Un valzer tra gli scaffali |
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Un film di Thomas Stuber.
Con Sandra Hüller, Franz Rogowski, Peter Kurth, Matthias Brenner.
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Titolo originale In den Gängen.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Germania 2018.
- Satine Film
uscita giovedì 14 febbraio 2019.
MYMONETRO
Un valzer tra gli scaffali ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Umanità sconosciuta
di cardclauFeedback: |
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giovedì 21 febbraio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Thomas Stuber, un valzer tra gli scaffali, incomincia proprio a raccontare la sua storia con un movimento danzante di carrelli elevatori in un supermercato, sulle note del più celebre valzer, An der schönen blauen Donau (sul bel Danubio blu), di Johann Strauss: non può non strappare il sorriso allo spettatore, in previsione di quello che potrà succedere. Ma la storia poi si dipana, al contrario, in modo molto meno leggero, perché ci troviamo catapultati dentro, come in moltissimi altri posti nel mondo, in una realtà depressa, grigissima, dove il lavoro non solo “non nobilita” l’uomo, ma tende non dico ad umiliarlo (mi viene in mente il recente film Le nostre Battaglie, che ha aspetti anche persecutori), ma a non tutelarlo. Comprendo che l’argomento non sia spumeggiante o eccitante, che lo spettatore non torni a casa rinvigorito, bensì disarmato perché ha a che fare con un personale umano reificato dal lavoro. Non ci sono effetti speciali, né facili e scontate sdolcinature, forse è un po’ lento, ma è la storia di quella umanità sconosciuta, che non finisce mai sui libri di storia, a volte nelle pagine di cronaca dei giornali perché è andata fuori di matto. Quella che ci racconta Thomas Stuber è molto particolare, e colpisce ed impressiona, perché evita il clima acido di una nevrosi che soddisfa se stessa solo nel fare malegrazie agli altri, mentre respira, ed è un inno, alla solidarietà, comprensione e tolleranza, umanità, fra gli operai. Non si capisce come, ma tutti sanno degli altri più cose, dettate da un genuino interesse per la vita degli altri, quindi della propria, che non da una morbosa curiosità. È la storia di Christian, di Marion, di Bruno, del personale operaio di un grande supermercato di una provincia dell’ex Germania Est. Di Christian non sappiamo molto (un Franz Rogowski di pochissime parole in cui la splendida recitazione è basata fondamentalmente sulle immagini, come in un film muto), è appena stato rilasciato dal carcere, aveva preso due anni perché rubava con dei complici ma essendo minorenne gli era stata data la possibilità di “essere perdonato”, quindi gli era stato offerto un lavoro, quello di mettere a posto scaffali per i clienti in un supermercato, che cerca di apprendere con una serietà che fa tenerezza. Marion (Sandra Huller, la brava Ines di Vi presento Toni Erdman) è l’addetta agli scaffali dei dolciumi, molto femminile, si racconta che venga maltrattata dal marito, ma vive in una casa singola molto confortevole, scuote Christian dal suo isolamento esistenziale, e lo coinvolge in un’avventura che rimane sospesa nell’aria, irrisolta, che dà spazio più all’immaginazione che alla realtà. Bruno (un convincente Peter Kurth), ex autista di TIR, finito per forza a fare quel lavoro, per la riconversione, in lotta impari con la solitudine, professore di muletto e scaffalature sempre fornite di bevande, sufficientemente buono.
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