The Zero Theorem |
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Un film di Terry Gilliam.
Con Christoph Waltz, Mélanie Thierry, David Thewlis, Tilda Swinton, Matt Damon.
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Titolo originale The Zero Theorem.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- USA, Gran Bretagna 2013.
- Minerva Pictures Group
uscita giovedì 7 luglio 2016.
MYMONETRO
The Zero Theorem
valutazione media:
3,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Orwell, 50 anni dopo...di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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domenica 10 luglio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"The Zero Theorem" è un film che nasce all'insegna della continuità. Anche se sono passati 30 anni da "Brazil", Gilliam continua a sviluppare la stessa ricerca stilistica e di contenuto, una ricerca in cui la presentazione di una società disumanizzata si salda con le tematiche del senso della vita, dell' identità, del conformismo e della rivolta individuale. Un regista che ci propone un'estetica visionaria, sovrabbondante, dai colori saturi e le forme tondeggianti, dagli ambienti immensi e fortemente caratterizzati, quasi un videogioco che rappresenta il futuro con gli strumenti del passato, una sorta di "Blade runner" ambientato nel 2039 e non nel 2019 e girato a inizio di secolo. Una società in cui il dominio sulle coscienze individuali è già consolidato e i singoli competono tra di loro per interpretarne le logiche di sottomissione. Una società in cui tutto è apparenza, pubblicità, connessione, upload di dati, come se ci trovassimo dentro la promozione di uno smartphone. Qohen è un programmatore della Mancom, un gigante del web intermedio tra Apple e Facebook, vive in una chiesa piena di vetrate, statue, arredi antichi, in cui il volto di Gesù è sostituito a una telecamera che lo mette in contatto con la compagnia. E' una persona asociale, parla di sè in prima perona plurale, non sopporta di essere toccato, ha un'avversione per gli spazi esterni al limite dell'agorafobia, non mangia e non beve nulla, tranne ciò che si prepara a casa. Aspetta da anni una "chiamata", una voce al telefono che gli riveli il senso della sua vita, la missione a cui è destinato. A lui viene affidata la risoluzione dello "Zero Theorem", il postulato che l'universo è destinato a collassare in un gigantesco buco nero che annullerà tempo,spazio, materia, fino a ridurre il cosmo intero a zero... Da un punto di vista visivo, il film di Gillian è sontuoso, barocco, pieno di dettagli vintage (Il telefono a cornetta, la rete neurale che assomiglia agli oblò di una nave). Il messaggio che veicola è quello di una sconfitta (più collettiva che individuale), anche se il protagonista -un ottimo Waltz- nell'attesa della sua "chiamata" perde l'occasione di cambiare per davvero la propria vita. Come a dire che la salvezza sta nel cogliere gli spiragli di relazione e libertà e non nelle fedi o nell'accettazione di un modello imposto da entità impersonali. W.
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