yanez
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martedì 28 giugno 2005
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un "pasticciaccio" di grande spessore
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Giallo all'italiana con tutti gli ingredienti per diventare un classico. Germi attore-regista, già sperimentato in altre situazioni, funziona benissimo, trasferendo il rigore e l'umanità di chi tratta il soggetto a chi lo interpreta. Suspance, colpi di scena, "trovate" spettacolari, sorprese, il tutto inserito in un ambiente nazional-popolare, fanno del film una delle opere di maggior respiro e di minor stracchezza del cinema italiano del postneorealismo.
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lamax61°
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domenica 3 gennaio 2010
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un noir italiano
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Il granitico Germi in duplice veste. Ottimo regista e altrettanto bravo commissario Ingravallo. Volto affilato ed altrettanto affilato cinismo misto a rassegnazione. Solitudine di un uomo che deve cercare la verità scavando nell'animo umano e mettendo le mani nel fango putrido. "E' come quano si sposta un sasso in campagna e sotto ci trovi i vermi". Il bianco e nero rende ancor meglio lo squallore degli uffici di polizia. Bello, bello bello. Italiano 100%.Bravi tutti gli attori: Gora e Fabrizi perfettamente ispirati.
Questi film ce li inviadia il mondo intero IMHO
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jos_d
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lunedì 24 agosto 2009
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un intrigante giallo con sfumature noir
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A pochi giorni da un piccolo furto di gioielli in casa del commendatore Anzaloni (Ildebrando Santafè), il commissario Ingravallo (Pietro Germi) deve tornare nel medesimo quartiere per indagare su un crimine ben più grave: Liliana Banducci (Elena Rossi Drago), vicina di casa di Anzaloni, è stata infatti trovata morta assassinata nel suo appartamento. La prima domanda che Ingravallo si pone è se via sia una correlazione tra i due accadimenti (“si dice che due bombe non cadano mai nello stesso punto”- osserva il commissario), correlazione che tuttavia non sembra confermata dai fatti…eppure c’è!
Tratto dal romanzo di Carlo Emilio Gadda "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", questo film sceneggiato – insieme ad Alfredo Giannetti ed Ennio De Concini-, diretto ed interpretato da Pietro Germi è un intrigante giallo poliziesco con ascendenti del genere noir, rinvenibili soprattutto nell’impietoso affresco di una società moralmente degenerata: praticamente tutti i personaggi incontrati da Ingravallo durante le indagini nascondono qualche scheletro nell’armadio.
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A pochi giorni da un piccolo furto di gioielli in casa del commendatore Anzaloni (Ildebrando Santafè), il commissario Ingravallo (Pietro Germi) deve tornare nel medesimo quartiere per indagare su un crimine ben più grave: Liliana Banducci (Elena Rossi Drago), vicina di casa di Anzaloni, è stata infatti trovata morta assassinata nel suo appartamento. La prima domanda che Ingravallo si pone è se via sia una correlazione tra i due accadimenti (“si dice che due bombe non cadano mai nello stesso punto”- osserva il commissario), correlazione che tuttavia non sembra confermata dai fatti…eppure c’è!
Tratto dal romanzo di Carlo Emilio Gadda "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", questo film sceneggiato – insieme ad Alfredo Giannetti ed Ennio De Concini-, diretto ed interpretato da Pietro Germi è un intrigante giallo poliziesco con ascendenti del genere noir, rinvenibili soprattutto nell’impietoso affresco di una società moralmente degenerata: praticamente tutti i personaggi incontrati da Ingravallo durante le indagini nascondono qualche scheletro nell’armadio. Bravi tutti gli interpreti, a partire da Pietro Germi, perfettamente calatosi nella parte del poliziotto duro ma ligio al dovere, fino alla giovane Claudia Cardinale alla sua terza apparizione sul grande schermo.
