fabrizio friuli
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sabato 2 settembre 2023
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il servitore che diventa ( brevemente ) padrone.
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La ricca e pomposa Raffaella Pavone Lanzetti è la consorte di un ricco lavoratore che le permette di avere una vita da " baronessa " priva di qualsivoglia responsabilità, infatti, lei ed altre donne del suo livello trascorrono un giorno di vacanza al mare su uno yacht prendendo il sole di giorno e giocando a carte di notte, e trattano con scarsa riverenza i marinai che si occupano delle loro mansioni sullo yacht, uno di questi " servitori " si chiama Gennaro Carunchio, un marinaio siciliano comunista e primordiale che osserva con malcelato disprezzo i ricchi e i potenti come loro. Una mattina Raffaella e Gennaro devono raggiungere una grotta con una barca a motore, tuttavia, il motore si guasta e dopo alcuni giorni finiscono su un' isola disabitata e " isolata " e lì, Gennaro Carunchio, abbandona la signora Raffaella fin quando lui stesso non decide di vendicarsi di lei, facendo diventare la padrona servitrice e lui stesso, il suo padrone.
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La ricca e pomposa Raffaella Pavone Lanzetti è la consorte di un ricco lavoratore che le permette di avere una vita da " baronessa " priva di qualsivoglia responsabilità, infatti, lei ed altre donne del suo livello trascorrono un giorno di vacanza al mare su uno yacht prendendo il sole di giorno e giocando a carte di notte, e trattano con scarsa riverenza i marinai che si occupano delle loro mansioni sullo yacht, uno di questi " servitori " si chiama Gennaro Carunchio, un marinaio siciliano comunista e primordiale che osserva con malcelato disprezzo i ricchi e i potenti come loro. Una mattina Raffaella e Gennaro devono raggiungere una grotta con una barca a motore, tuttavia, il motore si guasta e dopo alcuni giorni finiscono su un' isola disabitata e " isolata " e lì, Gennaro Carunchio, abbandona la signora Raffaella fin quando lui stesso non decide di vendicarsi di lei, facendo diventare la padrona servitrice e lui stesso, il suo padrone.
Anche se il titolo del film è come uno scioglilingua, è comunque un lungometraggio italiano di un livello elevato, anche se la prima parte risulta essere poco scorrevole, nonostante il personaggio femminile principale esponga senza freni inibitori il lato oscuro del Comunismo, che le odia morbosamente ( e in un certo senso, non ha torto ), tuttavia, il fatto che lei tratti male i lavoratori più umili , non è affatto giusto, addirittura, lei protesta quando vede le loro magliette sudate ( sebbene sia normale che gli indumenti estivi, indossati dai lavoratori , siano pervasi dalle macchie di sudore ) , ovviamente, la regista del film ha fatto di tutto per rendere il personaggio interpretato da Mariangela Melato un ' insopportabile " signora " italiana che guarda quasi tutto con disgusto, però, in una scena, dimostra di avere una coscienza : quando vede Gennaro Carunchio uccidere selvaggiamente un coniglio, rimane particolarmente turbata dall' atto crudele ( dovuto alla sopravvivenza ), ma durante la loro vita da naufraghi, Raffaella Pavone Lanzetti sembra essere ceduta al " fascino primordiale e selvaggio " del marinaio siciliano Gennaro Carunchio, interpretato da Giancarlo Giannini. Il personaggio maschile appare come la punta di diamante della pellicola, perché quando impreca o assume delle smorfie particolari, riesce a diventare un personaggio buffonesco in grado di far ridere, senza apparire come uno stereotipo, dato che Gennaro Carunchio non consiste in un becero stereotipo, è un personaggio volutamente ignorante e primordiale,,anche se lui risulta essere più primordiale che ignorante, perché lui stesso afferma che la donna deve essere la servitrice dell' uomo o peggio, l' oggetto del suo " piacere " , però si tratta della sua mentalità retrograda, il maschilismo non è una parte del film, perché