michele75roma
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venerdì 6 luglio 2007
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carlo e silvia
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Si tratta del primo, vero passaggio di Carlo Verdone dall'"infanzia" dei suoi primi film macchiettistici, all'"età adulta" dei suoi film successivi, più introspettivi e volti alla risata sardonica e cattivella piuttosto che a quella sguaiata dei primi anni. Ed è anche la conferma che quando si sa ben dirigere, anche attrici normalmente non eccelse possono brillare per bravura, simpatia, estrosità e brio, ed è il caso di Ornella Muti, sulla cui interpretazione è giocata buona parte della riuscita del film, e che non a caso con questo film ha raccolto numerosi riconoscimenti (ciack d'oro, nastro d'argento ecc...). Merito come detto di Verdone regista, ma anche di Verdone sceneggiatore, (insieme da Benvenuti e De Bernardi): la storia non è affatto banale e solo in un per un attimo poco verosimile (quando lasciano l'aeroporto di Budapest con il bimbo nel borsone.
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Si tratta del primo, vero passaggio di Carlo Verdone dall'"infanzia" dei suoi primi film macchiettistici, all'"età adulta" dei suoi film successivi, più introspettivi e volti alla risata sardonica e cattivella piuttosto che a quella sguaiata dei primi anni. Ed è anche la conferma che quando si sa ben dirigere, anche attrici normalmente non eccelse possono brillare per bravura, simpatia, estrosità e brio, ed è il caso di Ornella Muti, sulla cui interpretazione è giocata buona parte della riuscita del film, e che non a caso con questo film ha raccolto numerosi riconoscimenti (ciack d'oro, nastro d'argento ecc...). Merito come detto di Verdone regista, ma anche di Verdone sceneggiatore, (insieme da Benvenuti e De Bernardi): la storia non è affatto banale e solo in un per un attimo poco verosimile (quando lasciano l'aeroporto di Budapest con il bimbo nel borsone...). Grandi meriti vanno riconosciuti anche ad un cast di comprimari tutti notevoli (Mariangela Giordano in primis). Il film è stato uno dei maggiori incassi della stagione 1987-88, distribuito dalla Fin.Ma.Vi. di Cecchi Gori
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nino & salvatore p.
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domenica 1 marzo 2009
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inizia il nuovo ciclo verdoniano
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A differenza delle precedenti pellicole nelle quali la caratterizzazione del personaggio era predominante e intorno alla quale ruotava la storia, con "Io e mia sorella" Verdone inaugura un nuovo ciclo nel quale il protagonista diventa per la prima volta in funzione della storia. Verdone, infatti, con la trama esprime un concetto particolarmente riflessivo che si estrinseca in un finale nel quale due fratelli, anche se aventi un carattere diverso e spesso in contrasto tra loro, alla fine si ritroveranno insieme, manifestando l'importanza che ha il legame di sangue tra essi anche se uno dei due dovrà sacrificare il proprio matrimonio. Piacevole scoperta dell'attrice Elena Sofia Ricci e conferma della bravura di Ornella Muti, nonché un elogio a Verdone che esordisce coraggiosamente con un personaggio unico e senza la sua irresistibile capacità di cammuffamenti caratteriali.
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luca scialò
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giovedì 7 gennaio 2010
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due personaggi perfetti per verdone e la muti
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Un fratello e una sorella agli antipodi a livello caratteriale si ritrovano dopo anni in occasione della perdita della madre, e si troveranno da lì a percorrere insieme una serie di disavventure, scoprendo un indissolubile legame di sangue che va al di là di caratteri così diversi.
Verdone e la Muti duettano bene, soprattutto perchè il regista romano è riuscito a cucirsi addosso e cucire addosso alla bella attrice, due ruoli molto rispecchianti il loro modo naturale di essere, nonchè i personaggi solitamente a loro attribuitigli in vari film precedenti: Verdone imbranato, ansioso e abitudinario, la Muti un uragano che trascina con la sua bellezza.
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Un fratello e una sorella agli antipodi a livello caratteriale si ritrovano dopo anni in occasione della perdita della madre, e si troveranno da lì a percorrere insieme una serie di disavventure, scoprendo un indissolubile legame di sangue che va al di là di caratteri così diversi.