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woody62
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venerdì 6 gennaio 2017
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gadda nella versione del maestro germi
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E' bello rivedere nella versione restaurata uno dei capolavori del noir italiano, versione cinematografica del “Pasticciaccio brutto...” di Carlo Emilio Gadda. Pur rimanendo fedele al plot Germi fa qualche ritocco nella sceneggiatura, spostando l'azione di una trentina d'anni (la Roma di fine anni '50), modificando qualche personaggio (l'ambiguo Anzaloni), dando al commissario Ingravallo, da lui impersonato, un ruolo più duro e “politicamente scorretto”, rispetto all'originale gaddiano. Il rapporto tra Germi e Gadda non fu idilliaco: entrambi introversi, gelosi del proprio “spazio”, poco inclini a collaborare. “Il maledetto imbroglio” che ne risulta, è tuttavia opera assolutamente riuscita, grazie anche ad un cast di qualità con attori di fama teatrale e cinematografica come Claudio Gora, Eleonora Rossi Drago, Saro Urzì, Franco Fabrizi (nel suo ruolo solito – ma perfetto – di seduttore cinico, vigliacco e approfittatore).
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E' bello rivedere nella versione restaurata uno dei capolavori del noir italiano, versione cinematografica del “Pasticciaccio brutto...” di Carlo Emilio Gadda. Pur rimanendo fedele al plot Germi fa qualche ritocco nella sceneggiatura, spostando l'azione di una trentina d'anni (la Roma di fine anni '50), modificando qualche personaggio (l'ambiguo Anzaloni), dando al commissario Ingravallo, da lui impersonato, un ruolo più duro e “politicamente scorretto”, rispetto all'originale gaddiano. Il rapporto tra Germi e Gadda non fu idilliaco: entrambi introversi, gelosi del proprio “spazio”, poco inclini a collaborare. “Il maledetto imbroglio” che ne risulta, è tuttavia opera assolutamente riuscita, grazie anche ad un cast di qualità con attori di fama teatrale e cinematografica come Claudio Gora, Eleonora Rossi Drago, Saro Urzì, Franco Fabrizi (nel suo ruolo solito – ma perfetto – di seduttore cinico, vigliacco e approfittatore). E poi la meravigliosa Claudia Cardinale, nello splendore dei suoi vent'anni, con l' altrettanto giovane Nino Castelnuovo. Con una sceneggiatura prevalentemente teatrale – gli unici esterni sono nella bella piazza Farnese anno 1959 e qualche sequenza a fine film – l'azione si svolge tra il commissariato e il palazzo ove è avvenuto il delitto, in un crescendo di tensione e pathos fino alla soluzione finale. Su tutti spicca il personaggio di Ingravallo-Germi che, a prescindere dalle colpe, non nasconde la sua simpatia per i “poracci” e l'insofferenza per l'ipocrisia e la falsità borghese e perbenista. In ultima analisi un piccolo capolavoro in bianco e nero di uno dei maestri del cinema italiano, capace di passare con naturalezza dall'impegno sociale alla commedia all'italiana, nella sua versione migliore.
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martedì 31 ottobre 2017
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ingravallo, astuzia e occhiali da sole...
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Già, il commissario Ingravallo usa spesso gli occhiali da sole, un oggetto ancora non molto diffuso all'epoca che caratterizza ancora di più la figura del protagonista di questo bel noir italiano. Ingravallo, commissario magro, furbo e astuto, interpretato da un Pietro Germi in stato di grazia. Il poliziotto è circondato da un gruppo di fidati collaboratori che fanno sì da comprimari, ma comprimari "di lusso", dal momento che ognuno recita la propria parte in modo perfetto. Dopo un piccolo furto la polizia deve ritornare nello stesso quartiere per l'omicidio di una giovane signora benestante. La situazione qua è più pesante, un omicidio fa scalpore e la stampa si fa subito pressante: i giornalisti vogliono sapere, vogliono scrivere, Ingravallo parte in quarta e si prepara a notti insonni.
