni della Guerra Mondiale, la seconda, per la precisione), il thriller dove questa parte sembra prevalere, a tratti, ma alternata e anche fusa con la commedia, che è anche commedia rosa, anzi proprio film romantico nel viaggio(tour, anzi meglio)che la Hepburn e Grant fanno in"bateau mouche", con tanto di rimandi a"An American in Paris"(1951, Vincent Minnelli, con Gene Kelly che canta e balla"Singing in the Rain", situazione replicata comicamente da un Grant che "esegue il numero"facendosi la doccia.
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Certo aveva dei precedenti, questo"Charade"(1963)dell'astuto(specialista anche di musicals e commedie leggere)Stanley Donen, da un racconto di Peter Stone, ma comunque si dimostra un film intelligente, carico di spunti intelligenti, tra la"charade", appunto, ossia il rompicapo classico, dove tutti i protagonisti della storia sono coinvolti nel cercare sia il"grisbi"sia la"verità"(quelle dei film, dovremmo aggiungere), il giallo spionistico(soldi che l'OSS, ex-CIa o meglio sua esplicazione militare negli anni della Guerra Mondiale, la seconda, per la precisione), il thriller dove questa parte sembra prevalere, a tratti, ma alternata e anche fusa con la commedia, che è anche commedia rosa, anzi proprio film romantico nel viaggio(tour, anzi meglio)che la Hepburn e Grant fanno in"bateau mouche", con tanto di rimandi a"An American in Paris"(1951, Vincent Minnelli, con Gene Kelly che canta e balla"Singing in the Rain", situazione replicata comicamente da un Grant che "esegue il numero"facendosi la doccia...). Situazioni assurde, se vogliamo, che tutte risultano perà credibili, in definitiva, come dimostra il"precipitato", il risultato del film, con l'esito che non è prevedibile proprio per il continuo scambio di personaggi... Da considerare come oggi, a 56 anni di distanza, film così non possino essere realizzati o meglio non riescano a d essere realizzati, non certo per assenza di tecnologia, ma per carenza totale o parziale di idee, di capacità realizzativa-creativa. Cary Grant e Audrey Hepburn, d'accordo, sono una coppia efficacissima, ma l'apporto di un Watlher Matthau in un rurolo assolutamente atipico, di James Coburn, il"vilain"(ma non è l'unico, né il peggiore), George kennedy, altro"atipico", Jacques Marin, quale curioso ispettore o quasi francese, in un film che ha comunque la splenidida ambientazione nella"Ville Lumière"... El Gato
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(di eugen )
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paolp78
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lunedì 26 aprile 2021
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sofisticato
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Questa pellicola firmata da Stanley Donen si segnala, tra l’altro, per la contemporanea presenza di due delle massime icone di stile della storia del cinema e non solo: i leggendari Cary Grant e Audrey Hepburn, alla loro prima ed unica collaborazione sul set cinematografico.
Già questo particolare rende il film un cult per i cinefili e per gli appassionati del glamour, ma deve dirsi che oltre a questo aspetto l’opera è in assoluto molto ben riuscita nel suo complesso, distinguendosi principalmente per una certa sofisticatezza, che è l’elemento distintivo della pellicola.
Innanzitutto è sofisticata la sceneggiatura, propria di un ottimo ed avvincente film di spionaggio, contaminato da vari elementi della commedia sentimentale, ma sempre in modo estremamente piacevole e molto ben fatto.
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Questa pellicola firmata da Stanley Donen si segnala, tra l’altro, per la contemporanea presenza di due delle massime icone di stile della storia del cinema e non solo: i leggendari Cary Grant e Audrey Hepburn, alla loro prima ed unica collaborazione sul set cinematografico.
Già questo particolare rende il film un cult per i cinefili e per gli appassionati del glamour, ma deve dirsi che oltre a questo aspetto l’opera è in assoluto molto ben riuscita nel suo complesso, distinguendosi principalmente per una certa sofisticatezza, che è l’elemento distintivo della pellicola.
Innanzitutto è sofisticata la sceneggiatura, propria di un ottimo ed avvincente film di spionaggio, contaminato da vari elementi della commedia sentimentale, ma sempre in modo estremamente piacevole e molto ben fatto.
La regia di Donen è anch’essa eccellente; il merito maggiore è quello di riuscire ad esaltare la commistione tra i generi, che ne risultano tutti splendidamente esaltati ed amalgamati tra loro.
Quanto alle prove attoriali, Grant e la Hepburn erano due interpreti sublimi, oltre che due mitiche celebrità hollywoodiane, ed anche in questa circostanza dimostrano in pieno il loro gran talento: quanto a Grant deve dirsi che la parte ed il genere lo mettono pienamente a proprio agio, richiamando numerose famose pellicole (si pensi ad alcuni film di Hitchcock) in cui aveva ricoperto parti abbastanza assimilabili; Audrey Hepburn dal canto suo ripropone un personaggio collaudato, che stavolta deve muoversi in un contesto un po’ insolito, ma che si sposa benissimo col personaggio stesso, enfatizzandone l’eleganza sofisticata.
