francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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young adult: provaci ancora, diablo
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Parafrasando una celebre canzone degli 883, la regola dell'esordiente non sbaglia mai. Se al primo tentativo centri l'obiettivo ed ottieni titoli e riconoscimenti, dopo, quando arriva il momento di confermare quel talento, iniziano i problemi. E' quello che è successo, a mio avviso, a Diablo Cody, ex spogliarellista, ora sceneggiatrice di successo. Dopo aver scritto quel capolavoro del cinema moderno intitolato Juno, ha deluso con il mediocre Jennifer's Body. Ora, al terzo tentativo, non riesce ancora a convincere del tutto.
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Parafrasando una celebre canzone degli 883, la regola dell'esordiente non sbaglia mai. Se al primo tentativo centri l'obiettivo ed ottieni titoli e riconoscimenti, dopo, quando arriva il momento di confermare quel talento, iniziano i problemi. E' quello che è successo, a mio avviso, a Diablo Cody, ex spogliarellista, ora sceneggiatrice di successo. Dopo aver scritto quel capolavoro del cinema moderno intitolato Juno, ha deluso con il mediocre Jennifer's Body. Ora, al terzo tentativo, non riesce ancora a convincere del tutto. La sua ultima fatica si intitola Young Adult, film diretto dal bravissimo Jason Reitman, alla seconda collaborazione con Diablo.
Young Adult è la storia di Mavis Gary (Charlize Theron, nda) una donna che non riesce a vivere nel presente. La sua mente è sempre rivolta al periodo del liceo, quando era la ragazza più bella e popolare della scuola ed era fidanzata con Buddy Slade (Patrick Wilson,nda), l'amore della sua vita. Mavis è la ghost writer di una serie di romanzi per adolescenti (gli Young Adult del titolo, nda), di grande successo ma in fase di chiusura. E' una donna sola, persa tra i suoi ricordi e l'alcol. Eppure ha tutto per essere felice. E' bella, giovane e scrive libri di succeso. Ma niente da fare, non ci riesce. Un giorno, però, riceve via mail l'invito al battesimo della figlia di Buddy e qualcosa scatta in lei. Si convince che il destino vuole farli tornare insieme, così ritorna nella cittadina di provincia dalla quale è scappata per riconquistare il suo primo amore.
Inizia così un viaggio nella memoria, che non sarà come aveva sperato. Perché quando vivi il presente pensando al passato, rendersi conto di non essere diventati come ci si immaginava può spaventare. E fare male.
Il film, nel complesso, non è male, merito della bravura del regista, al suo quarto film, di una buona dose di ironia, e di Charlize Theron, bravissima a trascinarci negli abissi della mente decisamente deviata del suo personaggio. La macchina da presa segue Mavis passo dopo passo, e sono pochissime le inquadrature nelle quali lei non c'è. Il film parla di lei, e del modo in cui gli altri si relazionano a lei. Interessante, sicuramente, è il personaggio di Matt Freehauf (Patton Oswalt, nda), ex compagno di liceo di Mavis che, all'epoca, fu violentemente pestato da alcuni ragazzi della scuola, riportando seri danni fisici. Durante il periodo della scuola Mavis non aveva mai nemmeno per sbaglio rivolto la parola a Matt; adesso, però, diventa il suo confessore. Il suo migliore amico. Il suo appiglio per non affondare. Il film non mi ha pienamente convinto, principalmente per tre motivi; il primo, è la presenza di alcune scene assolutamente inutili, messe lì non si sa per quale motivo. Il secondo, è il ritmo troppo lento, diversamente dei film precedenti Reitman, che hanno invece come punto di forza proprio la scioltezza di racconto. Infine, l'elemento peggiore del film: Patrick Wilson, l'attore che interpreta Buddy. Ha una sola espressione per tutto il film, indipendentemente dalla emozione che sta provando. Ha fornito una pessima prova di recitazione, distruggendo un personaggio già debole di suo. Forse, con un attore capace il risultato sarebbe stato diverso. Voglio dire, non si può avere nella stessa scena una interprete eccellente come Charlize Theron, capace di rendere perfettamente il distacco di Mavis dalla realtà, e un cane come Wilson. Questa proprio non riesco a capirla.
