La casa |
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Un film di Fede Alvarez.
Con Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore
Titolo originale Evil Dead.
Horror,
durata 90 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 9 maggio 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La casa
valutazione media:
3,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Remake al di sopra delle aspettativedi ugogigioFeedback: 728 | altri commenti e recensioni di ugogigio |
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sabato 25 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Troppo facile darne un giudizio negativo sulla base di paragoni quantomai improponibili con gli abusati capolavori del passato o con la considerazione che tutto quanto sappia di già visto: i personaggi stereotipati e mere funzioni allo svolgersi della trama (Natalie pronuncia praticamente le prime battute solo poco prima di essere assalita!), le solite presenze demoniache, le ovvietà narrative più che prevedibili, il rito della lettura del libro infernale, i finali reiterati ecc..strappano in effetti quasi un sorriso indulgente dopo l'esplicitazione destrutturante di tutti i topoi del genere operata in senso metacinematografico dalla coppia Whedon/Goddard in Quella Casa nel Bosco, il cui riferimento più evidente e' tra l'altro, almeno all'inizio, proprio il film di Sam Raimi che negli anni 80 inauguro' il filone. La materia del film di Alvarez soffre dunque in partenza della sfortunata coincidenza cronologica e anche dell'ovvio fatto che dopo il film di cui vuole essere una sorta di non meglio precisata commistione di remake/sequel/spin off (o meglio i film, dato che anche il secondo capitolo della trilogia originale ne e' parte integrante) si sono susseguiti trent'anni in cui i canoni del genere sono stati usati fino alla nausea, superati, parodiati, recuperati e ripensati. E nonostante ciò ne esce un film più che dignitoso, soprattutto considerandone la natura di opera prima e confrontandolo con analoghe operazioni di recupero malamente naufragate. Alvarez cerca di resettare tutto quanto originatosi per partenogenesi dal modello di riferimento ma allo stesso tempo non può fare a meno di aggiornarlo ai tempi correnti e cerca inoltre di infondere un'impronta personale alla materia (cosa rara!), trovandola in una cupezza e serietà di fondo che hanno ben poco da spartire con l'atteggiamento ironico e scanzonato che permea in generale il cinema di Raimi e che costituisce la cifra stilistica principale della sua trilogia (per la verità ancora acerba nel primo capitolo). L'umorismo nero dell'originale e' qui solo accennato, nonostante la creatività delle numerose trovate truculente, che sono sì esagerate ai limiti del ridicolo, ma gestite in modo da prendersi tutte molto sul serio, senza traccia di autoironia o compiacimento ludico. Il ritmo e' serrato come raramente, con un susseguirsi quasi ininterrotto di momenti di tesa suspense, fino ad una sequenza finale da applausi. E' vero che si punta molto sugli effetti splatter e su un campionario assai fantasioso di amputazioni, fluidi corporei, morti violente e torture autoinflitte varie (d'altro canto anche nell'originale la componente splatter era predominante), ma questo non va affatto a discapito della tensione ne' dell'atmosfera, che regala più di qualche puerile spavento, immergendo tutta la vicenda in una sorta di allucinazione perversa che risulta a conti fatti profondamente inquietante. Contribuiscono l'inserimento, a dire il vero un po' furbesco, del tema della disintossicazione e delle crisi di astinenza di Mia, la bravura degli attori, tutti semisconosciuti, una fotografia eccellente e funzionale nel tratteggiare atmosfere immerse nell'ombra e pregne di umidità, ma soprattutto una regia ricca di guizzi e soluzioni inventive, certo non paragonabile a quella di Raimi ma non immemore della sua lezione. Detto ciò, siamo comunque di fronte a un film di genere, che non brilla per particolari cifre autoriali e a cui assegnare l'etichetta di capolavoro sarebbe quanto meno inappropriato. 7
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