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Già, il commissario Ingravallo usa spesso gli occhiali da sole, un oggetto ancora non molto diffuso all'epoca che caratterizza ancora di più la figura del protagonista di questo bel noir italiano. Ingravallo, commissario magro, furbo e astuto, interpretato da un Pietro Germi in stato di grazia. Il poliziotto è circondato da un gruppo di fidati collaboratori che fanno sì da comprimari, ma comprimari "di lusso", dal momento che ognuno recita la propria parte in modo perfetto. Dopo un piccolo furto la polizia deve ritornare nello stesso quartiere per l'omicidio di una giovane signora benestante. La situazione qua è più pesante, un omicidio fa scalpore e la stampa si fa subito pressante: i giornalisti vogliono sapere, vogliono scrivere, Ingravallo parte in quarta e si prepara a notti insonni. Assuntina è una ragazza che era al servizio della signora assassinata, Ingravallo è subito conquistato dalla sua bellezza e dolcezza ma sente che gli nasconde qualcosa. La lascia comunque in pace prima di trovare il tassello finale dell'intrigo. Il marito della donna assassinata invece diventa ben presto l'obiettivo principale del commissario: il signor Remo Banducci infatti dice e non dice, è reticente a fornire resoconti dei suoi viaggi, a volte si confonde, spesso si nota in lui una certa inquietudine. Ingravallo dapprima lo rassicura, poi comincia a infastidirlo, va spesso a casa sua, tendendogli trabocchetti che solo a volte riesce a schivare. I gioielli del furto vengono a galla ma è poca roba nei confronti dell'omicidio. Il questore fa pressioni, telefona spesso per sapere se ci sono stati passi avanti nelle indagini, Ingravallo prende tempo ma non demorde, segue ogni più piccolo indizio e deve anche giostrarsi con la sua giovane amante, che per vari motivi non riesce mai a incontrare. Quando ha capito quasi tutto sale in casa di Remo Banducci: inizia a interrogarlo su alcuni viaggi fatti in Svizzera. Banducci risponde a fatica, fornisce dettagli precisi che non convincono comunque il commissario, che dice a Banducci - "Ma come... Lei non si ricorda cosa ha ordinato oggi al ristorante e si rammenta con precisione orari e dettagli di viaggi compiuti il mese scorso?" - Poi Ingravallo esce, ma rientra quasi subito e con astuzia fa aprire le finestre dicendo che c'è l'aria viziata. Banducci suda, è sfinito e comincia a crollare. Durante la notte fugge, poi chiama il commissario e racconta tutta la storia. Ma l'assassino non è lui. Ingravallo riesce a scoprirlo per uno scambio di chiave dell'appartamento di Banducci. Va allora da Assuntina e lei cerca con un gesto estremo di avvisare il fidanzato, il vero colpevole. Ma i poliziotti lo bloccano e lo portano in commissariato. Subito dopo, sulla FIAT 1100 di servizio Ingravallo, a caso risolto, indossa una volta in più i suoi occhiali da sole. - di "Joss" -
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elgatoloco
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venerdì 20 ottobre 2017
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curiosa resa filmica di un capolavoro
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Due anni dopo l'uscita di!"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", di Carlo Emilio Gadda(1957)Pietro Germi, che scrive la sceneggiatura con De Concini e Giannetti, ne trae"Un maledetto imbroglio", film che in parte rispetta lo spirito del romanzo o cerca di farlo, in parte, naturalmene"spettacolarizza", senza arrivare a fare un film "giallo"vero e proprio, magari con echi chandleriani o simili, pur se qualche accenno c'è. Certo: A)sul fronte della ricerca linguistica(il milanese Gadda scrisse quasi tutto il romanzo in romanesco), molto va perso, lasciando il romanesco(ma annacquato, in modo che sia comprensibile dai non-Romani e più traducibile)solo ai personaggi popolari(non "minori"), decisamente travisando, almneo in parte, la geniale"Stilmischung"del classico gaddiano.
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Due anni dopo l'uscita di!"