maestrale
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martedì 24 ottobre 2017
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elogio del "non" falso buonismo!!!
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Questo film elogia il "non" falso buonismo e mette alla pari, in forma evidente e grottesca, le eguaglianze di chi ha sempre creduto meno fortunato chi non crede di esserlo, o di non volerlo assolutamente essere ....
Una maniera estrema di dire "Basta" al Pietismo, allineando il concetto di "Normalità" escludendo qualunque forma di handicapp.
In un momento in cui il buonismo eccede l'Opera prima di Cosimo Gomez arriva come uno schiaffo mostrando in maniera forte e spregiudicata una cruda realtà che, sebbene fantastica, mostra come l'animo umano vada valutato secondo le azioni commesse e non da chi (come categoria umana) le commette.
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Questo film elogia il "non" falso buonismo e mette alla pari, in forma evidente e grottesca, le eguaglianze di chi ha sempre creduto meno fortunato chi non crede di esserlo, o di non volerlo assolutamente essere ....
Una maniera estrema di dire "Basta" al Pietismo, allineando il concetto di "Normalità" escludendo qualunque forma di handicapp.
In un momento in cui il buonismo eccede l'Opera prima di Cosimo Gomez arriva come uno schiaffo mostrando in maniera forte e spregiudicata una cruda realtà che, sebbene fantastica, mostra come l'animo umano vada valutato secondo le azioni commesse e non da chi (come categoria umana) le commette.
Il Film è dai ritmi veloci e tiene alta l'attenzione per via dei continui colpi di scena, non mancano scene audaci che, sebbene tali, mettono in mostra la realtà di una sessualità spinta che viene vissuta a prescindere dai limiti del corpo.
Un film italiano dai ritmi americani, commedia, triller, comico e spietatamente dark diverso e provocantorio che farà certemente discutere.
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allure
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giovedì 26 ottobre 2017
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il bello e il buono di brutti e cattivi
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La commedia di Cosimo Gomez innanzitutto non è affatto politicamente scorretta: riesce infatti a mettere al centro e a rendere protagonisti personaggi che nella società sono normalmente invece lasciati ai margini. La macchina da presa di Gomez "scende" in mezzo a loro e acquisisce il loro punto di vista fino a che ti dimentichi pure che questa sgangherata banda è "diversamente abile" e li segui nelle loro rocambolesche avventure semplicemente così come sono, senza pietà e senza scrupoli. Solo per questa sua originalità merita di essere numero 1. Ma questa scelta non sembra dettata da un desiderio di comunicare un messaggio "sociale" quanto dall'esigenza di raccontare questa storia nel modo più efficace e divertente possibile.
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La commedia di Cosimo Gomez innanzitutto non è affatto politicamente scorretta: riesce infatti a mettere al centro e a rendere protagonisti personaggi che nella società sono normalmente invece lasciati ai margini. La macchina da presa di Gomez "scende" in mezzo a loro e acquisisce il loro punto di vista fino a che ti dimentichi pure che questa sgangherata banda è "diversamente abile" e li segui nelle loro rocambolesche avventure semplicemente così come sono, senza pietà e senza scrupoli. Solo per questa sua originalità merita di essere numero 1. Ma questa scelta non sembra dettata da un desiderio di comunicare un messaggio "sociale" quanto dall'esigenza di raccontare questa storia nel modo più efficace e divertente possibile. Tutti gli elementi del film funzionano: il cast è divertente ma anche palesemente divertito di calarsi in un mondo così bizzarro, la fotografia si distiungue con colori saturi e fumettistici e con inquadrature mai banali, il montaggio è scattante, le musiche elettroniche sono potenti e mai ripetitive, costumi e scenografie decisamente originali ed estremamente curati, che rappresentano l'antitesi di un certo cinema italiano visivamente sciatto, concentrato solo su noiosi primi piani e dialoghi finto-intimisti. Brutti e Cattivi è un film coraggioso, divertente e ben fatto.
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danielamontanari
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lunedì 25 settembre 2017
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brutti, è vero. e cattivi. probabilmente cattivi in quanto brutti
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Uno spregiudicato gruppo di storpi e portatori di handicap tenta, ogni giorno, di prestare i piedi all'altro (anche a chi, i piedi, non li ha). Compongono l'allegra brigata di storti e malfatti un paraplegico (Santamaria, "il papero" ), la fidanzata senza braccia, (Serraiocco, in arte "la ballerina"), un tossicodipendente conosciuto come "il merda" e un nano scassinatore professionista. Uniti nella disgrazia e nei loschi intenti mettono a segno il loro colpo del secolo sventrando il caveau di una banca. Peccato il bottino appartenga ad un malavitoso clan cinese che ad ogni costo, e con ogni mezzo, intenta il recupero dello sporco gruzzolo. Borgate di una Roma aleatoria, che potrebbero essere parte di una qualunque periferia, si popolano di personaggi caratteriali che dopo solo pochi minuti di trama esplodono alla Quentin Tarantino prime regie, dove lo splatter però non è di qualità: forse come cartone animato avrebbe retto, ma sul grande schermo si perde tra lo scadente e il disgustoso.
