felicity
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giovedì 8 febbraio 2024
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stravaganti e coraggioso
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Henry Sugar è lo pseudonimo di un ricco scapolo che usa la fortuna ereditata per soddisfare la sua passione per il gioco d'azzardo. Un giorno si imbatte nel libro di un dottore che racconta la vicenda di un certo Imdad Khan, un uomo di origini indiane che sosteneva di poter vedere senza usare gli occhi.
Inquadrature fisse, sfondi cartonati, colori netti e un costante dialogo con il pubblico. Le soluzioni ormai archetipiche di Wes Anderson rivivono già in questo primo tassello, mettendo subito in chiaro le cose con lo spettatore: chi continua ad apprezzare il regista avrà pane per i suoi denti, chi ormai da anni lo ritiene frutto di un freddo manierismo può tranquillamente volgere il suo sguardo altrove.
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Henry Sugar è lo pseudonimo di un ricco scapolo che usa la fortuna ereditata per soddisfare la sua passione per il gioco d'azzardo. Un giorno si imbatte nel libro di un dottore che racconta la vicenda di un certo Imdad Khan, un uomo di origini indiane che sosteneva di poter vedere senza usare gli occhi.
Inquadrature fisse, sfondi cartonati, colori netti e un costante dialogo con il pubblico. Le soluzioni ormai archetipiche di Wes Anderson rivivono già in questo primo tassello, mettendo subito in chiaro le cose con lo spettatore: chi continua ad apprezzare il regista avrà pane per i suoi denti, chi ormai da anni lo ritiene frutto di un freddo manierismo può tranquillamente volgere il suo sguardo altrove. Per i primi i trentasette minuti di visione garantiscono un gradevole divertimento a tema, con giochi "meta" e soluzioni visive in continuo mutamento anche nella loro apparente immobilità: un esercizio di stile forse, ma che stile e che cast!
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felicity
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giovedì 8 febbraio 2024
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delizioso fa rima ormai troppo spesso con lezioso
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Il mediometraggio La meravigliosa storia di Henry Sugar e gli altri racconti di Roald Dahl adattati da Wes Anderson sono piccoli saggi molto arguti sull’arte dello storytelling, in cui il filmmaker si è buttato a pesce con l’unica preoccupazione di esercitarsi nello stile; stile del quale resta comunque dotatissimo, come testimonia la maniacale cura formale di questi lavori.
Tuttavia, delizioso fa rima ormai troppo spesso con lezioso o estetizzante nell’immaginario sempre più eccentrico del regista, che qui sfrutta il materiale letterario di partenza come pretesto per un discorso intellettualistico sul rapporto tra letteratura e immagine, perdendo peraltro di vista il motivo scatenante dell’operazione, cioè l’omaggio allo scrittore inglese: l’idea di affidare a un io narrante in campo il compito di declamare forsennatamente quasi tutta la prosa originaria – compresa buona parte dei dialoghi – occupando quasi sempre l’obiettivo della telecamera e parlando senza sosta per tutto il tempo, distrae dal testo ma rende ridondanti anche le immagini.
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Il mediometraggio La meravigliosa storia di Henry Sugar e gli altri racconti di Roald Dahl adattati da Wes Anderson sono piccoli saggi molto arguti sull’arte dello storytelling, in cui il filmmaker si è buttato a pesce con l’unica preoccupazione di esercitarsi nello stile; stile del quale resta comunque dotatissimo, come testimonia la maniacale cura formale di questi lavori.
Tuttavia, delizioso fa rima ormai troppo spesso con lezioso o estetizzante nell’immaginario sempre più eccentrico del regista, che qui sfrutta il materiale letterario di partenza come pretesto per un discorso intellettualistico sul rapporto tra letteratura e immagine, perdendo peraltro di vista il motivo scatenante dell’operazione, cioè l’omaggio allo scrittore inglese: l’idea di affidare a un io narrante in campo il compito di declamare forsennatamente quasi tutta la prosa originaria – compresa buona parte dei dialoghi – occupando quasi sempre l’obiettivo della telecamera e parlando senza sosta per tutto il tempo, distrae dal testo ma rende ridondanti anche le immagini.
L’ispirazione folgorante de I Tenembaum o di Moonrise Kingdom appare lontana anni luce, e adesso persino il semplice gusto per il racconto di Fantastic Mr Fox sembra un miraggio: le riduzioni televisive de La meravigliosa storia di Henry Sugar, Il cigno, Il derattizzatore e Veleno riflettono infatti la crisi di un autore rimasto senza argomenti, proprio mentre si affanna a celebrare l’importanza di raccontare storie.
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