Dopo capolavori come Thank You For Smoking, Juno e Tra le Nuvole, da Jason Reitman mi aspettavo decisamente di più. Ma forse sono io che chiedo troppo ad un regista che nel giro di pochi anni è riuscito ad entrare nella mia Top 5.
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shanks
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mercoledì 21 marzo 2012
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la ricerca di qualcosa che non c'è
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La ricerca della felicità. Oltre ad essere fonte di ispirazione per innumerevoli lavori artistici, questo mantra, è il fine ultimo di ogni essere umano, non ultima Mavis Gray.
Una ritrovata Charlize Theron da corpo ed anima ad una scrittrice di libri per adolescenti, che pervasa dalla noia, decide di tornare nella cittadina natale e, reindossati i panni della reginetta della scuola, tenta di sedurre il suo ex ragazzo, nonostante quest'ultimo sia felicemente sposato e neopapà.
C'è un minimo comune denominatore che attraversa la filmografia di Jason Reitman che si chiama "non voler crescere". Il titolo di questo lavoro ce lo ricorda continuamente, come una freccia che si conficca nel petto; quei dardi scagliati da una donna depressa, in continua lotta con se stessa per trarre un pò di serenità ed un posto nel mondo.
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La ricerca della felicità. Oltre ad essere fonte di ispirazione per innumerevoli lavori artistici, questo mantra, è il fine ultimo di ogni essere umano, non ultima Mavis Gray.
Una ritrovata Charlize Theron da corpo ed anima ad una scrittrice di libri per adolescenti, che pervasa dalla noia, decide di tornare nella cittadina natale e, reindossati i panni della reginetta della scuola, tenta di sedurre il suo ex ragazzo, nonostante quest'ultimo sia felicemente sposato e neopapà.
C'è un minimo comune denominatore che attraversa la filmografia di Jason Reitman che si chiama "non voler crescere". Il titolo di questo lavoro ce lo ricorda continuamente, come una freccia che si conficca nel petto; quei dardi scagliati da una donna depressa, in continua lotta con se stessa per trarre un pò di serenità ed un posto nel mondo. Coadiuvato per la seconda volta da Diablo Cody, il regista costruisce un film poco digeribile, affilato come i dialoghi e le sparate della protagonista, molto poco Young e decisamente Adult. La sceneggiatrice che dava speranza alla giovane Juno di credere che "tutto andrà bene", di scrittura in scrittura punta il mirino sempre più al centro della società americana, ribaltando gli stereotipi per cui il personaggio popolare non possà provocare empatia e non possa avere fragilità emotive, descrivendo infine questa pellicola in maniera amara, collocandola in una provincia lontana dalla realtà cinica.
Il Santo Graal non è trovare qualcosa ma vivere la propria vita. E sbagliare. E ricominciare. Reitman ce lo sta dicendo.
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tiamaster
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sabato 10 marzo 2012
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tra il divertente e il disturbante.
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A vedere young adult ho avuto l'impressione che il film,partito come una commedia stesse diventando più una commedia drammatica,cosa che in effetti è.Charlize theron regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni,nel miglior film della coppia jason reitman-diablo cody.Il film provoca risate e lacrime amare,divertendo e facendo riflettere,con momenti che mi hanno disturbato,proprio grazie alla theron che interpreta in maniera mirabile un personaggio privo di sentimenti,che raggiunge l' appice nella scena finale in cui rovina la festa di battesimo del figlio del ex.Grandi interpretazioni per un film divertente e disturbante insieme,che,seppur nella trama non ci siano colpi di scena (anzi,a dir la verità uno c'è ne,e neppure piccolo),colpisce lo spettatore.