il film tratta principalmente la diversità dei ricchi e dei poveri, la parità dei sessi è un dettaglio da non prendere in considerazione. Chiusa questa parentesi, i due personaggi principali a modo loro, sono entrambi molto divertenti, sebbene la voce di Raffaella Pavone Lanzetti in alcuni momenti sia fastidiosa come il graffio su una lavagna, o meglio, la sua voce è come un graffio sulla lavagna. Tra l'altro, pur trattandosi di una commedia, il finale del lungometraggio è alquanto tragico: Raffaella Pavone Lanzetti abbandona Gennaro Carunchio e lui stesso ha voluto abbandonare l' isola per scoprire se lei lo ama sinceramente, e quindi, con disperazione, Gennaro Carunchio impreca contro di lei dicendo che lui non si sarebbe mai dovuto fidare di una " ricca " ( in quella scena, l' interpretazione di Giancarlo Giannini è stata simile all' interpretazione di Marlon Brando nel film Un tram che si chiama Desiderio ) ed oltre al danno del cuore infranto, è arrivata anche la beffa : la servile moglie di Gennaro Carunchio ha scoperto che lui l' ha tradita e quindi, con estrema collera, gli dice di stare lontano da lei e dalla famiglia che " avevano ".
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elgatoloco
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venerdì 24 dicembre 2021
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ottimo film"paradossale"di lina wertmueller
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"Travolti da un insolito destino nell'azzurzo mare d'agosto"(LIna Wermueller, anche soggetto e sceneggiautra, 1974)è esemplare esempiO(mi scuso per la peraltro voluta iterazione-accentuazione)del cienma di una vera artista, che oggi commemoriamo, come noto. Film comico, ma non solo, parla dell'innamoramento controverso di una tychoon, decisamente di destra, milanese, per un rozzo marinaio siculo, comunista, dove però il finale riserva varie soprese, con la donna che torna ipocritamente dal marito e come è costretto a fare, altrettanto ipocritamente, l'"amante d'un giorno"(o poco pi§9il marinaio, costretto a venire poi a patti con la moglie che ha capito tutto.
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"Travolti da un insolito destino nell'azzurzo mare d'agosto"(LIna Wermueller, anche soggetto e sceneggiautra, 1974)è esemplare esempiO(mi scuso per la peraltro voluta iterazione-accentuazione)del cienma di una vera artista, che oggi commemoriamo, come noto. Film comico, ma non solo, parla dell'innamoramento controverso di una tychoon, decisamente di destra, milanese, per un rozzo marinaio siculo, comunista, dove però il finale riserva varie soprese, con la donna che torna ipocritamente dal marito e come è costretto a fare, altrettanto ipocritamente, l'"amante d'un giorno"(o poco pi§9il marinaio, costretto a venire poi a patti con la moglie che ha capito tutto...Film comico mai dalla componente fortemente politica, dove LIna Wertmu"ller sorride, certo non parteggiando per la donna reazionaria, ma non sposando in toto le posizioni del comunista(credo fosse di orientamento socialista, la "LIna nazionale"), rimane un esempio di un cinena anche psicologico, dove qui è lo"stordimento"dato un incidente meccnico(la braca arenata), dal caldo agostano.ferragosano, dal mare e da altre circostanze, che sarebbero da enumerare per filo e per segno, annoiando chi eventualnente legge, in breve da un"falling in love"che è più sessuale che amoroso("erotico", in questo senso, assumerrbb un significato"mediano")che vale come uno shock, come un evento post.traumatico, venendo a costituire un""anomlia poltica"palese. Decisamente uno sbelrleffo a atteggiamenti troppo seriosi(ben più che"seri"9nella vita polittica, dove la regista..autrice gioca forse più che in film precedenti("Mimi metallurgico"è comunque altra cosa)e successivi, "Tracvolti..."(la lunghezza die titoli diviene una caratteristica, quasi crux et delitia, per non dire talora crux sine delitia, per la"lina nazionale")rimane un unicum irripetibile, dove il tentativo di remake"Sweept Away"(Guy Ritchie, con Madonna e Adirano Giannini, figlio di GInacarlo, 2002, non ha avuto assolutamente nè successo di pubblico nè riconoscimento critico). QU invece, nel film"capostipite", Marinagela Melato e Giannini, ovviamente anche e soprattutto per meito della reigsta, danno una prova eccelsa come interpreti, chiaramente"irripetibile"in un remake in complesso freddo, troppo"yankee"... El Gato
