Firmato da Leon Kimovsky, un regista argentino dal cognome russo, il film è stato in gran parte girato da Enzo Castellari tanto che il regista lo considera il primo western della sua filmografia. Tra i primi cloni di Django come tutti i film che portano sullo schermo il personaggio nato dalla fantasia di Corbucci e interpretato da Franco Nero, gli interpreti principali tentano di assomigliare al modello originario. Anche ad Anthony Steffen tocca quindi un trucco che tenta per quanto è possibile di richiamare alla memoria degli spettatori il volto, le espressioni e la figura di Franco Nero, senza peraltro riuscirci. Il Django di Steffen è particolare e inconfondibile. Le atmosfere sono lontanissime da quelle decadenti del film di Corbucci.
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Firmato da Leon Kimovsky, un regista argentino dal cognome russo, il film è stato in gran parte girato da Enzo Castellari tanto che il regista lo considera il primo western della sua filmografia. Tra i primi cloni di Django come tutti i film che portano sullo schermo il personaggio nato dalla fantasia di Corbucci e interpretato da Franco Nero, gli interpreti principali tentano di assomigliare al modello originario. Anche ad Anthony Steffen tocca quindi un trucco che tenta per quanto è possibile di richiamare alla memoria degli spettatori il volto, le espressioni e la figura di Franco Nero, senza peraltro riuscirci. Il Django di Steffen è particolare e inconfondibile. Le atmosfere sono lontanissime da quelle decadenti del film di Corbucci. In ogni caso il film è accettabile. La trama, esile e prevedibile, viene trattata con professionalità e dipanarsi della storia mantiene comunque viva l’attenzione. La colonna sonora di è Carlo Savina e contiene il popolare brano There will come a morning, cantato da Don Powell.
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