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A vedere young adult ho avuto l'impressione che il film,partito come una commedia stesse diventando più una commedia drammatica,cosa che in effetti è.Charlize theron regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni,nel miglior film della coppia jason reitman-diablo cody.Il film provoca risate e lacrime amare,divertendo e facendo riflettere,con momenti che mi hanno disturbato,proprio grazie alla theron che interpreta in maniera mirabile un personaggio privo di sentimenti,che raggiunge l' appice nella scena finale in cui rovina la festa di battesimo del figlio del ex.Grandi interpretazioni per un film divertente e disturbante insieme,che,seppur nella trama non ci siano colpi di scena (anzi,a dir la verità uno c'è ne,e neppure piccolo),colpisce lo spettatore.Commedia più drammatica che comica,seppur divertente....contraddizioni.
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ariel82
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lunedì 27 gennaio 2014
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un film che ti costringe a riflettere
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Appena lo spettatore vede Mavis Gray, impersonata da una bellissima Charlize Tehoron, non immagina che il film mostrerà le vicende di una donna frustrata, sregolata, insensibile e...sconfitta. Già è questa l'immagine che per buona parte del film si ha di lei. Lei che era stata Reginetta della scuola ai tempi del liceo, che se ne va dalla piccola cittadina per inseguire il sogno della grande città, che diventa una scrittrice di libri famosi, che ha uno splendido aspetto fisico e potrebbe avere gli uomini che vuole...Ebbene lei un giorno, torna nella vecchio paese, indispettita dopo aver appreso che il suo ex dei tempi del liceo, ha avuto una figlia, convinta di poterselo riprendere con uno schiocco di dita, completamente indifferente il fatto che lui sia sposato e che probabilmente sia innamorato della propria moglie.
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Appena lo spettatore vede Mavis Gray, impersonata da una bellissima Charlize Tehoron, non immagina che il film mostrerà le vicende di una donna frustrata, sregolata, insensibile e...sconfitta. Già è questa l'immagine che per buona parte del film si ha di lei. Lei che era stata Reginetta della scuola ai tempi del liceo, che se ne va dalla piccola cittadina per inseguire il sogno della grande città, che diventa una scrittrice di libri famosi, che ha uno splendido aspetto fisico e potrebbe avere gli uomini che vuole...Ebbene lei un giorno, torna nella vecchio paese, indispettita dopo aver appreso che il suo ex dei tempi del liceo, ha avuto una figlia, convinta di poterselo riprendere con uno schiocco di dita, completamente indifferente il fatto che lui sia sposato e che probabilmente sia innamorato della propria moglie.
Torna e fa un grosso buco nell'acqua...perchè si mette in ridicolo corteggiando spudoratamente il suo ex con atteggiamenti fuoriluogo da eterna adolescente, viene umiliata dall'ex che la rifiuta sonoramente e le svela che se è stato carino con lei è stato solo grazie al volere della moglie, preoccupata per lei. Il tutto esplode nella sfuriata che Mavis fa al battesimo della figlia dell'ex, dove scopre che tutti pensano quanto sia patetica e sì...sconfitta.
Disperata finisce per concedersi al suo nuovo amico nerd, un ragazzo che per tutti gli anni del liceo aveva sbeffeggiato.
E poi, prima di andarsene da quella piccola, bigotta e insulsa cittadina, Marvel ha una conversazione con la sorella dell'amico nerd...e mentre quest'ultima parla, allo spettatore si schiarisce il pensiero che per tutto il film era rimasto in un angolo.
Chi sono davvero i sconfitti? Mavis, che ha cercato di fare una vita più stimolante e interessanti trasferendosi nella grande città e dedicandosi alla propria carriera, o il suo ex e la propria moglie, rassegnatisi a vivere per sempre in un luogo sempre uguale a se stesso, imprigionati nei ruoli di conuige e poi genitori, impossibilitati a crescere professionalmente, additando come "squilibrato" chiunque non abbia le loro idee e viva come loro?