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marcobrenni
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sabato 15 agosto 2020
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capolavoro di recitazione soprattutto
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L'ho rivisto il 14 agosto 2020 in TV, ed è un film che non invecchia mai con gli anni, né perde di senso e di valore. Ricorda un periodo ove la classe chic borghese parlava con la R moscia e se la tirava come non mai, mentre il proletariato arrancava frustrato dalle sopercherie esibizioniste dell' '"upper class". Riflette in pieno il clima degli anni'70 ove ci fu una nuova fiammata di lotta di classe, oggi ormai quasi spenta: non perché non ci siano più in giustizie sociali, anzi (!), ma perché il cosidetto proletariato appare disorientato fra sinistra e destra: infine deluso dalle troppe chiacchiere intellettuali della sinistra, oggi sovente vota la Lega di Salvini.
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L'ho rivisto il 14 agosto 2020 in TV, ed è un film che non invecchia mai con gli anni, né perde di senso e di valore. Ricorda un periodo ove la classe chic borghese parlava con la R moscia e se la tirava come non mai, mentre il proletariato arrancava frustrato dalle sopercherie esibizioniste dell' '"upper class". Riflette in pieno il clima degli anni'70 ove ci fu una nuova fiammata di lotta di classe, oggi ormai quasi spenta: non perché non ci siano più in giustizie sociali, anzi (!), ma perché il cosidetto proletariato appare disorientato fra sinistra e destra: infine deluso dalle troppe chiacchiere intellettuali della sinistra, oggi sovente vota la Lega di Salvini. E poi il proletario ora non sente più di appartenere ad una sottoclasse magari operaia, ma ambisce ad appartenere al comune ceto medio, anche se inferiore, che ormai fagocita quasi tutti noi, eccetto la ridotta schiera dei miliardari del tutto irraggiungibili. Lina Wertmüller ha dato briglia sciolta alla sua creatività, mettendo in luce non solo la lotta di classe, ma anche le frustrazioni sessuali cui la società quasi ci obbliga. Insomma l'amor bruto, quello scatenato che dà sfogo a tutte le fantasie sessuali represse, qui è messo in scena con rara maestria, anche se può urtare la nostra sensibilità egualitaria e "politicallay correct". Un film del genere oggi susciterebbe le ire delle femministe che non vogliono ammettere che le fantasie sessuali femminili spesso sono proprio quelle messa in scena tra il "Terrone" brutale e la signora milanese snob, isolati per caso dal resto del mondo su un atollo selvaggio. Insomma il luogo dove si può dare libero sfogo alla nostra repressa animalità! Eccellenti sia la Melato che Giannini per questo ruolo atipico, politicamente scorrettissimo (!) ma freudianamente molto sincero.
L'uomo macho dominatore-brutale ma poi anche tenero e la donna resa sottomessa dopo strenue lotte e botte da orbi, ma che finalmente vive appieno le sue fantasie sessuali proibite e represse. Ottimo non solo per la critica sociale, ma pure dal lato psicanalitico-psicologico del profondo. Forse c'è qualche brutalità e botta di troppo, ma tutto sommato è un gran film, molto sincero, divertente e fuori da ogni ipocrisia. Risulta infine evidente che la fusione fra classi sociali così diverse è del tutto impossibile, soprattutto se c'è di mezzo il grande privilegio e lo status sociale.
Marco Brenni
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elgatoloco
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lunedì 18 giugno 2018
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il fim ha avuto un remake, ma...
