lizzy
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giovedì 14 luglio 2022
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tale padre tale figlio???
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E' certo vero: De Niro ad un certo punto della sua vita si è realmente "buttato via".
Ha preferito la quantità alla qualità e questo, forse, ha fatto più male a noi spettatori che a lui.
Viene a questo punto in mente altre carriere celebri constellate di "cadute", come Franca Valeri (La signora gioca bene a scopa?), come Walter Chiari (Tre sotto il lenzuolo), come Johnny Dorelli (svariati film "pecorecci") tanto per citare, nelle parentesi, solo alcuni esempi...
Sicuramente voi direte: "ma quelli non sono De Niro", ma.
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E' certo vero: De Niro ad un certo punto della sua vita si è realmente "buttato via".
Ha preferito la quantità alla qualità e questo, forse, ha fatto più male a noi spettatori che a lui.
Viene a questo punto in mente altre carriere celebri constellate di "cadute", come Franca Valeri (La signora gioca bene a scopa?), come Walter Chiari (Tre sotto il lenzuolo), come Johnny Dorelli (svariati film "pecorecci") tanto per citare, nelle parentesi, solo alcuni esempi...
Sicuramente voi direte: "ma quelli non sono De Niro", ma...chi è poi De Niro?
Se un attore, pure ben pagato e di successo, si abbassa ad un certo punto della carriera ad accettare certe boiate poi forse quel gran attore non è.
Ma qua non parliamo delle boiate accettate da De Niro, ma di questo "Being Flynn".
Un film sicuramente crudo, sicuramente pesante, sicuramente poco propenso alla "cassetta".
Un lavoro dove è facile, ad un certo punto, confondere le due anime: chi è il padre e chi il figlio?
La dove il figlio dovrebbe essere un aiuto al padre si dimostra, esattamente come il genitore, così fragile da rischiare di cadere nello stesso circolo vizioso.
E perchè, avendo un esempio così chiaramente "da non seguire" il ragazzo ci finisce dentro quasi con tutte le scarpe?
Colpa del DNA? O lui vorrebbe espiare le colpe del, tanto maldestro quanto insufficiente, genitore?
Non aiuta la madre, anche lei non messa bene psicologicamente: una madre che si "estrinseca" fra un partner ed un altro per, alla fine, non ritrovarsi più nemmeno con se stessa finendo per cedere al minimo segno di rappresaglia (le parole scritte del figlio su di lei...).
Sicuramente si sarebbe potuto far meglio in questo film, ma forse è proprio la sua scarnezza, la sua atroce realtà, la nuda cronaca di un disagiato disadattato che qua sembra fare la "copia conforme" del George di "Gli Invisibili" (con un bravissimo Richard Gere), tranne poi dividersi nel momento del rapporto con gli eredi (tanto strafottente il personaggio di De Niro quanto accomodante quello di Gere).
Si, certo, "Being Flynn" è un film scomodo.
Scomodo perchè ci notifica quel che siamo veramente: anime appese ad un filo tanto sottile da esser quasi invisibile che sarebbe la nostra mente.
Filo che basta poco ad esser spezzato.
E a noi non piace veder sceneggiati i nostri limiti.
Insomma, bravi tutti, ma...
forse quell'happy ending stona un pochino, non credete???
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enzo70
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domenica 27 settembre 2020
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la difficile costruzione del rapporto con il padre
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Robert De Niro riesce a dare un senso a tutto, anche ad una figura che un senso non l’avrebbe, quella di un padre alcolizzato che ha lasciato la moglie ed il figlio quando questo era ancora piccolo. Un padre che ritrova il figlio quando ormai è orfano, di un padre che non ha mai avuto e di una madre morta suicida. La ricostruzione del rapporto tra un ragazzo problematico ed un padre che è un problema viene condotta sulla base di equilibri fragilissimi, come tutte le ricostruzioni. Il risultato è un bel film che esalta, comunque, la capacità dell’intero cast ed è gradevole per lo spettatore. Perché la vita non è semplice, ma è un dono per il quale è necessario combattere.
