luca scialo
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domenica 30 aprile 2023
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tra il serio e il faceto 5 storie di vita nei taxi
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L'interessante e mai banale, seppur non impeccabile, regista Jim Jarmusch ci propone 5 storie ambientate in 5 città e 4 paesi diversi: Los Angeles, New York, Parigi, Roma e Helsinki. Nella Città degli angeli, una star del cinema vorrebbe arruolare una tassista che vede bene come caratterista per il suo atteggiamento. Nella Grande mela un immigrato dell'est Europa deve ancora imparare a guidare bene il suo Taxi, tanto che a farlo, mentre litiga con la cognata, sarà il suo cliente. Nella capitale della Moda, una cieca dà una lezione di vista al tassista dimostrando che in fondo lei ci veda meglio di lui. Nella capitale del Cinema un tassista racconta ad un vescovo le sue perversioni sessuali e questo si sentirà male ma per altri motivi.
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L'interessante e mai banale, seppur non impeccabile, regista Jim Jarmusch ci propone 5 storie ambientate in 5 città e 4 paesi diversi: Los Angeles, New York, Parigi, Roma e Helsinki. Nella Città degli angeli, una star del cinema vorrebbe arruolare una tassista che vede bene come caratterista per il suo atteggiamento. Nella Grande mela un immigrato dell'est Europa deve ancora imparare a guidare bene il suo Taxi, tanto che a farlo, mentre litiga con la cognata, sarà il suo cliente. Nella capitale della Moda, una cieca dà una lezione di vista al tassista dimostrando che in fondo lei ci veda meglio di lui. Nella capitale del Cinema un tassista racconta ad un vescovo le sue perversioni sessuali e questo si sentirà male ma per altri motivi. Infine, nella città scandinava, un tassista dà un passaggio a 3 ubriachi commuovendoli con la propria storia. Film gradevole, con ottimi interpreti, sebbene cali alla distanza. Con i primi due episodi che restano i migliori.
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nonnetti
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domenica 17 novembre 2019
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poesia
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Per me un cult, pura poesia, tutto in una lunga notte da ovest a est. Notte che racchiude un mondo altro, che all'alba scomprarirà come un sogno, lasciandoci sempre quella strana sensazione che tutto non sia davvero accaduto. Brevi Incontri casuali in mini-salotti in movimento per la città, sempre più deserta e onirica, che lasceranno il segno nella vita dei protagonisti. Fotografia indimenticabile e tanta dolce malinconia culminante con l'epifanico episodio finale.
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aldo marchioni
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lunedì 19 gennaio 2015
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dove non è vuoto è irritante
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Film a episodi, ogni epiusodio racconta di un viaggio in taxi, contemporaneamente in diverse città del mondo.
L'idea non è originalissima, ma, nelle mani di un regista dotato di idee avrebbe potuto funzionare.
Purtroppo, come al solito, Jim Jarmusch di idee ne ha una sola, ossia che è inutile fare film che non siano inutili.
Questo è peggio del solito, perchè, se fosse solo vuoto, pazienza: questo è francamente irritante.
Allora, primo episodio, Los Angeles. Inutile. Vuoto. Nessuna emosione, nessun sentimento, nesusn pensiero, niente. Jim Jarmusch al cento per cento.
Secondo episodio, New York: qui, qualcosa si muove.
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Film a episodi, ogni epiusodio racconta di un viaggio in taxi, contemporaneamente in diverse città del mondo.
L'idea non è originalissima, ma, nelle mani di un regista dotato di idee avrebbe potuto funzionare.
Purtroppo, come al solito, Jim Jarmusch di idee ne ha una sola, ossia che è inutile fare film che non siano inutili.
Questo è peggio del solito, perchè, se fosse solo vuoto, pazienza: questo è francamente irritante.
Allora, primo episodio, Los Angeles. Inutile. Vuoto. Nessuna emosione, nessun sentimento, nesusn pensiero, niente. Jim Jarmusch al cento per cento.
Secondo episodio, New York: qui, qualcosa si muove. Un briciolo di sentimento c'è, il vecchio clown che, senza saper guidare, si ricicla come tassista a New York, attira un po' di attenzione. Qualche briciolo di umorismo mi raggiunge.
Terzo episodio: Parigi. Incredibile, meglio ancora del precedente. Che Jim Jarmusch, finalmente, si sia messo a fare cinema, e non solo a riciclare in film la propria vuota depressione?
