Ritratto di Famiglia con Tempesta |
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Un film di Kore'eda Hirokazu.
Con Hiroshi Abe, Kirin Kiki, Yôko Maki, Lily Franky, Sôsuke Ikematsu.
continua»
Titolo originale After the Storm.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- Giappone 2016.
- Tucker Film
uscita giovedì 25 maggio 2017.
MYMONETRO
Ritratto di Famiglia con Tempesta
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un talento sbocciato presto o tardi?di FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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mercoledì 7 giugno 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un veloce scambio di battute tra Yoshiko (Kirin Kiki, di recente commovente protagonista de “Le ricette della signora Toku”) e sua figlia in un minuscolo appartamento giapponese rivela che la anziana madre non rimpiange il marito scomparso, un uomo sempre indebitato e costretto a inventare fantasiose menzogne. La radio annuncia l’arrivo dell’ennesimo temporale monsonico e tutti dovranno proteggersi. Appare in scena Ryota (Hiroshi Abe), uno stangone di 190 cm, figlio di Yoshiko. Sta recandosi a casa di sua madre; lo accompagna una canzone tipo The lazy whistler, ma molto più strascicata e sfaticata quasi ad annunciare il carattere dell’uomo; questi sale sulla metro, fa una sosta ad un mini-bar e divora in piedi con frettolosa bulimia una zuppa con spaghetti; passa vicino ad un parco giochi, dove c’è una piovra di plastica rosa con numerosi anfratti nei quali Ryota si nascondeva da bambino. Yoshiko non è in casa e Ryota ne approfitta per cercare denaro nei cassetti, ma trova e intasca solo biglietti della lotteria nazionale. Come il padre defunto è sempre indebitato e bugiardo: non paga puntualmente gli alimenti alla ex-moglie, che cresce il loro figlio Shingo. Vivacchia lavorando per una ditta di investigazioni private; ricatta assieme ad un giovane socio le vittime dei pedinamenti, bruciando subito il denaro in scommesse sulle corse ciclistiche Keirin. Eppure anni prima ha pubblicato un romanzo autobiografico salutato come la rivelazione di un grande talento; l’editore si informa sul romanzo che Ryota dovrebbe scrivere, ma sa che non uscirà mai … Il regista 55enne torna sul tema della paternità, al centro dei suoi ultimi due film del 2013 e 2015, buoni frutti della maturità. Nel primo, Father and son, premiato a Cannes 2013, lo scambio tra due neonati di famiglie di opposte condizioni sociali crea il dilemma della scelta tra amore familiare già radicato nel tempo e richiamo del sangue. Nel secondo, Little sister, le due sorelle maggiori scelgono di costruire una famiglia allargata con la sorellastra minore, nata da un successivo matrimonio del padre defunto. In questo film Ryota deve superare ed elaborare il peso della figura paterna, assente nel suo passato; ha un presente insostenibile, privo di bussola per orientarsi, tanto che sembra non esserci un futuro per lui né come figlio né come padre. Ma forse no; il “deus ex machina” potrebbe essere proprio il monsone che potrà provocare la maturazione di Ryota restituendogli almeno il dono smarrito del rapporto con il figlio. L’accostamento di Kore-eda a Ozu, del quale sono stati riproposti diversi film in una recente rassegna, da Viaggio a Tokyo a Buon giorno, trova fondamento nella descrizione del contrasto giapponese non tanto tra tradizione e modernità, tra personaggi che vivono in una grande città ed altri relegati in zone periferiche o addirittura rurali, ma quanto tra i chiari e gli scuri psicologici - con un analogo registro narrativo - dei protagonisti, preda di incomunicabilità generazionale. Il Giappone di oggi, come buona parte del mondo industrializzato, è quasi un unico agglomerato nel quale i treni vanno e vengono, un ambiente nel quale le persone vivono la loro esistenza comunicando poco o niente. Il regista firma anche sceneggiatura e montaggio; dirige bene tutti i suoi attori, tra i quali spiccano Hiroshi Abe e Kirin Kiki. Ne esce un film ironico, divertente, dolce-amaro e vero: da non mancare. Valutazione **** FabioFeli
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