Pane e Burlesque |
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Un film di Manuela Tempesta.
Con Laura Chiatti, Sabrina Impacciatore, Michela Andreozzi, Fabrizio Buompastore.
continua»
Commedia,
durata 86 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 29 maggio 2014.
MYMONETRO
Pane e Burlesque
valutazione media:
2,29
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un elogio alla donnadi Donato PrencipeFeedback: 2206 | altri commenti e recensioni di Donato Prencipe |
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lunedì 24 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'opera prima di Manuela Tempesta è un film tutto rivolto al femminile, cercando, al tempo stesso, di far riflettere tutti quegli uomini che alle volte si dimenticano di intendere la donna come una creatura meravigliosa, dotata di un intelletto e una versatilità ben superiore a loro stessi, qualità che le permettono molto spesso di riuscire a cavarsela anche in situazioni molto complesse e difficili da affrontare, riuscendo a risollevarsi, facendo leva su un 'intelligenza molto acuta e sottile. Situazioni difficili e logoranti, come può esserlo una crisi finanziaria raccontata nel film. La storia vede protagonista Sabrina Impacciatore (Baciami ancora) alias Giuliana Bontempi ritornare nel suo paesino nativo nell'entroterra pugliese e sconvolgere buona parte, se non tutti, i suoi abitanti. Mimì La Petite, nome d'arte col quale si fa chiamare dal suo ritorno a casa, porta nel paesino una ventata di novità, mista a seduzione e un pizzico di trasgressione che prende il nome di “Burlesque”. Naturalmente tutto ciò è uno vero e proprio shock per quella che può essere una vita di paese e per delle menti rimaste parecchio indietro negli anni e che fanno fatica a comprendere certe tematiche, come ad esempio l'abbandono di una visione patriarcale della famiglia o l'intendere il corpo di una donna come una forma d'arte, che nella sua totalità è sinonimo di bellezza assoluta e non limitarsi a vederlo come un oggetto scandaloso indipendente dalle sue funzioni intellettive. Il buon Edoardo Leo (Buongiorno papà) è Vincenzo, titolare di una merceria che la crisi ha letteralmente messo in ginocchio così come la maggior parte delle persone dell'intero paesino, disoccupati a causa della chiusura di un'importante fabbrica di ceramiche su cui si poggiava praticamente l'intera economia. La fabbrica in questione appartiene, come lascito del padre, a Giuliana Bontempi, tornata in paese proprio per venderla ad alcuni acquirenti. Laura Chiatti (Io, loro e Lara) è la moglie di Vincenzo, Matilde, ed una delle quattro donne che verrà convinta da Mimì ad intraprendere la strada del Burlesque. Assieme a loro due vi sono anche Teresa interpretata da Michela Andreozzi (Tutta colpa di Freud) e Viola che ha il volto di Giovanna Rei (Quello che le ragazze non dicono), oltre all'unico accompagnatore delle quattro “femme fatale” Marco Bonini (L'anno mille) nel ruolo di Mago Zep. Grazie al Burlesque, questo tornado di sensualità, le nostre protagoniste riusciranno, senza non poche fatiche, ad ammorbidire le dicerie popolari e ad innalzare la figura della donna come merita. Una nota stonata che mi porta a muovere una critica negativa al film è l'ostinazione nel far recitare a tutti i costi con la cadenza pugliese attori che sono nati da tutt'altra parte, rendendo così meno credibili i loro ruoli. Ma non sarebbe meglio in questi casi farli recitare con la loro cadenza, sia essa romana o napoletana? D'altronde la storia recente d'Italia ci racconta come al giorno d'oggi sia difficile che una persona viva e nasca nello stesso paese, ma si è portati, per diversi motivi, a dover andare a vivere in posti con usi e costumi diversi dai nostri, per cui non sarebbe uno scandalo imbattersi in un soggetto che parla con un'inflessione pugliese a Verona o viceversa, ma è solamente il decorso della storia che va avanti e che ci dovrebbe vedere più affini e “aperti” ai cambiamenti, spogliandoci dei soliti stereotipi e cercando, nel caso di un film, di raccontarlo nel modo più attuale possibile.
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