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Robert De Niro riesce a dare un senso a tutto, anche ad una figura che un senso non l’avrebbe, quella di un padre alcolizzato che ha lasciato la moglie ed il figlio quando questo era ancora piccolo. Un padre che ritrova il figlio quando ormai è orfano, di un padre che non ha mai avuto e di una madre morta suicida. La ricostruzione del rapporto tra un ragazzo problematico ed un padre che è un problema viene condotta sulla base di equilibri fragilissimi, come tutte le ricostruzioni. Il risultato è un bel film che esalta, comunque, la capacità dell’intero cast ed è gradevole per lo spettatore. Perché la vita non è semplice, ma è un dono per il quale è necessario combattere.
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elgatoloco
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giovedì 21 maggio 2020
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pseudoscrittore e figlio in bilico
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"Being Flynn"(Paul Weisz, anche sceneggiatura dal libro autobiografico di Nick Flynn, 2012)è un film problematico ma intelligente, che ci mette di fronte a una realtà dolente, altrimenti"olvidada"-"forgotten"-forclusa non a caso. IL padre, Johnthan Flynn, si crede un grande scrittore, degno se non migliore di Salinger, mentre è un tassista fallito, con grandi problemi di sopravvienza, che dopo anni ritrova il figlio , che lavora in un centro per senzatetto, di cui il padre, sempre più derelitto, diviene ospire fisso, finché ne viene espulso per schiamazzi e insulti vari(tra l'altro è razzista e omofobo), mentre il figlio, che nella sua vita è stato sommerso da lettere paterne, non l'ha mai conosciuto(la madre, che lavorava regolarmenete, ha avuto vari amanti, ma alla fine si era suicidata): La"dark America", il volto nascosto della Big Apple, in questo film che ci dà un ritratto impietoso di quanto volutamente è sommerso-"messo fra parentesi", con sequenze, soprattutto notturene ma non solo, che"illuminano"(lo dico ossimoricamente)uan realtà terribile, quella degli esclusi, nella quale si"annida"qualcuno che questi stessi ospiti li vorrebbe forse sopprimere o far morire di stenti.
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"Being Flynn"(Paul Weisz, anche sceneggiatura dal libro autobiografico di Nick Flynn, 2012)è un film problematico ma intelligente, che ci mette di fronte a una realtà dolente, altrimenti"olvidada"-"forgotten"-forclusa non a caso. IL padre, Johnthan Flynn, si crede un grande scrittore, degno se non migliore di Salinger, mentre è un tassista fallito, con grandi problemi di sopravvienza, che dopo anni ritrova il figlio , che lavora in un centro per senzatetto, di cui il padre, sempre più derelitto, diviene ospire fisso, finché ne viene espulso per schiamazzi e insulti vari(tra l'altro è razzista e omofobo), mentre il figlio, che nella sua vita è stato sommerso da lettere paterne, non l'ha mai conosciuto(la madre, che lavorava regolarmenete, ha avuto vari amanti, ma alla fine si era suicidata): La"dark America", il volto nascosto della Big Apple, in questo film che ci dà un ritratto impietoso di quanto volutamente è sommerso-"messo fra parentesi", con sequenze, soprattutto notturene ma non solo, che"illuminano"(lo dico ossimoricamente)uan realtà terribile, quella degli esclusi, nella quale si"annida"qualcuno che questi stessi ospiti li vorrebbe forse sopprimere o far morire di stenti. "Si viene al mondo per aiutare gli altri", ripete in continuazione Jonathan....dove chi ha maggiormente bisogno d'aiuto, in realtà, è lui stesso,Paradosso nel paradosso, Nick Flynn, che era divenuto quasi un tossicomane, nel 2000 esordiva, dopo essersi"rimesso in carregiata"con un libro di poesie pluripremiato, dove il padre, che si crede un genio della poesia e della letteratura, crede di riconoscere la vena ereditaria da lui lasciata... Dolente Robert De Niro, che con questo film ha dato certamente una delle migliori interrpretazioni in età, diciamo così, "adulta", ma il figlio reso da Paul Dano, non è meno bravo, mentre Julianne Moore, nella parte della madre fornisce a sua volta un ritratto denso e malinconico di ciò che si definisce, generalmente e spesso molto genericamente"depressione", sneza in relatò riuscire a identificare la cosa, l'"oggetto della cosa", come ben noto. Olivia Thirlby, dal canto suo è la fidanzata di Nick, che con lo stesso viene ad aver un rapporto ovviamente difficile. Esempio di film veramente"problematico", ma che non concede nulla né al larmoyant né a quanto è corrivo e retorico-consolatorio. El Gato
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leonka
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martedì 12 maggio 2020
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una bella storia
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Forse per me era la serata giusta ma ho trovato questo film molto bello e toccante. Gli vorrei dare 5 stelle, forse non è un capolavoro ma poco ci manca. Una grande regia e sceneggiatura hanno completato la recitazione oserei dire perfetta di De Niro e degli altri attori. Poesia pura!!!!!!!
