Les Misérables |
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Un film di Tom Hooper.
Con Amanda Seyfried, Hugh Jackman, Anne Hathaway, Russell Crowe, Helena Bonham Carter.
continua»
Musical,
durata 152 min.
- Gran Bretagna 2013.
- Universal Pictures
uscita giovedì 31 gennaio 2013.
MYMONETRO
Les Misérables
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Alle radici dell'imperialismo contemporaneodi RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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giovedì 18 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Che negli autori di questo musical ci sia un cedimento a celebrare l'imperialismo Yankee si può intuire se si pensa al titolo della loro seconda opera di successo, Miss Saigon, che trasferisce sulle rive del Mekong la trama della Madama Butterfly di Puccini. In questo caso invece la trama è aderente all'originale ed il contenuto è ben collaudato, in quanto non si tratta solo dell'opera più importante del celebre scrittore francese Victor Hugo, Les Miserables, ma della sua riduzione operistica, andata in scena con gran successo e con innumerevoli repliche in quella Broadway londinese che è il West End sin dal 1985, cinque anni dopo la sua edizione originale francese che a Parigi fu accolta meno calorosamente. Siamo quindi in un contesto che si ricollega direttamente al grande impero che ha il suo centro nevralgico nella grande mela newyorkese dalla quale, come attraverso un worm hole, si diramano tutte le parole d'ordine che hanno fatto spirare il vento globale ora da una parte ora dall'altra, a seconda degli interessi economici e geopolitici predominanti. Riportare in luce questo residuato bellico non può che avere un significato ben preciso a 23 anni suonati dalla caduta del muro si Berlino. Stiamo infatti parlando dello stesso intervallo di tempo che intercorre tra la rivoluzione francese e la cosiddetta “restaurazione” che il Metternich realizzò in Francia e in tutta Europa dopo la caduta di Napoleone con il Congresso di Vienna. La trama del film inizia non a caso nel 1815, l'anno del Congresso che decretò il nuovo ordine europeo post-illuministico, e finisce nel 1832 con i moti parigini seguiti alla morte del generale napoleonico Lamarque, repressi nel sangue. La trama ci parla di un galeotto, tale Jean Valjean, che rubò a fin di bene ma che, messo alla prova dal capitano delle guardie che lo rilascia sulla parola per buona condotta, ricasca nell'errore, viene miracolosamente graziato e si impegna solennemente a cambiare vita. Per fare ciò però è costretto a crearsi una seconda e una terza identità clandestine, arrivando prima a ricoprire la carica di sindaco e proprietario di una fabbrica a Montreuil-sur-Mer e poi a condurre una vita agiata a Parigi in compagnia della figlia adottiva Cosette. Con lei Valjean rischia di ripetere lo stesso errore già fatto quando fu condannato la prima volta a 19 anni di lavori forzati, ma questa volta l'amore per Cosette lo spinge a sacrificarsi per salvare la vita al giovane innamorato di lei e ricambiato, che altrimenti sarebbe destinato a fare la fine dei suoi compagni rivoluzionari. Alla fine morirà lui al posto del giovane, ma sarà una morte felice che lo vedrà riunito ai martiri per la libertà del '32 e alla madre di Cosette, che lo accoglie nell'aldilà perdonandolo per non aver impedito che venisse cacciata dal suo galoppino. Oggi come allora la ricerca del tornaconto personale domina su tutto, a qualsiasi costo, ma vale ancora la pena rifuggire da facili autoassoluzioni, sia sotto forma di trionfi di thanatos sia sotto forma di improbabili famiglie allargate come nel caso di Miss Saigon. Se non altro per alzare una sorta di “firewall” spirituale all'invasiva presenza di un'egemonia culturale che pretende di controllare le coscienze estendendo il controllo globale dei comportamenti al di là dell'accettabile.
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