Il tramonto della diva sfortunata
di Emiliano Morreale La Repubblica
1968. Judy Garland, distrutta da alcol e droghe, sommersa dai debiti, negli Usa è ormai un'impresentabile. L'ultima chance per guadagnare un po' e ottenere la custodia dei figli è una tournée a Londra. Lì, tra mille crisi e difficoltà, trova anche l'amore ma il riscatto sarà impossibile. Più che una biografia, un inno a una diva e un compianto sulla crudeltà del mondo dello spettacolo.
Niente di nuovo nella storia e nel modo di raccontarla. Ma soprattutto Judy è costruito con ogni evidenza per portare René Zellwegger all'Oscar: il ruolo è fin troppo facile, tutto eccessi e patetismi, ma l'attrice può dar fondo a un virtuosismo non solo mimetico. E se il film è prevedibile e non travolgente, piazza comunque qualche momento efficace, specie la scena madre sul finale quando ascoltiamo Over the Rainbow, che il regista ci fa saggiamente anelare fino all'ultimo.
Da La Repubblica, 30 gennaio 2020
di Emiliano Morreale, 30 gennaio 2020
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