dandy
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giovedì 21 aprile 2011
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sergio è in paradiso adesso,e se la ride!
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Forte del successone ottenuto col "Decameron",il produttore solito Grimaldi suggerì a Citti di sviluppare un film con connotazioni simili,ispirandosi al Bandello(con ambientazione nella Roma papalina)e Pasolini firmò la sceneggiatura.Ma il risultato è decisamente più vicino al "Salò" che al film della trilogia della vita.DEcisamente poco commerciale.Il tono è scanzonato ma permeato da cupezza.E il sesso è rappresentato senza gioia,meccanicamente,ed è spesso causa della disfatta dei personaggi.Non manca una vena acre e irriverente,specie da un punto di vista religioso(c'è un Papa golosone che sembra anticipare vagamente quello de"Il papocchio"e non solo).
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Forte del successone ottenuto col "Decameron",il produttore solito Grimaldi suggerì a Citti di sviluppare un film con connotazioni simili,ispirandosi al Bandello(con ambientazione nella Roma papalina)e Pasolini firmò la sceneggiatura.Ma il risultato è decisamente più vicino al "Salò" che al film della trilogia della vita.DEcisamente poco commerciale.Il tono è scanzonato ma permeato da cupezza.E il sesso è rappresentato senza gioia,meccanicamente,ed è spesso causa della disfatta dei personaggi.Non manca una vena acre e irriverente,specie da un punto di vista religioso(c'è un Papa golosone che sembra anticipare vagamente quello de"Il papocchio"e non solo).Dio,interpretato dal padre del regista,Santino Citti,manda in Paradiso chi ha vissuto senza ipocrisia la propria vita e condanna i falsi ipocriti.Per me uno dei migliori film di Citti.sanguigno,allegramente immorale e con qualche lampo trucido.Questo è cinema popolare!E questi erano i veri registi italiani!
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faber
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giovedì 3 aprile 2008
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vergogna, assassini!!!
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Il fatto che Citti sia un "cineasta contadino, più che sottoproletario", non mi pare, e non dovrebbe essere un affronto. Comunque, cpncordo sul fatto che il film, in confronto ad altri dei Citti , pecca un pò, la cinepresa non è appostata con la debita cura e le storie potevano certo essere racontate con molto più coinvolgimento. L'idea, come sempre, nel caso di Sergio Citti, è a dir poco originalissima. Grazie a Franco e a Ninetto i dialoghi assumono quel velato sapore di comico - grottesco, che questo allievo meglio del maestro Pasolini, è stato capace di rievocare. A chi pensa poi che il film sia inutilmente cruento e che sembri voler sconvolgere a tutti i costi (e che quindi sia stato concepito solo a tal uopo, rispondo soltanto di guardarsi un pò di pattume cinematorgrafico attuale, per rendersi conto che il grande Sergio, sotto esortazione del P.
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Il fatto che Citti sia un "cineasta contadino, più che sottoproletario", non mi pare, e non dovrebbe essere un affronto. Comunque, cpncordo sul fatto che il film, in confronto ad altri dei Citti , pecca un pò, la cinepresa non è appostata con la debita cura e le storie potevano certo essere racontate con molto più coinvolgimento. L'idea, come sempre, nel caso di Sergio Citti, è a dir poco originalissima. Grazie a Franco e a Ninetto i dialoghi assumono quel velato sapore di comico - grottesco, che questo allievo meglio del maestro Pasolini, è stato capace di rievocare. A chi pensa poi che il film sia inutilmente cruento e che sembri voler sconvolgere a tutti i costi (e che quindi sia stato concepito solo a tal uopo, rispondo soltanto di guardarsi un pò di pattume cinematorgrafico attuale, per rendersi conto che il grande Sergio, sotto esortazione del P.P.P., non faceva altro che, con tutte le forze, e con tutto il coraggio, tipicamente proletario, che ha dalla sua la semplica e pura verità, conservare quella morale, solo apparentemente immorale, che non è altro che (chiamateci bestie o ignoranti, se volete) la sempilce lezione di una vita vissuta, da cui si traggono delle soluzioni o degli insegnamenti. In questo caso, tutto è incentrato sulla componenete sessuale della nostra vita, ma non per scandalizzare, per affrontare i temi della nostra epopea esistenziale, un po' per volta. Citti, come Cristo, ragiona per parabole; il Minestrone, parabola della fame, Casotto, escatologia sociale, Ostia dell'amore, e questo del sesso. Quindi, critici di merda, vi invito a darvi fuoco, perchè è vero che in comùnfronto ad altri film dei Citti è un pochino, inferiore (ma del resto dopo un capolavoro come Ostia credo che si siano ritrovato un pò spompatucci di cervello, quindi sono giustificabili) ma non si merita affatto quel voto. Due stelle e mezzo mettetelo a Notte Prima Degli Esami o a Scusa Ma Ti Chiamo Amore, oppure a Ti Amo In Tutte Le Lingue Del Mondo. Vergogna, assassini!!!
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(di ataru moroboshi)
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