ralphscott
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giovedì 15 agosto 2024
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ammettetelo, siamo tutti scopofili!
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Due o tre stelle, poco importa. Ricordo il geniaccio commentare il costo dell'eclatante scena con corvi liberati in sala, uno degli apici della pellicola. Le idee non mancano, così come le sequenze memorabili: ferro da stiro che abbatte la sfortunata sartina, trionfanti ed enormi forbici che poi la strazieranno, ad esempio. Sceneggiatura e recitazione sono di modesto livello, segnando l'inizio del declino del grande Dario, dopo il phatos che ancora animava Phenomena. L'ossessione negli occhi di chi guarda, dalla parafilia che muove le mani del criminale, le reiterate soggettive sino alla nemesi corvina con tanto di bulbo oculare a deliziare noi appassionati di Argento, complici e pertanto anche scopofili.
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Due o tre stelle, poco importa. Ricordo il geniaccio commentare il costo dell'eclatante scena con corvi liberati in sala, uno degli apici della pellicola. Le idee non mancano, così come le sequenze memorabili: ferro da stiro che abbatte la sfortunata sartina, trionfanti ed enormi forbici che poi la strazieranno, ad esempio. Sceneggiatura e recitazione sono di modesto livello, segnando l'inizio del declino del grande Dario, dopo il phatos che ancora animava Phenomena. L'ossessione negli occhi di chi guarda, dalla parafilia che muove le mani del criminale, le reiterate soggettive sino alla nemesi corvina con tanto di bulbo oculare a deliziare noi appassionati di Argento, complici e pertanto anche scopofili. Siamo ormai una società di guardoni, impiccioni che - senza arrivare al crimine - vivono della vita altrui, fosse anche solo di gossip. Vedendo il teatro come sfondo della vicenda ho ripensato a Profondo Rosso, a Macha Méril durante la conferenza che apriva il film, una delle sequenze più straordinarie della storia del cinema di genere (e non). La signora Nicolodi é qui più convincente rispetto ad altre occasioni "di famiglia". Nel finale, comparsata di Sebastiano Somma, bellone televisivo più noto, in seguito, per le fiction.
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mother demon
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martedì 2 marzo 2021
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opera
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Anche se è piuttosto facile intuire chi possa essere il colpevole e la recitazione degli attori non è il massimo, reputo questo film un buon thriller con diversi momenti di alta suspance. Non è una delle opere maggiori di Dario Argento, ma neanche un filmaccio da disprezzare.
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mother demon
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lunedì 1 marzo 2021
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non sono d''accordo
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Premettendo che ci sono film migliori di Dario Argento, comunque non mi sento minimamente di dire che questo è l'inizio del declino. Io l'ho trovato ben fatto, con notevoli momenti di suspance. Forse è un pò facile capire chi è il colpevole ma, per il resto, lo reputo un valido film.
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citizenkane
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lunedì 18 settembre 2017
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alfred (hitchcock) aiuto!!!
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Partendo dalla buona idea,non eccessivamente nuova ,di legare un thrilling al mondo del teatro d'opera,Argento non riesce a sviluppare in modo adeguato e coerente una storia che avrebbe potuto essere convincente e avvincente.La scelta del Macbeth (opera maledetta sia nella lirica che nel teatro drammatico) è ottima,in quanto la partitura e le parti vocali sono splendide(a mio avviso Verdi meglio di Shakespeare).Il problema è della sceneggiatura, degli attori e anche della regia(!).Anacronismo
incompatibile:può l'assassino avere, per età, l'aspetto di quando compiva misfatti 20 anni prima?Barberini non può dimostrare più di trentacinque anni,quindi casting sbagliato(meglio ad esempio Michele Placido o ancor meglio Giannini).
