felicity
|
martedì 4 maggio 2021
|
delicato racconto di un trauma originario
|
|
|
|
Le streghe è un progetto nato dalla volontà di Guillermo Del Toro di adattare in stop motion l’omonimo racconto di Roald Dahl, passato poi da varie peripezie produttive e arrivato infine nelle mani di Robert Zemeckis in versione live action.
La storia è nota: un ragazzino perde i genitori per un incidente d’auto e viene affidato alle cure della nonna materna; ben presto però il trauma della perdita si materializzerà con l’emersione di streghe cattive che vogliono trasformare tutti i bambini in topi da schiacciare.
Per Zemeckis ogni riflessione continua ad essere custodita sulla superficie delle immagini più che sugli snodi narrativi, quindi preferibilmente in profondità di campo, lì dove bisogna aprire lo sguardo.
[+]
Le streghe è un progetto nato dalla volontà di Guillermo Del Toro di adattare in stop motion l’omonimo racconto di Roald Dahl, passato poi da varie peripezie produttive e arrivato infine nelle mani di Robert Zemeckis in versione live action.
La storia è nota: un ragazzino perde i genitori per un incidente d’auto e viene affidato alle cure della nonna materna; ben presto però il trauma della perdita si materializzerà con l’emersione di streghe cattive che vogliono trasformare tutti i bambini in topi da schiacciare.
Per Zemeckis ogni riflessione continua ad essere custodita sulla superficie delle immagini più che sugli snodi narrativi, quindi preferibilmente in profondità di campo, lì dove bisogna aprire lo sguardo. Ecco che l’albergo dove il ragazzo e la nonna cercano di sfuggire alla Grande Strega Suprema ha la forma di una casa coloniale immersa in una piantagione del Sud, con il personale di servizio quasi interamente afroamericano. La rivolta del protagonista “topizzato” dalle streghe, quindi, riesce a sovvertire innanzitutto quegli equilibri di potere rendendo sua nonna una ricchissima benefattrice che redistribuisce il denaro in Alabama.
Le streghe diventa il delicato racconto di un trauma originario e della sua lenta elaborazione. Il lutto del bambino che offusca la dimensione fenomenica rendendola grigia e ripetitiva ha un disperato bisogno dell’immaginario popolare per essere elaborato.
L’unico modo che ha Zemeckis per tentare una cura è aprire lo scrigno della memoria condivisa: i primi, meravigliosi, dieci minuti di questo film ci mostrano un bambino ferito e depresso che la nonna decide di curare ballando sulle note struggenti di Reach Out I’ll Be There dei Four Taps o di (Sittin’ On) The Dock Of The Bay di Otis Redding. Come nella trilogia di Ritorno al futuro si apre con fiducia l’archivio della cultura popolare – dagli archetipi del viaggio dell’eroe alle trame da coming of age per sconfiggere le streghe cattive – accettando infine l’età adulta e una nuova condizione esistenziale.
Il grande schermo resta ancora oggi per Robert Zemeckis l’unica dimensione immaginaria a saper coagulare il presente della streaming culture e il nostro passato di spettatori fanciulli tracciando una mappa sentimentale condivisa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 25 aprile 2021
|
chi ha paura delle streghe?
|
|
|
|
Il film è tratto dal romanzo di Robert Dahl (autore de La fabbrica del cioccolato nonché per diversi anni marito dell'attrice Oscar Patricia O'Neal),ed è sostanzialmente un remake de Chi ha paura delle streghe? del 1990 (In originale The Witchess), molti sono i film che hanno come protagoniste le streghe che vivono in mezzo a noi (commedie brillanti: Una strega in Paradiso con Kim Novak, Amori incompresi con Nicole Kidman o horror come Suspiria) questo si basa su un bel libro per ragazzi anche se l'ambiente è stato portato dall'Inghilterra degli anni '80 all'Alabama del 1968, e il bambino da norvegese è diventato un afroamericano.
[+]
Il film è tratto dal romanzo di Robert Dahl (autore de La fabbrica del cioccolato nonché per diversi anni marito dell'attrice Oscar Patricia O'Neal),ed è sostanzialmente un remake de Chi ha paura delle streghe? del 1990 (In originale The Witchess), molti sono i film che hanno come protagoniste le streghe che vivono in mezzo a noi (commedie brillanti: Una strega in Paradiso con Kim Novak, Amori incompresi con Nicole Kidman o horror come Suspiria) questo si basa su un bel libro per ragazzi anche se l'ambiente è stato portato dall'Inghilterra degli anni '80 all'Alabama del 1968, e il bambino da norvegese è diventato un afroamericano.