Agli spettatori l'ardua sentenza.
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filippo catani
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martedì 11 dicembre 2012
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film un po' piatto ma con una grande theron
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Una scrittrice alcolizzata di 37 anni vive ancora come ai tempi del liceo; beve pepsi dalla bottiglia appena alzata, rutta, intrattiene relazioni occasionali dopo un matrimonio fallito e si considera ancora la reginetta del liceo. Saputo per email che il suo ex fidanzato ha avuto una bambina, la donna decide di tornare nella città natale per cercare di riprenderselo.
Il titolo ha una doppia valenza; infatti si riferisce sia alla fascia di pubblico a cui si rivolgono i libri scritti dalla protagonista ma anche alla protagonista stessa che non è riuscita a gestire il passaggio dalla giovinezza all'età adulta. La donna è fuggita dalla piccola, provinciale, "perbenista" e gossippara Mercury per rifugiarsi nella grande città di Minneapolis dove vive in modo sreagolato passando da una sbronza all'altra condite da abbondanti dosi di cibo spazzatura.
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Una scrittrice alcolizzata di 37 anni vive ancora come ai tempi del liceo; beve pepsi dalla bottiglia appena alzata, rutta, intrattiene relazioni occasionali dopo un matrimonio fallito e si considera ancora la reginetta del liceo. Saputo per email che il suo ex fidanzato ha avuto una bambina, la donna decide di tornare nella città natale per cercare di riprenderselo.
Il titolo ha una doppia valenza; infatti si riferisce sia alla fascia di pubblico a cui si rivolgono i libri scritti dalla protagonista ma anche alla protagonista stessa che non è riuscita a gestire il passaggio dalla giovinezza all'età adulta. La donna è fuggita dalla piccola, provinciale, "perbenista" e gossippara Mercury per rifugiarsi nella grande città di Minneapolis dove vive in modo sreagolato passando da una sbronza all'altra condite da abbondanti dosi di cibo spazzatura. Il film però finisce per insistere solo su questo elemento e appare un po' scontata anche "l'amicizia" che sorge con il ragazzo messo ai margini dalla società perchè presunto omosessuale. Restano certo alcune perle e due su tutte; la prima quando la protagonista si reca in un negozio di Mercury per prendere un vestito sexy dichiarando alla commessa che lo fa per fa ingelosire la moglie provocando un mezzo svenimento della commessa. E l'altra battuta supercinica nel finale quando la sorella del ragazzo con cui ha fatto amicizia le chiede di portarla via da Mercury e lei gelandola le dice che sta benissimo dove si trova. Questo è gran parte merito della Theron che si cala perfettamente nella parte e regala una prestazione da one girl show veramente invidiabile. L'attrice sudafricana riesce a passare dall'ironia al cinismo in un ruolo difficile ma che lei si fa calzare a pennello consacrandola come una delle migliori e versatili attrici al momento in circolazione e fra l'altro molto abile nello scegliere bene i film (fatta forse eccezione per il recente Prometheus). Per il resto però il film si riempie di situazioni e personaggi già visti e scivola velocemente verso il finale. Senza infamia e senza lode.
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achab50
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sabato 12 marzo 2016
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nonni degli oscar, sveglia!
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Quando si comincia a pensare che i film abbiano detto tutto, esplorato tutto, devastato tutto, ecco che compaiono pellicole come questa, che nei formidabili anni 60 sarebbero entrate trionfalmente in qualsiasi cineforum. Infatti tratta di un tema sempre attuale dacchè esiste l'uomo: far fermare il tempo, riavvolgere la pellicola, ricominciare da un certo punto e virarlo secondo i nostri desideri.
E per fare questo siamo disposti a tutto, anche a rovinare quel po' di pellicola che ci resta! In questi frangenti siamo i peggiori nemici di noi stessi.
