Quello spietato killer è gentile con la mamma e la fidanzata
di Roberto Nepoti La Repubblica
Se vuoi la pace prepara la guerra» è il motto tatuato sul poderoso avambraccio di Stefano, un samurai di borgata che fa il buttafuori in un locale, ma arrotonda sparando addosso ai nemici di un boss della malavita. Spietato nelle esecuzioni, il killer è gentile con la madre, che soffre di Alzheimer, e con le donne in genere. Innamoratosi della giovane cinese Lee Ang (ogni riferimento al nome del regista di Taiwan è casuale?), Stefano progetta di partire con lei per rifarsi una vita. Si vis pacem para bellum evoca antichi personaggi del noir francese parafrasandoli in versione romanesca e richiamando - nelle modalità di regia- il poliziottesco italiano degli anni Settanta. Il risultato non manca d'interesse. Pur con alcune coincidenze improbabili (ma funzionali all'evolversi della storia) nell'impianto narrativo, e al netto di qualche scena di sesso non necessaria, il film si emancipa dalla retorica gomorresca di moda nella fiction corrente e centra un bel personaggio di duro malinconico e perdente.
Da La Repubblica, 19 maggio 2016
di Roberto Nepoti, 19 maggio 2016