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", di Carlo Emilio Gadda(1957)Pietro Germi, che scrive la sceneggiatura con De Concini e Giannetti, ne trae"Un maledetto imbroglio", film che in parte rispetta lo spirito del romanzo o cerca di farlo, in parte, naturalmene"spettacolarizza", senza arrivare a fare un film "giallo"vero e proprio, magari con echi chandleriani o simili, pur se qualche accenno c'è. Certo: A)sul fronte della ricerca linguistica(il milanese Gadda scrisse quasi tutto il romanzo in romanesco), molto va perso, lasciando il romanesco(ma annacquato, in modo che sia comprensibile dai non-Romani e più traducibile)solo ai personaggi popolari(non "minori"), decisamente travisando, almneo in parte, la geniale"Stilmischung"del classico gaddiano.B)per il resto , il film è centrato, nella sua messa in carico di elementi"altri"(folklore romanesco in alcune scene, il che coinvolge sempre le persone, in specie"straniere", inseguimenti, fughe, pur se contenuti, in complesso), l'uso intelligente del bianco e nero(prima degli anni Sessanta in Italia il cinema a colori era, credo, raro, con l'eccezione di qualche film"spettacolare"), con le"prove d'attore"(Germi stesso, il commissario Ingravallo diviso tra piccole"manie", gentilezza e stile burbero, nulla a che vedere con il successivo"Maigret"di Gino Cervi, e là siamo nei Sixties inoltrati...), un Claudio Gora molto convincente(per i canoni interpretativi di allora) come marito della donna uccisa, un Nino Castelnuovo esordiente, una Claudia Cardinale ancora molto giovane ma senz'altro efficace, qualche altra prova più che interessante(Franco Fabrizi nel ruolo del medico-non ancora medico e invece...furfantelllo), una Eleonora Rossi Drago che si vede solo nella prima parte(per il ruolo interpretato). Da studiare e apprezzare, in complesso, come esempio di una filmografia italiana dell'epoca comunque interessante. Devo dire che illlustri crtici(penso al grande Pio Baldelli)erano(e sono, nelle looro opere ancora validissime)di tutt'altro parere. Riconoscerlo è un dovere, per un ex-allievo, ma credo che il décalage storico ammetta qualche rivisitazione, adeguata ai tempi attuali e alla loro relativa"pochezza" El Gato
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elgatoloco
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lunedì 11 giugno 2018
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trasposizione difficile dal romanzo di gadda
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Trasporrre filmicamente"QUer Pasticciaccio brutto de via Merulana"era difficile e dunque"Un maledetto imbroglio"(Pietro Germi, 1959)realizza tale operazione solo in parte e in modo volutamente monco, insufficiente o meglio il film è altro rispetto al romanzo. Notoriamente Germi, leggendo il romanzo, ebbe difficoltà con il romanesco di Gadda(Gadda, Milanese, aveva però lavorato per vario tempo a Roma e aveva "studiato"il romanesco, che Germi, Genovese di nascita, pur se trasferito a Roma, Germi, che non era un"eccellente lettore", aveva qualche difficoltà, come risulta da un'intervista, anche a capire chi realmente fosse l'assassino, nell'0opera di Gadda, Ne risulta un film che, in comune con il romanzo che funge da pre-testo, ha solo la situazione di partenza, svolgendosi però poi diversamente, come un normale"giallo italiano"dell'epoca, ben fatto, in cmplesso, con interpreti di livello, a iniziare dallo stesso Germi(il commiissario ingravallo), da Claudia Cardinale(la"servetta"), da Claudio Gora, nel ruolo di Banducci, marito-vedovo della scomparsa-uccisa signora Banducci, che è Eleonora Rossi Drago, attrice in voga all'epoca, come si ricava dalle cronache.
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Trasporrre filmicamente"QUer Pasticciaccio brutto de via Merulana"era difficile e dunque"Un maledetto imbroglio"(Pietro Germi, 1959)realizza tale operazione solo in parte e in modo volutamente monco, insufficiente o meglio il film è altro rispetto al romanzo. Notoriamente Germi, leggendo il romanzo, ebbe difficoltà con il romanesco di Gadda(Gadda, Milanese, aveva però lavorato per vario tempo a Roma e aveva "studiato"il romanesco, che Germi, Genovese di nascita, pur se trasferito a Roma, Germi, che non era un"eccellente lettore", aveva qualche difficoltà, come risulta da un'intervista, anche a capire chi realmente fosse l'assassino, nell'0opera di Gadda, Ne risulta un film che, in comune con il romanzo che funge da pre-testo, ha solo la situazione di partenza, svolgendosi però poi diversamente, come un normale"giallo italiano"dell'epoca, ben fatto, in cmplesso, con interpreti di livello, a iniziare dallo stesso Germi(il commiissario ingravallo), da Claudia Cardinale(la"servetta"), da Claudio Gora, nel ruolo di Banducci, marito-vedovo della scomparsa-uccisa signora Banducci, che è Eleonora Rossi Drago, attrice in voga all'epoca, come si ricava dalle cronache. Tra gli altri/le altre, poi, Claudia Gaioni, un quasi esordiente Nino Castelnuovo, che all'epoca era giovanissimo, Saro Urzì, Toni Ucci, dove sarebbe difficile riscontrarne altri, visto che oggi non sono così conosciuti o, per meglio dire, il"dopo"non ce ne ha consegnate tracce bastevoli. Un film"altro"rispetto al romanzo, non particolarmente gradito al grande scrittore Gadda, ma godibile in sé, purché non lo si esamini troppo a fondo e non lo si confronti troppo fortemente con il testo letterario di partenza. El Gato
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