gianni lucini
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venerdì 16 settembre 2011
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bastone contro machete
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Alla lunga fila di duelli in situazioni e con armi diverse che hanno lastricato la strada del western all’italiana Tonino Cervi aggiunge un tocco di originalità mettendo di fronte O’Banion con un bastone e Jeff Milton con un machete in un duello preliminare a quello finale tra lo stesso Milton e Kiowa. Il duello tra bastone e machete finisce con l’inevitabile vittoria di quest’ultimo, soprattutto se a maneggiarlo con una perizia pari a quella dei ninja è un giapponese vero come Tatsuya Nakadai, uno dei protagonisti de La sfida del samurai di Akira Kurosawa.
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gianni lucini
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venerdì 16 settembre 2011
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i flash back in bianco e nero
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È un peccato che il grande successo ottenuto da Bud Spencer negli anni seguenti abbia finito per trasformare un film decisamente interessante come Oggi a me… domani a te! in una sorta di corollario minore della carriera del compagnone d’avventure di Terence Hill. Il lungometraggio contiene spunti interessantissimi e soluzioni geniali come, per esempio, l’uso del flashback in bianco e nero per raccontare, attraverso i ricordi di Kiowa, le ragioni del desiderio di vendetta, cioè lo stupro e l’assassinio della moglie. Trentacinque anni dopo la stessa tecnica verrà utilizzata da Quentin Tarantino per Kill Bill. Un altro momento particolarmente felice è costituito dalle scene della notte in cui Kiowa e i suoi quattro compagni decimano nel bosco la banda di James Elfego che raccontano bene la tensione, la paura delle vittime e la difficoltà a distinguere amici e nemici tra le ombre delle piante allungate dalla luce della luna.
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È un peccato che il grande successo ottenuto da Bud Spencer negli anni seguenti abbia finito per trasformare un film decisamente interessante come Oggi a me… domani a te! in una sorta di corollario minore della carriera del compagnone d’avventure di Terence Hill. Il lungometraggio contiene spunti interessantissimi e soluzioni geniali come, per esempio, l’uso del flashback in bianco e nero per raccontare, attraverso i ricordi di Kiowa, le ragioni del desiderio di vendetta, cioè lo stupro e l’assassinio della moglie. Trentacinque anni dopo la stessa tecnica verrà utilizzata da Quentin Tarantino per Kill Bill. Un altro momento particolarmente felice è costituito dalle scene della notte in cui Kiowa e i suoi quattro compagni decimano nel bosco la banda di James Elfego che raccontano bene la tensione, la paura delle vittime e la difficoltà a distinguere amici e nemici tra le ombre delle piante allungate dalla luce della luna. In questa narrazione c’è probabilmente l’apporto di un coautore di soggetto e sceneggiatura che si chiama Dario Argento, il futuro maestro del terrore con il vizio del western destinato a mettere lo suo zampino anche in C’era una volta il West di Sergio Leone. Singolare appare, infine, l’utilizzo per la parte di James Elfego del giapponese Tatsuya Nakadai, uno dei protagonisti de La sfida del samurai di Akira Kurosawa il film che ispirando Per qualche dollaro in più, ha dato il via all’epopea del western all’italiana. L’utilizzo di Tatsuya appare quasi un omaggio alle radici.
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venerdì 16 settembre 2011
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la vendetta non è solitaria
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In Oggi a me… domani a te! il protagonista non è da solo nel soddisfare la sua vendetta. Pur essendo vestito di nero come Django e come lui desideroso di vendicarsi con ferocia nei confronti di chi gli ha ucciso la moglie Bill Kiowa, l’ex detenuto numero 15, evita di muoversi da solo. Il personaggio interpretato da Brett Halsey, che qui si nasconde sotto lo pseudonimo di Montgomery Ford, sfugge al rischio dell’isolamento e della caccia solitaria decidendo di reclutare quattro tipi decisi. Il rapporto che lo lega a questi quattro uomini resta però quasi essenzialmente monetario. Sono mercenari, strumenti della sua vendetta o poco più. Non a caso quando parla delle sue intenzioni dice «voglio quattro pistole» e non «quattro uomini veloci» o una frase simile, quasi per rimarcare il loro essere strumenti e non persone.
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In Oggi a me… domani a te! il protagonista non è da solo nel soddisfare la sua vendetta. Pur essendo vestito di nero come Django e come lui desideroso di vendicarsi con ferocia nei confronti di chi gli ha ucciso la moglie Bill Kiowa, l’ex detenuto numero 15, evita di muoversi da solo. Il personaggio interpretato da Brett Halsey, che qui si nasconde sotto lo pseudonimo di Montgomery Ford, sfugge al rischio dell’isolamento e della caccia solitaria decidendo di reclutare quattro tipi decisi. Il rapporto che lo lega a questi quattro uomini resta però quasi essenzialmente monetario. Sono mercenari, strumenti della sua vendetta o poco più. Non a caso quando parla delle sue intenzioni dice «voglio quattro pistole» e non «quattro uomini veloci» o una frase simile, quasi per rimarcare il loro essere strumenti e non persone. Per tutto il film i rapporti con i quattro compagni restano confinati in questo ambito e la dichiarazione finale d’amicizia sembra più un modo per lasciare la porta aperta a un eventuale seguito che la correzione tardiva di un taglio narrativo. La vendetta resta dunque un demone personale del protagonista anche quando ha bisogno di un aiuto esterno e organizzato per essere completata. Oggi a me… domani a te! quindi, più che porsi direttamente in antitesi con l’intero sistema dei codici di genere del western all’italiana, si limita a forzarne alcune chiavi aprendo qualche nuova strada.
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