Parigi, tutto in una notte

Scontri in piazza e colpi al cuore com'è lunga la notte a Parigi

L'attacco del film di Catherine Corsini, in concorso a Cannes l'anno scorso, è una delizia per chi ama i personaggi di Valeria Bruni Tedeschi. Lei è a letto, nel cuore della notte, e manda messaggi ossessivi alla partner: "Stiamo insieme da 10 anni. L'idea di separarci non ti preoccupa. Sei proprio una stronza", e così via. Poi, all'ennesimo messaggio ("Ti vuoi svegliare?") scopriamo che la destinataria (Marina Foïs) sta dormendo accanto a lei. Prevedibilmente, la mattina dopo la lascia. Ma la prima parte del film è in realtà ingannevole: dopo la partenza da commedia con protagonista nevrotica, insopportabile e irresistibile, il film si svolge tutto in una corsia di pronto soccorso. Siamo durante le manifestazioni dei Gilet Jeunes, Parigi è a soqquadro, la polizia ha caricato con violenza i manifestanti. La protagonista invece semplicemente inciampa e si frattura un gomito, e finisce in ospedale mentre intorno c'è il caos. La (ex?) partner nonostante tutto va ad assisterla, lei litiga con tutti, ma poi stringe amicizia con un uomo molto lontano dal suo mondo borghese e di sinistra: un camionista di provincia, manifestante distrutto dalla crisi economica e immobilizzato per le ferite alle gambe. Da storia di un personaggio il film si fa corale, con figure tutte indicative ma mai stereotipate (un ex compagno di scuola della partner, una soave infermiera di colore). Uno dei pregi maggiori di Parigi, tutto in una notte, che in originale era La frattura, è proprio la sua assenza di rigidità ideologica, la scrittura che tiene conto delle ragioni in campo e le incarna in personaggi credibili, tra commedia e dramma, pubblico e privato. Con un ritmo serrato, che corre fino alla fine ben sfruttando l'unità di luogo e di tempo.
Da La Repubblica, 10 marzo 2022


di Emiliano Morreale, 10 marzo 2022