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Partendo dalla buona idea,non eccessivamente nuova ,di legare un thrilling al mondo del teatro d'opera,Argento non riesce a sviluppare in modo adeguato e coerente una storia che avrebbe potuto essere convincente e avvincente.La scelta del Macbeth (opera maledetta sia nella lirica che nel teatro drammatico) è ottima,in quanto la partitura e le parti vocali sono splendide(a mio avviso Verdi meglio di Shakespeare).Il problema è della sceneggiatura, degli attori e anche della regia(!).Anacronismo
incompatibile:può l'assassino avere, per età, l'aspetto di quando compiva misfatti 20 anni prima?Barberini non può dimostrare più di trentacinque anni,quindi casting sbagliato(meglio ad esempio Michele Placido o ancor meglio Giannini).Il personaggio dell'aiutante di regia è da TEMPO DELLE MELE o SAPORE DI MARE 2(ma fortunatemente vive poco),la sarta di scena è troppo enfatica,la Nicolodi va fuori le righe in taluni atteggiamenti troppo entusiastici da manager,il regista dell'opera èCristopher Lambert in tono minore(sia fisicamente che espressivamente)Barberini piatto e incolore,l'identità del soprano primadonna rimane (volutamente?) sconosciuto (e se fosse stata scritturata la Pampanini per la parte?bella,stagionata e perfida)Sceneggiatura :l'assassino uccide solo per eccitarsi o per gelosia?(per coerenza dovrebbe violentare la protagonista dopo i crimini)quindi una accozzaglia di scene SPLATTER senza creare quella tensione indispensabile a emozionare la platea.Finale inverosimile e inutile(il recupero di quale purezza?)inoltre le scene delle sevizie sulle minori sono approssimative(paura della censura?La regia: LE SCENE DI SOGGETTIVA SONO TROPPE e insufficienti a creare suspence,scene corte e miranti all'effetto e non allo sviluppo coerente della storia.La scena madre della scoperta dell'assassino da parte dei corvi è artificiosa e sarebbero stati sufficienti molti zoom mirati sugli spettatori atterriti.Il gracchiare dei corvi in molte scene è poi infastidente(sembra quasi un reiterato omaggio a Hitchcock de GLI UCCELLI).Bello comunque l'allestimento teatrale del Macbeth,
che anticipa il gusto di molte regie di opera attuali.Brava la Marsillach, che tuttavia dimostra ambiguità espressiva nelle scene sado-maso-bondage della madre soprano.Bella location nel teatro regio di Parma, sede di altri allestimenti.Bella la scena di uccisione della Nicolodi e la tensione creata nella casa della Marsillach(illuminazione a colori cherimanda al BAVA delle 6DONNE.)
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francis metal
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mercoledì 8 febbraio 2017
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mi aspettavo molto di più
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mi avevano parlato così bene di questo film, mi avevano detto che la regia era virtuosa e magistrale, invece non è nulla di ché...
L'unica cosa bella è l'attrice protagonista, tutto il resto è una ciofeca...
non c'è tensione, nemmeno colpi di scena, nemmeno elementi per ricostruire il giallo, praticamente il finale viene incollato al resto del film, come se appartenesse a un'altra pellicola...
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fabio1957
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venerdì 29 maggio 2015
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bella prova
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Positivo ritorno al thriller di Dario Argento,le idee più originali si sono esaurite, ma il maestro riesce ugualmente a confezionare un giallo da brividi.Bisogna naturalmente calarsi nella finzione scenica,perchè di verosimile c'è ben poco,tuttavia le atmosfere sono suggestive,le musiche appropriate e piacevoli,i colpi di scena non mancano.
nel complesso una bella prova
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iuriv
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martedì 25 novembre 2014
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non una grande opera.
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La giovane Betty viene chiamata a sostituire la soprano titolare, infortunatasi prima della rappresentazione del Macbeth. La bella cantante scoprirà di essere perseguitata da un misterioso assassino che sembra più interessato a mostrarle le sue prodezze, piuttosto che a ucciderla.
Argento torna al giallo giocando con una presunta maledizione che aleggia sull'opera di Verdi e un obbiettivo che sembra ambizioso. Il tentativo del famoso regista, infatti è quello di presentare un film particolarmente onirico, pieno di personaggi ambigui e intriso di perversione. E fa anche il simpatico, giocando con il ruolo del regista horror cinematografico prestato al teatro, utilizzato come vero personaggio positivo di questo lavoro.
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La giovane Betty viene chiamata a sostituire la soprano titolare, infortunatasi prima della rappresentazione del Macbeth. La bella cantante scoprirà di essere perseguitata da un misterioso assassino che sembra più interessato a mostrarle le sue prodezze, piuttosto che a ucciderla.
Argento torna al giallo giocando con una presunta maledizione che aleggia sull'opera di Verdi e un obbiettivo che sembra ambizioso. Il tentativo del famoso regista, infatti è quello di presentare un film particolarmente onirico, pieno di personaggi ambigui e intriso di perversione. E fa anche il simpatico, giocando con il ruolo del regista horror cinematografico prestato al teatro, utilizzato come vero personaggio positivo di questo lavoro.
Dal punto di vista tecnico, in questo periodo storico, Argento ha ancora parecchio da far vedere. Forse il continuo utilizzo della soggettiva risulta ridondante, ma in alcuni passaggi fa il suo effetto. Magari a volte le luci sono un filo troppo accese, ma la fotografia, anche grazie alle ambientazioni, risulta complessivamente immersiva. Ci si potrebbe lamentare che c'è poco sangue, ma è un giallo e alcuni degli omicidi che decide di mostrare sono davvero spettacolari. Ci sono anche trovate che rimangono, come gli aghi sugli occhi, idea magari mutuata da Arancia Meccanica come concetto, ma resa abbastanza cruenta da alzare il valore di questo lavoro.
Ho trovato vagamente fuori posto la colonna sonora. Non tanto quando riempie le casse con la musica sinfonica, che funziona bene ed è utilizzata con grande abilità, quanto nella scelta di accompagnare gli omicidi con l'utilizzo del power metal, scelta che fa scendere molto la tensione, ma che sopratutto mal si amalgama alle immagini. E' anche vero che erano altri tempi.