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"Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto"(1974, Lina Wertmueller)e non il remake di Guy Ritchie con Madonna, ossia meglio l'originale che la riproposizione(non copia,bisogna pur dirlo e riconoscerlo), con tanto di scontro ricchi noridici-.poveri"terroni", dove l'autrice, che partecipa, per origini e radicamento culturale, a entrambe le realtà(diciamo meglio a quella nord-sud, non avendo mai avuto, invece, problemi economici...che però sente, da persona di orientamento progressista)rivela in primis la bravura dei due contendenti. Mariangela Melato e Giancarlo Giannini che, pur essendo"nordico"in quegli anni(da"Mimì metallurgico"sempre della stessa regista-autrice in poi)impersonava sempre il"terrone", oltre a tutto"comunista".
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"Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto"(1974, Lina Wertmueller)e non il remake di Guy Ritchie con Madonna, ossia meglio l'originale che la riproposizione(non copia,bisogna pur dirlo e riconoscerlo), con tanto di scontro ricchi noridici-.poveri"terroni", dove l'autrice, che partecipa, per origini e radicamento culturale, a entrambe le realtà(diciamo meglio a quella nord-sud, non avendo mai avuto, invece, problemi economici...che però sente, da persona di orientamento progressista)rivela in primis la bravura dei due contendenti. Mariangela Melato e Giancarlo Giannini che, pur essendo"nordico"in quegli anni(da"Mimì metallurgico"sempre della stessa regista-autrice in poi)impersonava sempre il"terrone", oltre a tutto"comunista"... I due, con il mare d'agosto galeotto(azzurro sì, ma a tratti anche molto tempoestoso, con un ovvio rapporto natura-persone umane, di stampo chiaramente romantico e Wertmueller è di buone letture...)sono coinvolti sentimentalmente(amore e odio si scambiano i ruoli. "Omnia vincit amor"...), salvo che poi la vita borghese. Se il 1968 e dintorni aveva la sua epica, spesso abbastanza grottesca, con film come questo e pochi altri(quello citato, "AMore e anarchia"etc.sempre dell'autrice)ha avuto anche la sua commedia e la sua/invero benevola)farsa, con modalitò imprevedibili se non si conosce già il film, cosa difficile, viste la frequenza con la quale giustamente viene riproposto, Modelli recitativi e interpretativi da seguire e da studiare, soprattutto da parte di chi voglia accingersi alla sempre più difficile arte dell'attore/attrice... El Gato
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raffele
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martedì 15 agosto 2017
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formidabili quegli anni
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formidabili, perché c'era quello scontro di classe che sembrava vero e semplice, patrizi e plebei. perché il sangue del popolo era ancora rosso e forte, come sprizza dagli occhi di Giannini. quel popolo era genuinamente maschilista, come gli arabi di sempre, dai tempi di Cristo ad oggi. la Wertmuller sembra quasi compiacersi di quell'animale ignorante, chissà, forse perché era autentico, forte, a tratti epico. esisteva più dei ricchi come Raffaella, petulante, insopportabile, fragilissima al primo colpo di pietra di una situazione in cui i soldi non servono più. il vero uomo, la puttana, la madre di famiglia: era iniziata da poco la devastazione che li avrebbe sciolti nel nulla, che non è ancora compiuta del tutto, aleggiano come fantasmi.