Il protagonista è per l'appunto un bambino afro americano (Jahzir Bruno) appartenentead una agiata borghesiache rimane orfano a otto annni unico superstite di un incidente automobilistico e viene affidato alla nonna una donna decisa ed affettuosa (Octavia Spencer). La nonna per cercare di distrarre il bambino ancora scioccato, lo porta al mare in Alabama in un Hotel di lusso (somigliante ad un castello in stile Liberty). In questo albergo si svolge un congresso mondiale del Comitato per la difesa dei bambini dalle violenze, in realtà è un congresso di streghe convocate dalla strega suprema (Anna Hathaway), con lo scopo è di trasformare tutti i bambini in topolini attirandoli con l'offerta di barrette di cioccolato. Faranno le spese del malvagio intento sia il nostro protagonista che un bambino bianco grassottello Bruno (Codie Eastick) incontrato nel Hotel e diventato suo amico, a cui si aggiunge Mary una topolina bianca regalata dalla nonna e che si rivela una bambina trasformata in topo. I tre topolini/bambini riusciranno con l'aiuto della nonna a sconfiggere le streghe trasformate in topastri, ma non potranno più ritornare bambini rimanendo contenti e accettando la nuova situazione.
Il regista (nonché produttore e sceneggiatore con Guillermo del Toro) è Richard Zemeckis, regista negli anni '90 di grandi film di successo (Inseguimento della Pietra Verde, Cast Away, Forrest Gump Oscar per la regia) , con il passare degli anni ha perso lo smalto originario (film horror: Gothica, La maschera di cera, thiller: Allied). Il film si basa sul bel racconto di Dahl, però indulge un pò troppo sull'aspetto orrifico come gli aspetti fisici disgustosi delle streghe nascosti da maschere di sola apparente bellezza. Certamente gli effetti speciali sono girati molto bene, ad esempio quando le streghe si polverizzano svanendo e trasformandosi in orribili topi, ma il film diversamente da quello precedente non ha quell'atmosfera soffusa che dovrebbe avere un film per bambini per trascinare le loro fantasie senza immagini troppo orrripilanti, per questo direi che il film è adatto a bambini sopra gli 8 anni. Trovo anche il film ambientato male, non perché in base al politically correct i personaggi da norvegesi sono diventati afro americani, ma perché siamo sicuri che nell'Alabama del 1968 una signora afroamericana della media borghesia sarebbe stata trattata con i guanti in un albergo di lusso frequentato da soli bianchi? La recitazione sia di Octavia Spencer (Oscar come migliore attrice n.p. per Help) che di Stanley Tucci sussiegoso e premuroso direttore di albergo, è eccezionale dimostrando di essere due bravissimi attori. Meno convincente Anna Hathaway troppo caricata la sua interpretazione, preferisco Anjelica Huston del film precedente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
domenica 1 novembre 2020
|
riuscito adattamento del romanzo di dahl
|
|
|
|
Doveva essere veramente un gran bello spettacolo se fosse uscito al cinema questo nuovo film di Robert Zemeckis, Le streghe, nuovo adattamento del romanzo di Roald Dahl, con un cast di tutto rispetto da Anne Hathaway a Octavia Spencer, Stanley Tucci e effetti speciali capaci, per una volta, di evitare il freddo tecnicismo ma scaldare il cuore.
Chiariamo subito che l'attrice del diavolo veste Prada non è Anjelica Huston dell’omonimo adattamento degli anni novanta alla cui comunque movenza e espressioni facciali, accenti stranieri ed effetti speciali, in qualche modo la gran strega suprema Hathaway si ispira evidentemente e che la storia in qualche modo risulta essere più fedele allo spirito dello stesso testo.
[+]
Doveva essere veramente un gran bello spettacolo se fosse uscito al cinema questo nuovo film di Robert Zemeckis, Le streghe, nuovo adattamento del romanzo di Roald Dahl, con un cast di tutto rispetto da Anne Hathaway a Octavia Spencer, Stanley Tucci e effetti speciali capaci, per una volta, di evitare il freddo tecnicismo ma scaldare il cuore.
Chiariamo subito che l'attrice del diavolo veste Prada non è Anjelica Huston dell’omonimo adattamento degli anni novanta alla cui comunque movenza e espressioni facciali, accenti stranieri ed effetti speciali, in qualche modo la gran strega suprema Hathaway si ispira evidentemente e che la storia in qualche modo risulta essere più fedele allo spirito dello stesso testo.
Ambientata nell'Alabama degli anni ‘60 (nel libro era l’Inghilterra negli anni ‘80), la vicenda trattata è di una semplicità disarmante eppure sono spesso le storie semplici quelle che rendono di più è che ci emozionano e le streghe e non fa eccezione.
È un film che si manifesta sin dalle prime battute frizzante nella struttura che fa uso di una voce narrante, il nostro protagonista, riusciti effetti speciali e grandi interpreti contribuendo a un'atmosfera gioiosa e leggera propria di un film di animazione a cui inizialmente il progetto doveva ispirarsi per poi deviare verso attori in carne ossa.
La vicenda è quella di un ragazzino che perde i suoi genitori in un tragico incidente e viene allevato dalla nonna (Octavia Spencer) che in giovinezza aveva avuto un primo incontro con le streghe, questi esseri cattivi mitologicamente al servizio del diavolo. Una di esse aveva trasformato un'amica di infanzia, colpevole di aver accettato un dolcetto dalla malvagia strega, in una gallina.
Lei era riuscita a scappare… fino a che... oggi appunto, ecco che le ombre paiono ritornare nella forma di una brutta tosse segno di una maledizione alle porte.