Verdone e la Muti duettano bene, soprattutto perchè il regista romano è riuscito a cucirsi addosso e cucire addosso alla bella attrice, due ruoli molto rispecchianti il loro modo naturale di essere, nonchè i personaggi solitamente a loro attribuitigli in vari film precedenti: Verdone imbranato, ansioso e abitudinario, la Muti un uragano che trascina con la sua bellezza.
Commedia gradevole, ma in fondo anche amara. Come del resto sovente sono i film di Verdone.
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lucascialo
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domenica 21 ottobre 2018
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sorella combinaguai travolge vita di un musicista
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Carlo (interpretato da Verdone) è un tranquillo musicista, suonatore di clarinetto, sposato con Serena (Elena Sofia Ricci), anch'ella mite musicista, violinista. Vivono entrambi nella tranquilla Spoleto, finché la loro vita non viene stravolta dall'arrivo della sorella di lui, Silvia (Ornella Muti). Tornata a Spoleto per la dipartita della loro madre.
Da allora, Silvia stravolgerà le loro tranquille vite, con una serie di guai. Ai quali Carlo tenterà di riporre con grandi difficoltà rimedio. Ma la sua mite vita privata, cambierà irrimediabilmente.
Carlo Verdone dà il via ad una serie di film nei quali si contrappone a una donna che gli porta scompiglio e nevrosi.
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Carlo (interpretato da Verdone) è un tranquillo musicista, suonatore di clarinetto, sposato con Serena (Elena Sofia Ricci), anch'ella mite musicista, violinista. Vivono entrambi nella tranquilla Spoleto, finché la loro vita non viene stravolta dall'arrivo della sorella di lui, Silvia (Ornella Muti). Tornata a Spoleto per la dipartita della loro madre.
Da allora, Silvia stravolgerà le loro tranquille vite, con una serie di guai. Ai quali Carlo tenterà di riporre con grandi difficoltà rimedio. Ma la sua mite vita privata, cambierà irrimediabilmente.
Carlo Verdone dà il via ad una serie di film nei quali si contrappone a una donna che gli porta scompiglio e nevrosi. La prima della serie è la bellissima Ornella Muti, all'epoca all'apice della carriera. Un'altra bella del cinema italiano, la Ricci, fa invece da controparte seriosa e moderata.
Ne viene fuori un film gradevole, rilassante ma al contempo ricco di colpi di scena e gang divertenti. Verdone mette su il solito personaggio imbranato che deve fronteggiare una donna instabile e reazionaria nei confronti di una vita calma che proprio nella quale proprio non si vede.
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enzo70
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martedì 24 novembre 2020
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un fratello ed una sorella agli antipodi
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Carlo è un uomo semplice, un musicista d’orchestra sposato con una collega. Assiste a madre con amore e al suo capezzale le assicura che si sarebbe preso cura della sorella, Silvia, da tempo lontana, che arriva giusto in tempo per il funerale. E da subito il film prende il suo registro, un uomo abitudinario e una sorella che vive la sua vita senza regole. Un film classico per il Verdone della fine degli anni Ottanta, anche se probabilmente è uno dei film meno riusciti del grandissimo Carlo. La bellezza di Ornella Muti non supplisce ad una recitazione troppo uguale a sé stessa e anche Verdone ne risente. Si sorride certo, ma non si ride e la storia stenta a decollare, probabilmente perché troppo scontata.
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Carlo è un uomo semplice, un musicista d’orchestra sposato con una collega. Assiste a madre con amore e al suo capezzale le assicura che si sarebbe preso cura della sorella, Silvia, da tempo lontana, che arriva giusto in tempo per il funerale. E da subito il film prende il suo registro, un uomo abitudinario e una sorella che vive la sua vita senza regole. Un film classico per il Verdone della fine degli anni Ottanta, anche se probabilmente è uno dei film meno riusciti del grandissimo Carlo. La bellezza di Ornella Muti non supplisce ad una recitazione troppo uguale a sé stessa e anche Verdone ne risente. Si sorride certo, ma non si ride e la storia stenta a decollare, probabilmente perché troppo scontata. Uno dei film meno riusciti non significa un brutto film, perché gli standard di Verdone sono altissimi. E io ho deciso di rivederli tutti in occasione dei suoi 70 anni. Partendo, probabilmente, dal peggiore.
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