Quello che davvero non va , però, è altro. Capita spesso, anche nei film più riusciti, che il regista romano proponga delle sceneggiature un po' confuse, che spesso vengono risolte da trovate puramente visive che dimostrano come ciò che scrive sia in funzione di quello che ha intenzione di mostrare.
Ma qui la situazione degenera. Forzature narrative e incomprensibili cambiamenti di umore dei protagonisti a parte, a non funzionare sembra proprio quel tentativo di rendere oniriche alcune parti della storia. Quello che Dario ottiene, invece, è una gran confusione, con alcuni momenti in cui non si capisce decisamente nulla di quello che sta succedendo a schermo.
Ma il regista da l'impressione di accorgersi del gran fracasso che rischia di diventare il suo film e con il classico spiegone del cattivo, tenta di rimediare. Questo di per se sarebbe già come gettare la spugna, ma comunque rimarrebbe un modo onorevole di risolvere il problema.
Il guaio è quando, forse in fase di montaggio, al Darione nazionale dev'essere venuto in mente che il suo tentativo di costruire una narrazione dentro il sogno, che scorresse parallela a quella principale, potesse essere andato storto. Mettere la propria voce a fungere da narratore esterno chiarificatore è una mossa che abbatte di colpo tutto il lavoro, mandandolo ko senza possibilità di rialzarsi.
E quasi a sottolineare la brutta china che ha deciso di intraprendere con questa scellerata decisione, chiude la pellicola con un doppio finale tra i peggiori che io ricordi di aver mai visto. Nell'ultimissima parte il film perde ogni speranza, aggiungendo alla beffa del finale aggiuntivo artificioso e inutile, una spiegazione narrata che mi ha lasciato esterrefatto.
Boh.
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connor hawk
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mercoledì 25 dicembre 2013
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sceneggiatura debole e scontata
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Opera è il film che inaugura la parabola discendente di Dario Argento, genio indiscusso del thriller e dell'horror all'italiana che, dopo una fortunata parentesi sovrannaturale (Suspiria, Inferno, Phenomena), intervallata da quello che potremmo benissimo definire il miglior thriller italiano anni 80' (Tenebre), torna alle origini con un film che, come nella primordiale trilogia degli animali, verte nuovamente verso il giallo. Partendo da un idea di base piuttosto originale e convincente, il film perde man mano di credibilità con lo scorrere della sceneggiatura che prosegue tra colpi di scena banali e soluzioni narrative completamente illogiche , che stonano con l'atmosfera del film.
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Opera è il film che inaugura la parabola discendente di Dario Argento, genio indiscusso del thriller e dell'horror all'italiana che, dopo una fortunata parentesi sovrannaturale (Suspiria, Inferno, Phenomena), intervallata da quello che potremmo benissimo definire il miglior thriller italiano anni 80' (Tenebre), torna alle origini con un film che, come nella primordiale trilogia degli animali, verte nuovamente verso il giallo. Partendo da un idea di base piuttosto originale e convincente, il film perde man mano di credibilità con lo scorrere della sceneggiatura che prosegue tra colpi di scena banali e soluzioni narrative completamente illogiche , che stonano con l'atmosfera del film. La pessima recitazone dell'intero cast ,poi, è addirittura snervante in alcuni momenti e lo strampalato sviluppo degli aventi non aiuta di certo. L'intera vicenda si basa su di un presupposto abbastanza ridicolo: la protagonista viene di continuo rapita, legata, imbavagliata e costretta ad assistere ad efferati omicidi, fin qui nulla di strano, a parte il fatto che questi abusi non sembrino importare a nessuno, neanche alla protagonista, che preferisce discutere delle attività sessuali delle cantanti liriche, piuttosto che correre alla polizia per farsi mettere sotto protezione. Come già detto, l'idea di base di un maniaco che perseguita la protagonista rendendola pubblico del suo macabro spettacolo poteva anche funzionare e l'idea degli aghi attaccati sulle guance per impedire alla ragazza di chiudere gli occhi è decisamente azzeccata e suggestiva. La vicenda, però, diventa sempre più ridicola fino a colmare in un climax finale degno delle migliore puntate di Rex - Il cane poliziotto. Insomma, un film che ha dalla sua ben poco, se non la splendida regia di Argento, acora brillante e magistrale, e alcune scene di omicidio, davvero cruente e brutali. Un vero peccato, perché l'ambientazione teatrale era davvero interessante e si potevano sfruttare meglio le chiare fonti di ispirazione che hanno portato alla realizzazione della pellicola.
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orson welles
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sabato 31 agosto 2013
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capolavoro
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raysugark
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domenica 17 febbraio 2013
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quarto posto come miglior film di dario argento
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Un film molto da Mario Bava, Argento ha fatto un film dove l'assassino ha una maschera anche nel film di Mario Bava 6 donne per l'assassino, l'assassino ha una maschera. Questo è comunque più crudo come thriller che il regista abbia mai fatto. Quarto posto come miglior film di Dario Argento.
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