mondolariano
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sabato 7 maggio 2011
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un saggio di recitazione
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Film di impianto teatrale, statico, verbosissimo ma non di meno straordinario. Matthau è il mattatore di un vero e proprio saggio di recitazione, anche se insolitamente poco simpatico. Si ride amaro, infatti, in questo campionario di vite fallite. Nel primo episodio colpisce il repentino cambiamento di tono, che dopo una partenza leggera si fa improvvisamente tragico. Nel secondo colpisce il senso di solitudine che trapela dietro la patina del successo, anche se il contenuto dei dialoghi poteva essere più interessante. Nel terzo, a raggelare l’umorismo ci pensa la figlia ribelle, quando teme che il suo matrimonio potrebbe diventare come quello dei due strampalati genitori.
Da notare - nel terzo episodio - la bella prospettiva del Central Park intravvisto dalla finestra dell’albergo, e la bandiera statunitense che sventola accanto a quella israeliana, omaggio all’origine ebraica di Matthau.
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Film di impianto teatrale, statico, verbosissimo ma non di meno straordinario. Matthau è il mattatore di un vero e proprio saggio di recitazione, anche se insolitamente poco simpatico. Si ride amaro, infatti, in questo campionario di vite fallite. Nel primo episodio colpisce il repentino cambiamento di tono, che dopo una partenza leggera si fa improvvisamente tragico. Nel secondo colpisce il senso di solitudine che trapela dietro la patina del successo, anche se il contenuto dei dialoghi poteva essere più interessante. Nel terzo, a raggelare l’umorismo ci pensa la figlia ribelle, quando teme che il suo matrimonio potrebbe diventare come quello dei due strampalati genitori.
Da notare - nel terzo episodio - la bella prospettiva del Central Park intravvisto dalla finestra dell’albergo, e la bandiera statunitense che sventola accanto a quella israeliana, omaggio all’origine ebraica di Matthau.
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paolp78
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domenica 20 giugno 2021
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storie newyorkesi
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Film composto da tre episodi distinti tra loro, ma collegati per il fatto di essere tutti ambientati nel lussuoso Hotel Plaza di New York.
Le storie narrate affrontano in chiave comico-umoristica la tematica matrimoniale; si tratta inoltre di tre commedie molto americane, dove le delicate questioni familiari-sentimentali vengono trattate in ragione dei costumi progressisti ed emancipati della società newyorkese del tempo.
La sceneggiatura è sicuramente molto buona, seppur non certo originale in quanto ciascuna delle storie narrate tratta dei grandi classici delle questioni affettivo-matrimoniali, più e più volte affrontati in opere letterarie, teatrali e cinematografiche.
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Film composto da tre episodi distinti tra loro, ma collegati per il fatto di essere tutti ambientati nel lussuoso Hotel Plaza di New York.
Le storie narrate affrontano in chiave comico-umoristica la tematica matrimoniale; si tratta inoltre di tre commedie molto americane, dove le delicate questioni familiari-sentimentali vengono trattate in ragione dei costumi progressisti ed emancipati della società newyorkese del tempo.
La sceneggiatura è sicuramente molto buona, seppur non certo originale in quanto ciascuna delle storie narrate tratta dei grandi classici delle questioni affettivo-matrimoniali, più e più volte affrontati in opere letterarie, teatrali e cinematografiche. La durata contenuta di ciascun episodio scongiura tuttavia il rischio noia.
I dialoghi si fanno apprezzare, in quanto particolarmente brillanti e con qualche pezzo umoristico ben riuscito. La scrittura frizzante permette inoltre di esaltare le capacità interpretative dell’ottimo cast in cui spicca un camaleontico Walter Matthau che con le acconciature più disparate (la seconda davvero ridicola) è presente in ciascuno dei tre atti in cui è divisa la pellicola. Accanto a Matthau si avvicendano tre diverse partner femminili, una per ciascun episodio: Maureen Stapleton, Barbara Harris e Lee Grant. Le tre bravissime attrici se la cavano benissimo, offrendo ciascuna una prova molto convincente e di talento; lodevole inoltre come ciascuna delle interpreti riesca a trovare il feeling giusto con Matthau, che è un vero maestro in questo.
Buona la direzione di Arthur Hiller.
Il terzo episodio è il migliore, sia perché è quello con la storia più divertente, sia perché funziona maggiormente il personaggio di Matthau che fa decisamente la differenza.
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