zafferano
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giovedì 11 giugno 2015
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il disordine come coscienza più alta delle cose
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Attori bravissimi, soprattutto nel mostrare i differenti stati emozionali, ma anche nel calarsi nella parte di personaggi che hanno vissuto nel 1682.
Apparentemente pesante (due persone russavano in sala), in realtà potrebbe piacere parecchio, a patto di andare con gli strumenti giusti per comprenderlo.
Già il titolo, Le Regole del Caos, è indicativo di ciò che lo spettatore deve attendersi. Madame de Barras, interpretata da una eccellente Kate Winslet, è la protagonista del film, una donna, all'avanguardia per l'epoca, geniale e intelligente, con la sua dose già ricca di esperienze forti alle spalle.
Interessante anche come la regia mostri il vissuto di una corte reale francese dell'epoca, con uno dei cortigiani che nel film dirà di loro stessi: "non possiamo uscire di qua, siamo come dei topi in trappola".
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Attori bravissimi, soprattutto nel mostrare i differenti stati emozionali, ma anche nel calarsi nella parte di personaggi che hanno vissuto nel 1682.
Apparentemente pesante (due persone russavano in sala), in realtà potrebbe piacere parecchio, a patto di andare con gli strumenti giusti per comprenderlo.
Già il titolo, Le Regole del Caos, è indicativo di ciò che lo spettatore deve attendersi. Madame de Barras, interpretata da una eccellente Kate Winslet, è la protagonista del film, una donna, all'avanguardia per l'epoca, geniale e intelligente, con la sua dose già ricca di esperienze forti alle spalle.
Interessante anche come la regia mostri il vissuto di una corte reale francese dell'epoca, con uno dei cortigiani che nel film dirà di loro stessi: "non possiamo uscire di qua, siamo come dei topi in trappola".
Alcuni momenti sono molto intensi; altri invece sono abbastanza ilari, come il Re di Francia Luigi XIV, costretto a interpretare la parte di un semidio, adorato e venerato, ma che alla fine si mostra molto umano, svelandosi soprattutto a Madame de Barra.
Da un punto di vista storico si può capire anche il passaggio dai giardini di concezione italiana, rigidamente regolari e simmetrici, ai giardini inglesi dal paesaggio sinuoso e movimentato, passando appunto dai giardini francesi, che cominciano a infrangere le regole dettate fino a quel momento. A Madame de Barra è bastato spostare un vaso all'interno di una composizione ordinata e simmetrica, per infrangere subito "la regola"; il concetto è che è più difficile prendere coscienza del disordine che dell'ordine, ma la coscienza del disordine è sempre coscienza, anche se una coscienza più alta delle cose; idea che da lì a cento anni porterà alla rivoluzione francese.
Valuto negativamente però il fatto di aver voluto a tutti i costi inserire la ormai scontata storia con il fantasma di mezzo, cosa di cui non si sentiva proprio il bisogno, e che sembra inserita forzosamente nella trama.
In alcuni momenti inoltre, il personaggio di Madame de Barra sembra di una modernità estrema; questo anacronismo forse rende più divertente il film, ma gli fa anche perdere un po' di spessore storicistico.
Film interessante, secondo me è da vedere.
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stefano pariani
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martedì 21 luglio 2015
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un po' di caos tra ragione e sentimento
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Francia, ultimi anni del Seicento. Sabine de Barra (Kate Winslet) è una paesaggista che realizza giardini per i nobili del tempo. Un giorno viene scelta tra tanti da Andrè Le Notre (Matthias Schoenaerts), artista ufficiale di Luigi XIV (Alan Rickman), per realizzare i giardini della reggia di Versailles, dove la corte sta per trasferirsi. Ciò che la donna vuole creare è ben lontano da quel che ha in mente Le Notre, un elegante giardino che rispecchi i canoni del razionalismo dominante nella cultura francese del tempo. Sembrerebbe impossibile realizzare il progetto di Sabine, incompatibile tanto con i gusti di corte quanto con le rigide vedute di Andrè, eppure qualcosa attrae l’artista giardiniere e non riguarda solo il progetto anticonformista di Sabine, ma anche la sua personalità volitiva e carismatica.