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formidabili, perché c'era quello scontro di classe che sembrava vero e semplice, patrizi e plebei. perché il sangue del popolo era ancora rosso e forte, come sprizza dagli occhi di Giannini. quel popolo era genuinamente maschilista, come gli arabi di sempre, dai tempi di Cristo ad oggi. la Wertmuller sembra quasi compiacersi di quell'animale ignorante, chissà, forse perché era autentico, forte, a tratti epico. esisteva più dei ricchi come Raffaella, petulante, insopportabile, fragilissima al primo colpo di pietra di una situazione in cui i soldi non servono più. il vero uomo, la puttana, la madre di famiglia: era iniziata da poco la devastazione che li avrebbe sciolti nel nulla, che non è ancora compiuta del tutto, aleggiano come fantasmi. oggi non ci si può più consegnare all'ideologia per proteggersi in un panno caldo dalla paura che il mondo sia il regno del profitto e della forza. credo non ci sia dubbio che quando Gennarino maledice quel mare traditore "che una volta gli fu amico" vogliamo bene a lui e non a Raffaella, perché, l'ho già detto, lui, tutti quelli come lui e la loro cultura inossidabile esistevano veramente, dei ricchi come Raffaella esistevano i soldi, oggi restano le idee e principi da provare ad incarnare nelle genti ogni giorno, aumenta la la fatica del vivere. formidabili quegli anni per merito della Melato e di Giannini, attori stupendi.
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blackandwhite
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martedì 4 aprile 2017
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l'amore impossibile tra proletariato e borghesia
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Giannino è un proletario che s'innamora di una ricca e viziata borghese che prima lo aveva maltrattato e fatto oggetto di razzismo, complice un naufragio su un'isola deserta che improvvisamente li riporta alla natura ed annulla ogni differenza sociale tra di loro. All'inizio la maltratta, rinfacciandogli tutte le sue precedenti malefatte e cerca di diventare lui il padrone, ma in realtà il suo è un animo sensibile e la sostituzione non regge a lungo. Lui s'innamora di lei e lei non può resistergli. Ma il loro amore è destinato a morire non appena ritornano nella civiltà, come Giannino aveva sospettato sin dall'inizio, pur continuando ad illudersi che potesse andare diversamente.
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Giannino è un proletario che s'innamora di una ricca e viziata borghese che prima lo aveva maltrattato e fatto oggetto di razzismo, complice un naufragio su un'isola deserta che improvvisamente li riporta alla natura ed annulla ogni differenza sociale tra di loro. All'inizio la maltratta, rinfacciandogli tutte le sue precedenti malefatte e cerca di diventare lui il padrone, ma in realtà il suo è un animo sensibile e la sostituzione non regge a lungo. Lui s'innamora di lei e lei non può resistergli. Ma il loro amore è destinato a morire non appena ritornano nella civiltà, come Giannino aveva sospettato sin dall'inizio, pur continuando ad illudersi che potesse andare diversamente. Fino all'ultimo cerca di convincere la ragazza a tornare con lui sull'isola, ma lei alla fine preferisce la ricchezza all'amore e dimentica tutto quello che c'era stato tra loro. Giannino in definitiva non ci guadagna altro che dolore e rischia pure di perdere l'affetto della moglie per gelosia, quando questa viene a sapere quello che era successo sull'isola.
Il significato simbolico di tutto questo è chiaramente politico e sociale: si può tentare di far andare d'amore e d'accordo borghesia e proletariato, ma la distanza incolmabile che esiste tra loro farà fallire ogni sforzo: i valori del proletariato la borghesia non li comprende a causa della differenza di classe. Senza annullare questa differenza non è possibile una crescita spirituale e morale della borghesia. Il sistema delle classi è quindi il vero responsabile della mancanza di valori, delle vanità e dei vizi dei nuovi ricchi del capitalismo che hanno sostituito quelli della vecchia casta nobiliare. Una mera sostituzione che non ha visto alcun miglioramento della situazione sociale e una maggiore affermazione del principio di eguaglianza tra gli uomini.
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aristoteles
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giovedì 23 luglio 2015
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signor carunchio
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Ricca industriale del nord e grezzo marinaio del sud, nella vita di tuttti giorni lo status sociale e' chiaro e ben definito ma su un'isola deserta tutto cambia.
Comincia un'epica battaglia tra l'uomo e la donna.
Quando i due si confrontano il film raggiunge il suo apice.
Il finale e' epico.
Sia la Melato che Giannini regalano interpretazioni da premio nobel restituendo vigore al cinema italiano.
