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Ho visto questo film dopo aver letto il libro. Un romanzo così surreale e commovente poteva diventare un film che non fosse un film d'animazione? Secondo me si' e nonostante abbia sentito pareri assolutamente contrastanti, a me e' piaciuto.
Al di la' delle apparenti stramberie, ma chi ha letto il libro può comprenderle, il film di Gondry stravolge le nostre abitudini. Non c'e lieto fine, n'è consolazione. E da colori, rumori e velocità (che mi hanno ricordato le vecchie comiche), si passa a toni cupi che ricordano 1984.
La parabola felicita'-agiatezza-colore, viene sostituita dalla parabola dolore-difficoltà-grigiore.
Ma tutti cio' sembrerebbe in rapporto di logica consequenzialità dell'eccesso: il lavoro e' alienante, come la ricerca intellettuale ma fine a se stessa di Chic.
Ma come non rimanere commossi dalla speranza e dalla tenacia di Colin nel curare Chloe', e dalla sua disperazione per veder spirare tutto quello che di bello c'era nella sua vita?
Non si può riflettere su questo aspetto, così forte nel film, che davvero a me e' sembrato diviso in due parti speculari, da far perdonare l'eccesso di astrazione.
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pierpaolo1968
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giovedì 6 marzo 2014
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anche sì, ma la recitazione?
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Al di là delle difficoltà a rendere la complessità del libro, e lasciamo la ricerca dell'eccesso al regista, ma si può sopportare una recitazione del genere? Altro che impersonarsi nei protagonisti, o commuoversi per la loro sorte, lei è antipaticissima col suo sorrisetto saputello e complice, e Colin un bamboccione insopportabile a cui vien naturale augurare ogni disastro. Entrambi fissi, stauari e monocordi.
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d'accordo? |
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