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The Green Inferno |
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Un film di Eli Roth.
Con Lorenza Izzo, Ariel Levy, Kirby Bliss Blanton, Aaron Burns, Magda Apanowicz.
continua»
Titolo originale The Green Inferno.
Horror,
durata 103 min.
- USA 2013.
- Koch Media
uscita giovedì 24 settembre 2015.
- VM 18 -
MYMONETRO
The Green Inferno  
valutazione media:
2,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"The green...Cannibal Holocaust"
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| venerdì 5 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Una regia caotica al limite dell'incomprensibile che fa del proprio cavallo di battaglia la violenza cruda e grottesca tipica del genere horror-splatter e del cannibal-movie anni 70/80, ecco questo è "The green inferno", ultima fatica del regista Eli Roth. Del resto dal papà di "Cabin Fever", pietra miliare del rinnovato cinema horror-splatter, non ci si poteva aspettare di meno, ma forse un po' di più si, anzi sicuramente. La trama di "The green inferno" è lineare e a tratti banale, fattore questo che del resto si addice alla maggioranza degli esponenti del cinema cui cerca disperatamente, quanto inefficacemente, di rendere omaggio ("Cannibal holocaust" tra i tanti).
L'arco narrativo fa quasi da contorno, tanto da essere liquidato alquanto frettolosamente per far spazio alle scene più crude. Encomiabili sicuramente gli effetti speciali, prodotti della più recente tecnologia, forse l'unico aspetto positivo di un film neanche a metà riuscito. La caratterizzazione dei personaggi, per molti aspetti centrale in un film simile, appare scialba e a tratti inesistente. I personaggi, insomma, sono trattati al pari dei maiali con i quali sono imprigionati, nient'altro che sacchi di carne da cui trarre approvvigionamento, ma non tanto dai crudeli indigeni cannibali, quanto invece dal regista in primis.
"Un film sui generis", qualcuno potrebbe definirlo, "ambizioso, complesso e ahimè poco riuscito", tuttavia per il sottoscritto non è e non deve in alcun modo essere doverosa alcuna clemenza, poiché dal regista horror per antonomasia (si ricordi "Hostel" tra gli altri) ci si deve aspettare di più (in modo particolare quando si viene illusi di un ritorno in pompa magna di un genere che, tra alti e bassi, a suo tempo ha fatto la storia del cinema).
Insieme agli effetti speciali (davvero eccezionali è proprio il caso di sottolinearlo) non è malaccio neppure l'accompagnamento musicale, a cura di Manuel Riveiro, capace di accompagnarsi adeguatamente alla violenza in scena.
Tirando le somme, qualsiasi significato o messaggio volesse trasmettere "The green inferno", rimane sepolto sotto la spessa coltre del suo fallimento, farcito da una regia inspiegabilmente confusa e da un eccesso, quasi distrattore, di rossa violenza.
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