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-nuur-
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sabato 14 marzo 2015
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dopo film d'amore e d'anarchia, che delusione!
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Sono anni che sento parlare di questo film, probabilmente dopo tutti sti racconti e l'altro film del trio Melato-Giannin-Wertmuller, mi ero fatta troppe aspettative.
La caratterizzazione di entrambi è terribile, sono personaggi grotteschi, ma siccome sono pur sempre grandi attori il film va avanti. Sapevo che "Gerunchio" si prendeva la sua rivincita sull'isola. Non pensavo di assistere a quaranta minuti di calci, sberle, pugni, e tentativi di stupro. E come nella sindrome di Stoccolma, ovviamente la riccastra con la erre moscia si innamora follemente del suo persecutore, che non appena si alza l'elicottero, pensa bene di picchiare anche la moglie venuta ad abbracciarlo.
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Sono anni che sento parlare di questo film, probabilmente dopo tutti sti racconti e l'altro film del trio Melato-Giannin-Wertmuller, mi ero fatta troppe aspettative.
La caratterizzazione di entrambi è terribile, sono personaggi grotteschi, ma siccome sono pur sempre grandi attori il film va avanti. Sapevo che "Gerunchio" si prendeva la sua rivincita sull'isola. Non pensavo di assistere a quaranta minuti di calci, sberle, pugni, e tentativi di stupro. E come nella sindrome di Stoccolma, ovviamente la riccastra con la erre moscia si innamora follemente del suo persecutore, che non appena si alza l'elicottero, pensa bene di picchiare anche la moglie venuta ad abbracciarlo.
Se doveva essere un film a "favore del proletariato", l'idea è tremenda. Dal punto di vista artistico, i protagonisti son bravi, nulla da dire. C'è qualche punta comica e qualche bella nota di lirismo, ma, purtroppo, solo quando stanno zitti. Mi è venuto il dubbio che fosse davvero un film costruito ad hoc per le masse che allora affollavano i cinema, ragazzotti in libera uscita, emigrati interni, gente con le pezze al culo e una gran voglia di rivincita. Peccato che a me, donna di 40 anni dopo, un'ora di botte su una persona indifesa senza che sbuchi a un certo momento Benny Hill, sembrano tutto tranne che "commedia" o "film romantico".
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great steven
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lunedì 16 giugno 2014
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giannini & melato furiosi e scalmanati al mare.
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TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL'AZZURRO MARE D'AGOSTO (IT, 1974) diretto da LINA WERTMULLER. Interpretato da GIANCARLO GIANNINI – MARIANGELA MELATO – EROS PAGNI – RICCARDO SALVINO – ISA DANIELI
Un bieco marinaio meridionale e comunista deve subire su uno yacht privato le angherie di una ricca e arrogante signora milanese, che lo maltratta e lo sfrutta in ogni occasione, sollazzandosi con gli amici e trastullandosi con chiacchiere e baggianate politiche. Quando i due, a seguito di una gita in mare aperto, perdono il contatto con l’imbarcazione, rendono inutilizzabile il gommone di salvataggio e naufragano su un’isola deserta del Mediterraneo, lui ha l’occasione di ribaltare le posizioni e prendersi una rivincita su di lei, sfogandole addosso antiche frustrazioni sessuali e sociali.
