Il pretesto un sopralluogo per "riscoprire" il poeta Hölderlin, in realtà Fabrizio Ferraro ragiona sull'inestricabile dicotomia tra l'astrattezza del Cinema e la concretezza del Film. Con suggestione, alla 71ma Berlinale, in Forum
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
"Oggi ci troviamo in un'epoca in cui il cinema sembra assente, oscurato da un orizzonte filmico saturo. Un'assenza, però, che apre strade di grande sfida. Uno (il film) richiede concretezza, responsabilità, forze recitanti e reagenti nella dinamica dell'oggetto finito, l'altro (il cinema) si colloca in quella zona libera da vincoli, dove gli elementi concreti che tracciano quel respiro indefinito, negando la zona circoscritta del film, si affollano e si sovrappongono continuamente. Accade raramente che siano una cosa sola, forse mai in un film qualsiasi, ma nella somma delle singole parti, nel loro canto reciproco, incessante, irriducibile e per certi versi eccezionale". [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (3862 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 2 marzo 2021