Le storie di microcriminalità non sempre hanno la stessa matrice. In questo film il regista Stefano Calvagna lascia spazio ad una visione d'insieme rispetto ai titoli di cronaca e alle dinamiche più impattanti dei fatti stessi. Racconta di un domino che si compone di congetture e circostanze spesso molto dolorose che la giovane eta' non consente di analizzare e capire a fondo. Fatto questo che lascia arrivare ai protagonisti soltanto malessere e disorientamento. Fasi, queste, che possono rendere fertili all'emulazione. Se gli esempi circostanti sono sani, se ne esce. Se gli esempi sono del tipo tutto e subito, occhio per occhio o la prepotenza, le pedine del domino si snocciolano velocemente . Il regista da vita a quel corto circuito che scatta quando si vede qualcosa che inequivocabilmente riporta alla mente fatti visti,letti o sentiti in cui si e' restati colpiti e dove la comprensione stessa apprendendoli, e' costretta dalla rabbia o dal disagio. La visione d'insieme di cui sopra si riferisce all'alternanza di ferocia e dolcezza, indifferenza e affetto. Affetto ed anche apprensione familiare che,data l'efferatezza di alcuni soggetti, non si sospetterebbe neanche. Anch'io ,come altri, ho veduto diversi film su tematiche simili e tutti erano incentrati sul raccontare che, "questa e' la verità" o sulla "novità" che c'e' chi vive cosi'. In questo film si assiste a scene dure di cruda attualità' ma nel contempo lo spettatore si inserisce in un contesto inaspettatamente empatico che permette di vivere quei fatti quasi si fosse dotati di uno zoom virtuale congelando, per un po', quello che si definisce "vedo solo quello che voglio vedere". Di pregio la performance sinergica degli attori dei quali Calvagna si e' gia' avvalso in precedenti sue opere cinematografiche Personalmente ritengo che il successo che ho potuto constatare in sala sia da attribuire, anche, alla energizzante presenza e bravura di protagonisti non professionisti che essendo,lo affermo con profondo rispetto e ammirazione verso di loro, malleabili hanno consentito al regista di portare allo spettatore esattamente la sua visione sul tema affrontato. Offrendo allo spettatore uno spettacolo ed un coinvolgimento di assoluto interesse. Vedere per credere.
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