Quarto episodio: Roma. Tutto crolla. Benigni è spento. Solo Jim Jarmusch riesce a spegnere Benigni, se lo fa di proposito, è un genio. Ma temo che non sia volontario. Jarmusch è totalmente incapace di fotografare Roma. Riesce a farla sembrare brutta, squallida, vuota, priva di ogni interesse. Ci voleva un genio come Jarmush, per riuscire a tanto. Ma il peggio è che Roma, e l'Italia con essa, sono rappresentate come un paese sottosvluppato, le automobili sono vecchie carrette coperte di ruggine, per le strade si aggirano strani convogli composti da un'utilitaria che si tradcina dietro 3 o 4 carri stile vecchi zingari, o vecchio circo (mai visto niente di simile in Italia). I tassisti fumano impunemente nel loro proprio taxi, ignorando il divieto (e qui il pregiudizio al limite, ed oltre il limite, del razzismo di Jim Jarmush si rivela in tutta la sua squallida vacuità, la legge antifumo da noi vien applicata e rispettata), ed gli Italiani sono descritti come un poplo perennemente arrapato, tanto da fare non solo regolarmente sesso nelle pubbliche vie (la cosa è mostrata per ben due volte), ma, non avendo una cognata sotto mano, fanno sesso con zucche e con pecore. Questo episodio è odioso ed irritante, è un coacervo dei eggiori pregiudizi anti italiani, francamente dà il voltastomaco. Ritengo che dovrebbe essere buffo: non lo è. E' uno dei peggiori momenti di cinema che mi sia mai capitato di vedere, batte ampiamente le scollacciate serie dei Pierini che giravano da noi negli anni 70 e 80. Un vero orrore.
Quinto episodio: Helsinky. Credo dovrebbe essere una storia strappalacrime. In realtà, è talmente artefatta, da risultare ridicola. Veramente brutta. E falsa: chi scrive è padre di due bimbi nati molto prematuri, ha frequentato l'ambiente, ha visto altri genitori di bimbi a prematuri a rischio di vita, e sa pertanto che quanto scrive Jim Jarmush non sta nè in cielo nè in terra.
Avrei dato zero stelle, a questo orrore di film, ma non si può, zero stelle non fanno media.
guardatelo se, per quasiasi vostro motivo, avete bisogno di caricarvi di adrenalina da rabbia. In ogni altro caso, evitate questo schifo. Peggio del peggior Jarmush, che continua ad essere il peggior regista che mi sia mai capitato di incontrare. Vorrei qualificarlo con un'espressione più colorita, ma, se mi esprimessi sinceramente, questa recensione non potrbbe essere pubblicata.
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hatecraft
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venerdì 6 maggio 2011
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quattro vicende comunicanti si succedono una dopo l'altra rispettando il tempo più o meno diegetico. nelle ore piccole di quattro città rappresentanti ognuna un diverso aspetto urbano e sociale, si consumano nell'abitacolo di un taxi altrettanti sgangherati incontri che cambieranno se non altro la giornata dei protagonisti. in una fotografia calda e con delle luci che difficilmente si scorderanno, un'opera jarmusciana densa di quel surreale piglio umoristico esistenziale che contraddistigue le sue opere.
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(di aldo marchioni)
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marezia
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domenica 21 giugno 2009
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ditelo ai morandini
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Visto che i Morandini si permettono mi permetto anch'io e comincio col far notare il fil rouge che tiene insieme questi bizzarri incontri tra estranei: il caso. Sembrerà superfluo, quasi ridicolo ma è proprio su veicoli come questo che un'umanità varia ed eventuale, se così si può dire, si scontra e come ad uno specchio si contempla assorta in mille pensieri o si racconta approfittando del tempo condiviso con uno sconosciuto che non si rivedrà mai più. Quello che i Morandini hanno liquidato in un sommario riassunto che rappresenta un insulto anche all'italiano è vita: la vita di una giovane tassista che tentata da una agente cinematografica bella ma sola le dice di avere un sogno concreto che ha intenzione di perseguire con ottime probabilità di successo e per il quale è contenta di fare sacrifici; quella di un clown tedesco il quale improvvisatosi taxista troverà qualcuno che gli insegnerà i rudimenti del mestiere giocando in un'atmosfera rumorosa di ignoranza mattacchiona col suo nome ma non accettendo la stessa moneta e per di più in compagnia di una cognatina tutto pepe che però trasmetterà comunque al simpatico straniero l'idea di famiglia anche se molto sui generis; quella del giovane della Costa d'Avorio prima vittima del razzismo da parte di persone del suo stesso colore e dopo delle battute acide di una cieca che però dimostra un'apertura mentale estremamente profonda e singolare tanto da spiazzarlo e lasciarlo attonito; fino all'ultimo, del padre mancato.
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Visto che i Morandini si permettono mi permetto anch'io e comincio col far notare il fil rouge che tiene insieme questi bizzarri incontri tra estranei: il caso. Sembrerà superfluo, quasi ridicolo ma è proprio su veicoli come questo che un'umanità varia ed eventuale, se così si può dire, si scontra e come ad uno specchio si contempla assorta in mille pensieri o si racconta approfittando del tempo condiviso con uno sconosciuto che non si rivedrà mai più. Quello che i Morandini hanno liquidato in un sommario riassunto che rappresenta un insulto anche all'italiano è vita: la vita di una giovane tassista che tentata da una agente cinematografica bella ma sola le dice di avere un sogno concreto che ha intenzione di perseguire con ottime probabilità di successo e per il quale è contenta di fare sacrifici; quella di un clown tedesco il quale improvvisatosi taxista troverà qualcuno che gli insegnerà i rudimenti del mestiere giocando in un'atmosfera rumorosa di ignoranza mattacchiona col suo nome ma non accettendo la stessa moneta e per di più in compagnia di una cognatina tutto pepe che però trasmetterà comunque al simpatico straniero l'idea di famiglia anche se molto sui generis; quella del giovane della Costa d'Avorio prima vittima del razzismo da parte di persone del suo stesso colore e dopo delle battute acide di una cieca che però dimostra un'apertura mentale estremamente profonda e singolare tanto da spiazzarlo e lasciarlo attonito; fino all'ultimo, del padre mancato. Ho intenzionalmente lasciato perdere Benigni perché è senz'altro IL PEGGIORE perché VOLGARE, VUOTO e INUTILE. Ma che cosa c'entrava? Se i Morandini ce lo avessere spiegato visto che non faceva a detta loro nemmeno ridere!