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Uno spregiudicato gruppo di storpi e portatori di handicap tenta, ogni giorno, di prestare i piedi all'altro (anche a chi, i piedi, non li ha). Compongono l'allegra brigata di storti e malfatti un paraplegico (Santamaria, "il papero" ), la fidanzata senza braccia, (Serraiocco, in arte "la ballerina"), un tossicodipendente conosciuto come "il merda" e un nano scassinatore professionista. Uniti nella disgrazia e nei loschi intenti mettono a segno il loro colpo del secolo sventrando il caveau di una banca. Peccato il bottino appartenga ad un malavitoso clan cinese che ad ogni costo, e con ogni mezzo, intenta il recupero dello sporco gruzzolo. Borgate di una Roma aleatoria, che potrebbero essere parte di una qualunque periferia, si popolano di personaggi caratteriali che dopo solo pochi minuti di trama esplodono alla Quentin Tarantino prime regie, dove lo splatter però non è di qualità: forse come cartone animato avrebbe retto, ma sul grande schermo si perde tra lo scadente e il disgustoso. Alla sua prima prova generale di sceneggiatura e regia, Gomez approda a Venezia scegliendo attori che hanno dato prova, anche di recente, di ottime interpretazioni (Santamaria certamente, ma anche la Serraiocco piuttosto presente negli ultimi due anni) e non deludono, dal punto di vista recitativo, nemmeno in questo film. La fotografia viaggia di pari passo con la regia, e sposa la medesima forza della trama: la spinta troppo elevata per lo spazio a disposizione. Peccato, l'idea di una rivincita degli sfortunati non era male ma, evidentemente, il regista ha mantenuto fede al proverbio mettendo lo spettatore in guardia: "Guardati dai segnati di Dio".
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spettatore
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domenica 10 settembre 2017
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divertirsi a "fare cinema" non basta.
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Si presenta senza nessun freno inibitorio, ne in quel che è messo in bocca hai personaggi ne con la regia che si diverte con ogni mezzo fino però a diventare posticcio e ripetitivo. La cura dei costumi non ha minimi confronti con la scarsa eleganza della regia che si manifesta come un'accozzaglia di tentativi istintivi senza la minima razionalità, che se inizialmente sembra apprezzabile mano mano che il film va avanti diventa stucchevole e noioso. La sceneggiatura è quasi un gioco basilare alla ripetizione che diventa mano mano sempre più noioso e pieno di cliché quasi da subito, qualche battuta risulta brillante ma anche in quello, ma mano che va avanti, inizia a ripetersi fino alla nausea per non parlare della seconda metà dove tutto è scontato e inutilmente mostrato.
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Si presenta senza nessun freno inibitorio, ne in quel che è messo in bocca hai personaggi ne con la regia che si diverte con ogni mezzo fino però a diventare posticcio e ripetitivo. La cura dei costumi non ha minimi confronti con la scarsa eleganza della regia che si manifesta come un'accozzaglia di tentativi istintivi senza la minima razionalità, che se inizialmente sembra apprezzabile mano mano che il film va avanti diventa stucchevole e noioso. La sceneggiatura è quasi un gioco basilare alla ripetizione che diventa mano mano sempre più noioso e pieno di cliché quasi da subito, qualche battuta risulta brillante ma anche in quello, ma mano che va avanti, inizia a ripetersi fino alla nausea per non parlare della seconda metà dove tutto è scontato e inutilmente mostrato. Il regista fa un gioco allo shock tentando di scuotere lo spettatore senza porsi dei limiti, un gioco che però non risulta stimolante ma fine a se stesso. L'uso delle musiche è a dire poco imbarazzante ( credo non ci siano momenti senza temi musicali o sequenze che tentano di caricare l'atmosfera inutilmente). Le grafiche discutibili lasciano cogliere il mancato senno registico lasciando intuire che tutte le attenzioni sono unicamente dettate dalla messa in scena che risulta però originale e molto bella. Troviamo nuovamente un film che non ragiona sul mezzo, sul immagine stessa e La fotografia non sembra parlare dello stesso film, a volte naturalistica non carica mai come dovrebbe. Attori discertamente diretti (anche se il romano di Santamaria non è niente di speciale rispetto alle ultime sue interpretazioni) e il dialoghi romaneschi ricolmi delle solite battutaccie e stereotipi. Quando finisce resti con un senso di vuoto mai provato, come vedere un bel video su YouTube o Facebook. Non ha il benché minimo motivo di raccontare questa storia che viene giustificata in interviste legandosi a problemi di emarginati o disabili, pretesto pero davvero sciatto per raccontare una storia sopratutto se al termine della pellicola neppur la più lontana delle morali, sentimento o emozione viene portato a casa dallo spettatore.
Un film che non ha senso di esistere se non impegnare, divertendo una troupe per 5 settimane.
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