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darkovic
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venerdì 11 settembre 2015
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clochard
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un bel film ,che mette al centro la condizione critica di molte persone che per scelta o necessita.sono costretti a rivolgersi a centri di accoglienza e aiuto ed anche la scelta di lavorarci,che puo'portare alla rinascita umana
buone le interpretazioni e la sceneggiatura
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donni romani
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domenica 9 settembre 2012
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un deniro dolente ma mai domo
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Conoscendo la bulimia cinematografica che ha assalito Robert De Niro negli ultimi anni e che lo ha portato ad interpretare in modo svogliato pellicole al limite dell'imbarazzante è con un certo scetticismo che si approcciano i nuovi titoli che lo riguardano. Being Flynn però ha uno spessore toccante e dolente che gli permette di aderire alla sceneggiatura con maggiore credibilità. Il personaggio di De Niro, Jonathan Flynn è un taxista newyorkese rancoroso verso tutto e tutti - impossibile non pensare a Travis Bickle in alcune scene in cui guarda con disgusto i suoi passeggeri - che per tutta la vita ha ostinatamente scritto il "romanzo dei romanzi", il capolavoro della letteratura americana che solo per la miopia delle case editrici ancora non è diventato un best seller.
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Conoscendo la bulimia cinematografica che ha assalito Robert De Niro negli ultimi anni e che lo ha portato ad interpretare in modo svogliato pellicole al limite dell'imbarazzante è con un certo scetticismo che si approcciano i nuovi titoli che lo riguardano. Being Flynn però ha uno spessore toccante e dolente che gli permette di aderire alla sceneggiatura con maggiore credibilità. Il personaggio di De Niro, Jonathan Flynn è un taxista newyorkese rancoroso verso tutto e tutti - impossibile non pensare a Travis Bickle in alcune scene in cui guarda con disgusto i suoi passeggeri - che per tutta la vita ha ostinatamente scritto il "romanzo dei romanzi", il capolavoro della letteratura americana che solo per la miopia delle case editrici ancora non è diventato un best seller. Un passato in carcere e un presente senza casa e senza futuro costringono Jonathan a ricontattare il figlio Nick, abbandonato insieme alla moglie anni prima, cresciuto insicuro e segnato dal suicidio della madre, che lavora come volontario in un rifugio per homeless. Ed è lì che saltuariamente Nick e Jonathan si incontrano, e si scontrano, la personalità debordante e quasi maniacale di Jonathan ad aggredire, a ferire, e quella mite e inquieta di Nick a subire, a resistere. La mania di grandezza di Jonathan è però compensata da una immensa dignità e da un'ostinazione a vivere con fierezza che lo fa vagare per le strade al gelo senza arrendersi, e che fa sopportare a Nick i suoi eccessi, le intemperanze e le assenze. Dovranno allontanarsi per ritrovare ognuno il proprio equilibrio e la scena finale in una libreria, dove Nick legge brani del libro che ha scritto - e lui sì, al contrario del padre pubblicato - ha un tasso di tensione emotiva di altissimo livello e l'ultima battuta di De Niro e il suo ultimo sguardo ci restituiscono l'attore che conosciamo e amiamo. Un film dolente, con due protagonisti provati dalla vita, che si piegano, e si spezzano - Nick dopo aver rincontrato il padre inizia una china autodistruttiva pericolosa e quasi auto indulgente da cui uscirà solo dopo aver toccato il fondo della dipendenza da alcool e droga - ma che scava nel fallimento personale con coraggio e onestà consegnandoci uno spaccato del mondo degli emarginati mai edulcorato e mai pietistico. Il film è tratto dal libro autobiografico di Nick Flynn "Another Bullshit Night in Suck City" e le dinamiche padre figlio sono per questo sincere e scarnificate, dando alla malinconia e alla rabbia dei protagonisti un emozionante terreno in cui crescere. In più De Niro si concede una scena gigionesca in cui, in uno dei suoi deliri razziali, dichiara con furore che odia le nere e che non riuscirebbe neanche a baciarne una. Farà sorridere chiunque conosca la sua vita privata.
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