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TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL'AZZURRO MARE D'AGOSTO (IT, 1974) diretto da LINA WERTMULLER. Interpretato da GIANCARLO GIANNINI – MARIANGELA MELATO – EROS PAGNI – RICCARDO SALVINO – ISA DANIELI
Un bieco marinaio meridionale e comunista deve subire su uno yacht privato le angherie di una ricca e arrogante signora milanese, che lo maltratta e lo sfrutta in ogni occasione, sollazzandosi con gli amici e trastullandosi con chiacchiere e baggianate politiche. Quando i due, a seguito di una gita in mare aperto, perdono il contatto con l’imbarcazione, rendono inutilizzabile il gommone di salvataggio e naufragano su un’isola deserta del Mediterraneo, lui ha l’occasione di ribaltare le posizioni e prendersi una rivincita su di lei, sfogandole addosso antiche frustrazioni sessuali e sociali. Ma il loro rapporto violento e carnale si trasforma ben presto in una passione focosa, che li vede innamorati e intenzionati a rimanere sull’atollo in compagnia di sé stessi senza bisogno di chiamare i soccorsi. Tuttavia, quando verranno recuperati, la donna preferirà reintegrarsi nelle proprie altolocate condizioni di aristocrazia e censo, lasciando il povero e ormai disincantato marinaio abbandonato e deluso. Già collaudata con successo un paio di volte – in Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Film d’amore e d’anarchia (1974) – la coppia Giannini/Melato funziona, specialmente nella sadomasochistica parte centrale, grazie all’energia virile, al linguaggio sciolto e all’affabilità recitativa di lui, controbilanciate dal vituperio, dalla spocchia e dalla meravigliosa disinibizione di lei. Un film tutto centrato sul rapporto uomo-donna in condizioni di vita estreme, affidate solo alla fatuità del caso, alla furia degli elementi naturali e ai rapporti che si capovolgono quando mancano i comfort sociali per imporre la tirannia a chi non può difendersi economicamente e socialmente parlando. La commedia si dipana scorrevolmente fra attacchi di comicità fisica e pirotecnica notevolmente potenti, lascive sequenze dove la corporeità la fa da padrone nella recitazione un po’ spinta ma per nulla volgare e momenti di bonaccia che è pronta ad esplodere restituendo il comando alla scatenata vitalità dei due interpreti che reggono la scena da soli per più del 50% della pellicola, come fossero su un palcoscenico allestito solo e unicamente per loro dove dominano il teatro con una parlantina micidiale e una foga invidiabile persino ai professionisti più eccelsi della parola. I difetti di Travolti sono invece riscontrabili nel lavoro di lima e nel controllo della materia: la Wertmüller, pur dirigendo con ardore e fervore la rappresentazione di una scenografia scabra ma comunque (e paradossalmente) ricca e produttiva, si lascia sfuggire il lavoro delle parti secondarie (affidate a bravi attori, ma che risultano comparsate mal piazzate e sottoutilizzate) senza approfondirne la natura e soprattutto senza sfruttarne appieno le qualità e le doti recitative; inoltre, la regista non imprime neanche stavolta un segno duraturo in quanto comprime il materiale narrativo sulle spalle dei due protagonisti sovraccaricandoli di un fardello troppo pesante e oneroso per innescare le risate fra il pubblico e non distribuisce i soggetti e i princìpi del divertimento in tutto l’ambiente in cui gira le sequenze (soprattutto l’isolotto deserto e selvatico), dimenticando di imprimere all’andamento dei fotogrammi uno scorrimento leggero e appetibile, tanto che il film risulta suddiviso in diversi spezzoni che fanno capolino ai sentimenti che intercorrono fra Giannini e la Melato, alla loro evoluzione da sensazioni di inimicizia e avversione a conati di forte passione e visceralità completa. Le musiche di Piero Piccioni (che vinsero anche un David di Donatello) fanno da ottima e magnifica cornice ai paesaggi del Mediterraneo splendidamente fotografati, e non manca neppure una buona scenografia che bacia e carezza le bellezze marine del nostro Paese e un montaggio professionale e acuto che non evita di ritagliarsi uno spazio espressivo molto eloquente che centra puntualmente il bersaglio. Nel complesso, tutt’altro che un disastro cinematografico, ma un po’ migliorabile con qualche attenzione in aggiunta.
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toty bottalla
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mercoledì 27 marzo 2013
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ironia, passione, rivincita e sconfitta!
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Un film diventato mito, ma si, chiamiamo le cose col loro nome, per citare una frase di giannini che insieme alla melato all'apice della sua bellezza, con la loro bravura reggono da soli il film che ha in se: ironia, passione, rivincita e sconfitta sociale. Saluti.
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