Film drammatico con sullo sfondo il mondo del rugby professionistico e la classe proletaria inglese dei primi anni ’60.
La pellicola è il primo lungometraggio dell’anticonformista autore britannico Lindsay Anderson, nonché l’opera che permetterà la consacrazione come interprete a Richard Harris, autore di una prova generosa, da autentico mattatore, agevolata nella sua buona riuscita dalle affinità che lo stesso Harris aveva col personaggio interpretato, irrequieto e guascone come il grande attore irlandese.
L’opera di Anderson risulta molta impegnativa psicologicamente ed impegnata anche in questioni di interesse sociale, iscrivendosi così a pieno titolo nel filone della nuova cinematografia britannica di quegli anni (Free Cinema), di cui presenta gli elementi più caratterizzanti, e di cui gli stessi Anderson ed Harris erano due dei massimi esponenti.
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Film drammatico con sullo sfondo il mondo del rugby professionistico e la classe proletaria inglese dei primi anni ’60.
La pellicola è il primo lungometraggio dell’anticonformista autore britannico Lindsay Anderson, nonché l’opera che permetterà la consacrazione come interprete a Richard Harris, autore di una prova generosa, da autentico mattatore, agevolata nella sua buona riuscita dalle affinità che lo stesso Harris aveva col personaggio interpretato, irrequieto e guascone come il grande attore irlandese.
L’opera di Anderson risulta molta impegnativa psicologicamente ed impegnata anche in questioni di interesse sociale, iscrivendosi così a pieno titolo nel filone della nuova cinematografia britannica di quegli anni (Free Cinema), di cui presenta gli elementi più caratterizzanti, e di cui gli stessi Anderson ed Harris erano due dei massimi esponenti.
Le atmosfere e le ambientazioni sono molto inglesi e vengono rese con apprezzabile realismo. La rappresentazione data dal contestatore Anderson della società inglese e dell’ambiente sportivo è molto cruda: l’autore non fa certo sconti, sembrando addirittura irriverente a tratti.
Tra gli interpreti, oltre al già citato Harris, si ricordano Rachel Roberts, nella parte femminile di maggior rilievo, ed il bravo caratterista Colin Blakely.
Apprezzabile la scelta narrativa di ricorrere al sistema dei flashback per oltre la metà del film.
Ottime musiche, molto potenti e di grande effetto.
C’è qualche lungaggine di troppo, la pellicola poteva essere accorciata senza che ne restasse intaccata la forza espressiva né tantomeno venisse compromessa la godibilità della storia.
Molte ben girate le sequenze in cui vengono inscenate fasi delle partite di rugby.
Finale cupo e non facile da decifrare.
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