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readcarpet
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lunedì 8 settembre 2008
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night on earth
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(Night on earth)
Regia: Jim Jarmusch
USA, 1992
Cinque corse notturne in taxi, per altrettanti scombinate coppie conducente-passeggero. Prima, Los Angeles, una taxista giovanissima incontra un’agente cinematografica che la vuol fare diventare una star, lei rifiuta. Seconda, New York, un taxista tedesco al suo primo giorno di lavoro non sa guidare, così decide di far guidare il passeggero. Terza, Parigi, taxista ivoriano e passeggera cieca, forse però quello che vede peggio è lui. Quarta, Roma, toscanaccio porta un prete in taxi, vuole confessarsi ma non si accorge che il suo cliente sta morendo. Quinta, Helsinki, taxista e passeggeri fanno a gara a chi ha avuto più disgrazie nella vita.
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(Night on earth)
Regia: Jim Jarmusch
USA, 1992
Cinque corse notturne in taxi, per altrettanti scombinate coppie conducente-passeggero. Prima, Los Angeles, una taxista giovanissima incontra un’agente cinematografica che la vuol fare diventare una star, lei rifiuta. Seconda, New York, un taxista tedesco al suo primo giorno di lavoro non sa guidare, così decide di far guidare il passeggero. Terza, Parigi, taxista ivoriano e passeggera cieca, forse però quello che vede peggio è lui. Quarta, Roma, toscanaccio porta un prete in taxi, vuole confessarsi ma non si accorge che il suo cliente sta morendo. Quinta, Helsinki, taxista e passeggeri fanno a gara a chi ha avuto più disgrazie nella vita.
Il più riuscito è, credo, il primo: forse perché è il più fresco, ma anche il più semplice, o forse perché Winona Ryder è un’attrice vera. Non è male neanche il secondo, direi il più caotico, quello che mette in scena i maggiori problemi di comunicazione, e quello con i dialoghi più divertenti. Il terzo lo considero un buco nell’acqua: cieca che ci vede meglio del taxista, banalotta, con inevitabile, prevedibile, “telefonato”, incidente finale. E una protagonista di un’antipatia unica. A Roma Benigni non esagera, si limita a un repertorio abbastanza ordinario, sul volgare andante, ma non mette in scena il suo vero genio, se non, forse, nelle scene iniziali, prima che salga il prete. La confessione è un po’ stucchevole. L’ultimo è il più triste, il più cattivo, e lascia un amaro in bocca che è difficile da togliere, perché è con questo che si conclude la rassegna.
Non è un grande film. Meglio mettere subito in chiaro le cose, alla lunga (anche perché i peggiori sono in mezzo) stanca, e alcuni temi scelti sono un po’ pretenziosi (ai limiti dell’irritante la facilità dell’episodio della cieca). Resta però qualche momento valido, come la scena finale dell’ultimo, o l’intero primo episodio. Ed è un ottimo tour per Los Angeles, New York, Parigi, Roma, Helsinki, con una fotografia per niente male (forse la cosa migliore), aiutata dal fascino indiscusso della strada deserta. La musica di Tom Waits, invece, è orrenda, ma a me non piace mai, lui.
Si può anche perdere.
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readcarpet
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domenica 7 settembre 2008
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poverino
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semplicemente non l'ha visto, poverino... non essere così cattivo con lui... non è che può guardarli proprio tutti i film , qualcuno dovrà farselo raccontare!
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paolo
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lunedì 14 maggio 2007
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recensione sbagliata!
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Mi riferivo alla recensione del Farinotti! davvero orribile!
Leggetela e poi ditemi.... SANTO MEREGHETTI davvero SANTO MEREGHETTI
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paolo
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lunedì 14 maggio 2007
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recensione sbagliata!
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Questa recensione è scritta con i piedi! Benigni in taxi fa QUASI venire un infarto a un monsignore??? QUASI??? ma il monsignore crepa!!! L'ha avuto eccome l'infarto... Quanto al giudizio in stelle sono grosso modo d'accordo ma cazzo è scritta si schifo... non si mettono i nomi degli attori solitmente, ma i protagonisti con fra parentesi al limite l'attore...
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(di marezia)
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brunolly
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venerdì 6 aprile 2001
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jarmusch e` in forma !
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specchi di vita notturna diversi fra loro ma filtrati nella stessa ironia umoristica con una vena di pessimismo...benigni e`sempre benigni (down by law-->la vita e` bella ...)(visto all`international film festival rotterdam)
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