Il cast non conta solo i due eccezionali protagonisti, bensì anche altri ottimi interpreti come James Coburn, un davvero ottimo George Kennedy ed un Walter Matthau, che riesce a cavarsela egregiamente pur rivestendo dei panni alquanto insoliti per lui.
Buonissimo il ritmo della narrazione; molto apprezzabili i vari colpi di scena che funzionano sia nell’ottica della trama propria del film di genere giallo spionistico, che allo stesso tempo anche in chiave di alleggerimento.
Ottime le musiche di Henry Mancini
Straordinaria l’eleganza dei due protagonisti nel vestire gli splendidi abiti di alta moda, ma non c’è da stupirsene.
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rob8
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sabato 4 agosto 2018
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un’opera incerta nei toni
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Una commedia sulle tracce dell’Hitchcock di Caccia al ladro (1955), con cui condivide inteprete (Cary Grant) e ambientazione francese (lì la Costa Azzurra, qui Parigi); nonché certo tono leggero ed ironico. E se nella pellicola del maestro del brivido c’era una splendida Grace Kelly, qui c’è l’altrettanto splendida Audrey Hepburn: con lo stesso fascino e tocco d’eleganza da dive hollywoodiane in trasferta europea.
Ma esaurite le similitudini, l’opera di Donen, pur godibile, si mostra spesso incerta nei toni: non riuscendo in quel magico equilibrio tra commedia ed intrigo, tipico di tanta produzione hitchcockiana.
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Una commedia sulle tracce dell’Hitchcock di Caccia al ladro (1955), con cui condivide inteprete (Cary Grant) e ambientazione francese (lì la Costa Azzurra, qui Parigi); nonché certo tono leggero ed ironico. E se nella pellicola del maestro del brivido c’era una splendida Grace Kelly, qui c’è l’altrettanto splendida Audrey Hepburn: con lo stesso fascino e tocco d’eleganza da dive hollywoodiane in trasferta europea.
Ma esaurite le similitudini, l’opera di Donen, pur godibile, si mostra spesso incerta nei toni: non riuscendo in quel magico equilibrio tra commedia ed intrigo, tipico di tanta produzione hitchcockiana. Così, nonostante il consumato mestiere di Grant, la leggiadria della Hepburn e le prove convincenti di comprimari di lusso (Matthau, Coburn), la complicata vicenda non convince del tutto nel suo coté noir, sacrificato in favore di una moderata comicità, se non nell’animata sequenza finale girata nei sotteranei del Metro: dove ritmo e montaggio testimoniano di una capacità registica che avrebbe potuto dispiegarsi ben più compiutamente.
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elgatoloco
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lunedì 26 novembre 2018
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"charade" is very good
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Questo"Charade"(1963, di Stanley Donen, che tre anni dopo replica con"Arabesque", ossia un thriller spionistico, con spunti anche comici), tratto da un racconto di Peter Stone, vede interpreti come Cary Grant(in"Arabesque"sarà invece Gregory Peck), mentre l'interprete femminile è Audrey Hepburn, ben diversa dalla Loren del filmru successivo. Ricetta stagionata al punto giusto, con tanti colpi di scena, con ammiccamenti amorosi, ma tanta paura, perché il tesoro recuperato "scotta"e dei brutti ceffi(James Coburn, George Kennedy, un Walther Matthau, insospettabilmente in un ruolo drammatico, anzi più"forte"che mai, bravissimo)per non dire del citato protagonista che però.
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Questo"Charade"(1963, di Stanley Donen, che tre anni dopo replica con"Arabesque", ossia un thriller spionistico, con spunti anche comici), tratto da un racconto di Peter Stone, vede interpreti come Cary Grant(in"Arabesque"sarà invece Gregory Peck), mentre l'interprete femminile è Audrey Hepburn, ben diversa dalla Loren del filmru successivo. Ricetta stagionata al punto giusto, con tanti colpi di scena, con ammiccamenti amorosi, ma tanta paura, perché il tesoro recuperato "scotta"e dei brutti ceffi(James Coburn, George Kennedy, un Walther Matthau, insospettabilmente in un ruolo drammatico, anzi più"forte"che mai, bravissimo)per non dire del citato protagonista che però...non si può dire di più, per non rovinare la sorpresa, In ascensore, nella stazione del métro, dovunque, armadi compresi(sarebbe più un"classico"nelle commedie leggere vere e proprie, dove negli armadi in genere è posto l'amante segreto...)si annidano pericoli per la bella(la Hepburn era un tipo, indubbiamente, anche se... dipende dalle propensioni...)protagonista, involontaria ereditiera del gruzzolo che scotta.... Suspense sempre al punto giusto(sempre, possiamo dire, ma sempre adeguatamente), sempre adeguata, nella giusta misura e, appunto, con interpreti adeguati: E In poiù la musica, anch'essa adeguatissima, di Henry Mancini, che giustamente pochi giorni fa l'importante fluatista Cesare Bindi definiva uno dei grandi compositori contemporanei, dove il ruolo del soundtrack nel cinema spesso non viene giustamente riconosciuto e apprezzato, purtroppo. El Gato
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