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Francia, ultimi anni del Seicento. Sabine de Barra (Kate Winslet) è una paesaggista che realizza giardini per i nobili del tempo. Un giorno viene scelta tra tanti da Andrè Le Notre (Matthias Schoenaerts), artista ufficiale di Luigi XIV (Alan Rickman), per realizzare i giardini della reggia di Versailles, dove la corte sta per trasferirsi. Ciò che la donna vuole creare è ben lontano da quel che ha in mente Le Notre, un elegante giardino che rispecchi i canoni del razionalismo dominante nella cultura francese del tempo. Sembrerebbe impossibile realizzare il progetto di Sabine, incompatibile tanto con i gusti di corte quanto con le rigide vedute di Andrè, eppure qualcosa attrae l’artista giardiniere e non riguarda solo il progetto anticonformista di Sabine, ma anche la sua personalità volitiva e carismatica.
Le vicende portano i due a confrontarsi sul piano professionale e poco alla volta anche su quello personale, facendo emergere con delicatezza la solitudine di entrambi che nasconde un doloroso passato per lei ed un amaro presente per lui. Sarà un tragico incidente ad avvicinare le loro esistenze definitivamente.
Sullo sfondo la corte dei nobili francesi e le loro ipocrisie, i vani rituali, le rivalità e le malelingue. Lo stesso Luigi XIV è solo un figurino imbellettato che si muove in questo sontuoso teatrino, sotto cui si nasconde un uomo che deve obbedire a un’etichetta sociale.
Dopo l’esordio con “Un gelido inverno” (1997), Alan Rickman realizza questa sua seconda opera dall’impianto teatrale affidando il ruolo principale a Kate Winslet, tra le migliori attrici della sua generazione, con cui aveva già recitato in “Ragione e sentimento” (1995). E forse non è un caso: anche qui, in qualche modo, emergono i conflitti tra la ragione e il cuore; Sabine de Barra è quasi un’antesignana del Romanticismo, come le eroine di Jane Austen, e si scontra con i rigidi schemi del razionalismo, opponendo la libertà del suo spirito a qualsiasi tipo di costrizione sociale in un mondo in cui il ruolo della donna era del tutto marginale. Al suo fianco Matthias Schoenearts, solitamente intenso ma qui un po’ a disagio in costumi d’epoca, Stanley Tucci, che recita la parte del solito gay snob-simpatico nei panni del duca d’Orleans alle prese con moglie e giovane amante, e tutta una serie di bravi attori inglesi.
Il titolo italiano, quasi un ossimoro, non rende giustizia a quello originale, “A little chaos”, che meglio lascia intendere quel po’ di caos gettato da uno spirito indipendente e passionale in un mondo finto, dove tutto veniva spettacolarizzato, e nel cuore ferito di un uomo. Il film scorre piacevole, non annoia, ma allo stesso tempo sembra non accendersi mai e non avere quel guizzo di originalità nella sceneggiatura o in qualche scena particolare. Dà quasi l’impressione di essere un bell’esercizio di stile, ben recitato, con bei costumi, ma un po’ fine a se stesso e dove la mano del regista scrive in bella grafia, ma senza grande personalità.
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(di gabriella)
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ruger357mgm
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sabato 6 giugno 2015
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rose di damasco e sudore....
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Tra i film di genere questo riscuoterà sicuramente enorme fortuna, insieme a "giardino segreto" e a L'erba di Grace ,tra gli appassionati di botanica.Capire la passione per il gardening e l'estasi dai pollice verde trova ,nell'operina di alan Rickman vette elevate. Sarà certamente più capito in Gran Bretagna che in Italia. Scene e costumi all'altezza,sceneggiatura molliccia e presuntuosa, sono le piante e i giardini a farla da padroni ,sembra di sentire il profumo delle rose di Damasco e del sudore della giunonica Kate, in parte e in palla, nonché quella del'eau de parfum del principe d'orleans, uno stanley tucci irriconoscibile e divertente.
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Tra i film di genere questo riscuoterà sicuramente enorme fortuna, insieme a "giardino segreto" e a L'erba di Grace ,tra gli appassionati di botanica.Capire la passione per il gardening e l'estasi dai pollice verde trova ,nell'operina di alan Rickman vette elevate. Sarà certamente più capito in Gran Bretagna che in Italia. Scene e costumi all'altezza,sceneggiatura molliccia e presuntuosa, sono le piante e i giardini a farla da padroni ,sembra di sentire il profumo delle rose di Damasco e del sudore della giunonica Kate, in parte e in palla, nonché quella del'eau de parfum del principe d'orleans, uno stanley tucci irriconoscibile e divertente.Più di tanto ad una storiellina così esile non si può chiedere.Per aficionados.Comunque , con un buon quarto d'ore in meno, vedibile.