A seguito dell'incontro ravvicinato del nostro piccolo ragazzo-eroe con una strega, ineluttabile evento, portatrice di disgrazie, per cercare in qualche modo di evitare il destino, nonna e nipote si rifugiano in un Grand Hotel di lusso, una specie di Grand Budapest di Anderson. Qui si sentono al sicuro perché si tratta di un luogo frequentato da persone prettamente ricche e bianche (loro stesse sono lì grazie all’amicizia col cugino della donna, una volta chef): un obiettivo a cui le streghe non si interessano perché sanno che far sparire uno di quei bambini desterebbe scalpore. Peccato che in quel luogo una misteriosa congregazione di presunte dame si palesi e che appaia interessata proprio agli infanti…
Sarà soltanto l'inizio di un'avventura in cui nonna e nipote con amici inaspettati, si troveranno a salvare il mondo dall'invasione di streghe annidate "in ogni luogo, paese e città”, il tutto tra trasformazioni, giochi, rimandi a un mondo asettico lontano dal barocco irriverente della pellicola di Roeg negli anni 90.
Poco importa perché il film di Zemeckis con guizzi alla sceneggiatura frutto della collaborazione con Guillermo del Toro (La forma dell'acqua) riesce a intrattenere con facilità, abilità, lo spettatore per tutta l'ora e quarantacinque di durata grazie a un taglio e un’inquadratura dinamica ad altezza di bambino (anzi spesso di topolino come si scoprirà) utilizzando il digitale con sapienza e donando fluidità di racconto che scorre colorato, dinamico e brillante senza mai arenarsi in secche particolari, come un giocattolo luccicante in bilico tra humour, animazione e un doppiaggio eccellente.
Giostra superficiale, specchietto per le allodole, capace di stupire senza lasciar nulla alla fine?
Forse si, è vero il target è a misura di bambino ma non può lasciare indifferenti noi adulti d'oggi e bambini di ieri che abbandonando per un attimo la ricerca di un senso, di uno spessore psicologico, ci lasciamo intrattenere e divertire dalla magia di un cinema, che tanto ci manca, in questo momento, più che mai.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
eugen
|
mercoledì 21 dicembre 2022
|
bene zemeckis, come sempre
|
|
|
|
"The Witches"(Robert Zemeckis, anche autore della sceneggiatura con Guillerme del Toto e Kenya Barris, dal classico testo di Roald Dahl, 2020)conferma la bravura di Zemeckis, se ancora ce ne ne fosse bisogno, dove anche il cambiamento dell'ambientazione(anni 1960-1970 in Alabama, non England degli Eighties)con un perfetto ritmo da fiaba filmica: bambino orfano, con un'ottima nonna, deve vedersela con una strega terribile, che lo trasforma(insieme a due compagni, un ragazzino grasso e viziato e una ragazza, anch'essa orfana)in un topolino. Ma sara'la nonna, che da sempre crede alle streghe e alla necessita'di lottare contro le stesse, a salvare la situazione: purtroppo i tre rimarranno topolini, ma anche la strega verra'trasfromata in un piccolo roditore e quindi verra'magniata dal suo gatto preferito.
[+]
"The Witches"(Robert Zemeckis, anche autore della sceneggiatura con Guillerme del Toto e Kenya Barris, dal classico testo di Roald Dahl, 2020)conferma la bravura di Zemeckis, se ancora ce ne ne fosse bisogno, dove anche il cambiamento dell'ambientazione(anni 1960-1970 in Alabama, non England degli Eighties)con un perfetto ritmo da fiaba filmica: bambino orfano, con un'ottima nonna, deve vedersela con una strega terribile, che lo trasforma(insieme a due compagni, un ragazzino grasso e viziato e una ragazza, anch'essa orfana)in un topolino. Ma sara'la nonna, che da sempre crede alle streghe e alla necessita'di lottare contro le stesse, a salvare la situazione: purtroppo i tre rimarranno topolini, ma anche la strega verra'trasfromata in un piccolo roditore e quindi verra'magniata dal suo gatto preferito. Storia scandita filmicamente in modo perfetto dal regista, seguendo una sceneggiatura decisamente adeguata e scritta da chi il cinema lo fa, lo realizza sempre e con costanza, d0altro rimanendn aderente a quanto il testo di Dahl esprime. Decisamente un ottimo film, che conferma come anche negli anni "Duemila", che forse cinemagraficamente noon sono il"top", una capacita'di fare cinema senza stravolgimenti.trucchetti tecnici "da capogiro"(dove l'espressione forse potrebbe essere intesa anche letteralmente, se pensiamo a certe sequenze di "Fast and Furious", per ex., ma non solo), sia possibile un cinema di qualita' , se vogliamo in certo senso narratollogiicamente "tradizionale", ma efficacissimo. Interpreti di grande levatura Anne Hatawhay come "superstrega suprema" e Ocatvia Spencer come nonna brava e amorevole(il pendant opposto della wtich, El Gato.Eugen
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugen »
[ - ] lascia un commento a eugen »
|
|
d'accordo? |
|
|