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flyanto
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lunedì 22 giugno 2015
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l'estroso progetto di una fontana che fa scoppiare
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Un'ennesima pellicola in costume, ben diretta, ben interpretata ma poco originale per ciò che concerne la vicenda e la sua rappresentazione.
Nella Francia di Luigi XIV una donna (Kate Winslet), esperta ed abile nella cura dei giardini, viene scelta dal già collaudato e famoso architetto di esterni (Matthias Schoenaerts) al servizio presso la corte del Re Sole al fine di concorrere al disegno ed alla progettazione di una fontana nella reggia di Versailles. L'dea di venire affiancato per questo progetto da una donna, per di più sconosciuta e non di nobili origini, non sorride molto al suddetto architetto ma riconoscendone il valore e nel corso dei lavori apprezzandone sempre di più l'estro e la personalità, egli ne subisce piano piano il fascino e, ricambiato, alla fine se ne innamorerà.
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Un'ennesima pellicola in costume, ben diretta, ben interpretata ma poco originale per ciò che concerne la vicenda e la sua rappresentazione.
Nella Francia di Luigi XIV una donna (Kate Winslet), esperta ed abile nella cura dei giardini, viene scelta dal già collaudato e famoso architetto di esterni (Matthias Schoenaerts) al servizio presso la corte del Re Sole al fine di concorrere al disegno ed alla progettazione di una fontana nella reggia di Versailles. L'dea di venire affiancato per questo progetto da una donna, per di più sconosciuta e non di nobili origini, non sorride molto al suddetto architetto ma riconoscendone il valore e nel corso dei lavori apprezzandone sempre di più l'estro e la personalità, egli ne subisce piano piano il fascino e, ricambiato, alla fine se ne innamorerà. Tra numerosi intrighi e vicende la costruzione della famosa fontana nel frattempo prosegue riuscendo anche ad essere portata a termine con grande gioia e plauso da parte di tutti i cortigiani, Re Sole compreso.
Alan Rickman, qui in veste anche di attore nel ruolo di Luigi XIV, dirige, ripeto, un film perfetto in tutte le sue parti, curato nei minimi dettagli e preciso nella riproduzione degli ambienti e dei costumi della sfarzosa Francia del diciottesimo secolo. Egli sceglie anche un cast di tutto rispetto, da Kate Winslet che si conferma essere una certa garanzia di successo, all'ormai sempre più presente nelle pellicole contemporanee e nei ruoli più svariati Matthias Schoenaerts, a Stanley Tucci, ecc. Ma tutto ciò non solleva quest'opera da un contesto banale, dalla riproduzione di uno dei tanti sceneggiati televisivi di produzione inglese, insomma dall'essere non altro che un film di maniera senza alcun exploit originale o, per lo meno, senza possedere un qualcosa o quello spirito che lo diversifichi dalle precedenti e numerose pellicole di costume.
Piacevole a guardarsi ma nulla di più.
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claudio di trapani
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domenica 27 settembre 2015
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kate winslet regina
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Una storia di cinema d'autore, anche se l'intrapendenza e la forte presenza di una non nobile sulla scena di un carismatico re sole risulta un po' azzardata. Tuttavia, le atmosfere romantiche, le variegate solitudini, gli inevitabili piccoli e grandi drammi della vita, e il delicato sforzo di aprire "una finestra sulla perfezione", arrivano sicuri a destinazione. Kate Winslet è la vera regina di questo film, ma anche tutto il resto non è un semplice apparire.
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alex2044
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domenica 7 giugno 2015
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il titolo è bellissimo e il film ?
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Il titolo è bellissimo ! Il film , pur non essendo malvagio , non proprio . Ciononostante il film scorre , forse piatto , ma scorre e si arriva alla fine non particolarmente annoiati . I costumi , le scene , gli ambienti stimolano un po' di interesse . La verità storica , un po' ardita , è una sine cura e se non era proprio tutto così , non importa . Per quanto riguarda la regia è come il film un po' piatta . Gli attori , professionali , ma nulla di più .Forse qualche lampo ce lo regala Stanley Tucci , giustamente poco riconoscibile , da vero attore qual'è . Insomma un film che si può vedere e che forse potrebbe approfittare delle non memorabili uscite di Giugno per attirare un po' di spettatori senza grandi pretese .
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