Qui la vicenda è semplicissima e lineare, ma a spiccare sono la regia attenta e semplicemente perfetta, i colori attentamente scelti, ed una Charlize Theron nei panni di una alcolizzata con evidenti turbe psichiche, semplicemente superba, alla quale con la presente assegno il personale oscar per l'interpretazione.
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Quando si comincia a pensare che i film abbiano detto tutto, esplorato tutto, devastato tutto, ecco che compaiono pellicole come questa, che nei formidabili anni 60 sarebbero entrate trionfalmente in qualsiasi cineforum. Infatti tratta di un tema sempre attuale dacchè esiste l'uomo: far fermare il tempo, riavvolgere la pellicola, ricominciare da un certo punto e virarlo secondo i nostri desideri.
E per fare questo siamo disposti a tutto, anche a rovinare quel po' di pellicola che ci resta! In questi frangenti siamo i peggiori nemici di noi stessi.
Qui la vicenda è semplicissima e lineare, ma a spiccare sono la regia attenta e semplicemente perfetta, i colori attentamente scelti, ed una Charlize Theron nei panni di una alcolizzata con evidenti turbe psichiche, semplicemente superba, alla quale con la presente assegno il personale oscar per l'interpretazione. Raramente ho visto un'attrice calarsi in una parte così convintamente da dover pensare che ci sia qualcosa di autobiografico.
Ho conosciuto una signora che ha tentato di ripercorrere questo riavvolgimento, e nel trascorrere nel film ho avuto dei soprassalti nel verificare come i sentimenti, di qua e di là dell'oceano, siano sovrapponibili, persino nelle esclamazioni, ed anche la sconfitta inevitabile.
Piccoli accorgimenti come la voce fuori campo che legge i poveri testi scritti dalla Ghost writer potevano essere triti ed insopportabili, ed invece trattati con abilità contribuiscono all'atmosfera. Perfettamente adeguata la colonna sonora.
Non concordo con coloro che hanno visto tutti perdenti: qui il perdente è uno solo, una sola. E chissà se la lezione sarà servita.
Film da vedere, rivedere e persino da meditare.
Ecco che di fronte a queste che sono tutto sommato opere di alto artigianato risaltano ancora di più, in negativo, le macerie del film italiano contemporaneo. Amen.
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gianleo67
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domenica 27 marzo 2016
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time machine of a midwest freak girl
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Abbandonato il marito e la frenetica vita di città, la scrittrice di storie fantasy per adulti Mavis Gary ritorna nella piccola cittadina di provincia in cui è cresciuta con la ferma intenzione di riconquistare il vecchio fidanzato del liceo, ormai sposato e con prole a carico. I suoi irrealistici e velleitari propositi di rivalsa, si scontreranno con un ambiente sociale chiuso e tradizionalista e troveranno l'inattesa complicità di un'amicizia maschile con cui scontare frustrazioni e solitudini di un bilancio esistenziale dal saldo decisamente negativo.
La commedia indipendente americana gioca con il risvolto perdente degli stereotipi che hanno sancito il successo di quella più omologata di ambientazione adolescenziale, con l'improbabile ritorno di fiamma di una ex reginetta di bellezza abbrutita dal fallimento del menage matrimoniale e annegata nei fiumi (fumi?) etilici di una debacle professionale che si smarrisce nei caratteri minuscoli sulla quarta di copertina.
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Abbandonato il marito e la frenetica vita di città, la scrittrice di storie fantasy per adulti Mavis Gary ritorna nella piccola cittadina di provincia in cui è cresciuta con la ferma intenzione di riconquistare il vecchio fidanzato del liceo, ormai sposato e con prole a carico. I suoi irrealistici e velleitari propositi di rivalsa, si scontreranno con un ambiente sociale chiuso e tradizionalista e troveranno l'inattesa complicità di un'amicizia maschile con cui scontare frustrazioni e solitudini di un bilancio esistenziale dal saldo decisamente negativo.
La commedia indipendente americana gioca con il risvolto perdente degli stereotipi che hanno sancito il successo di quella più omologata di ambientazione adolescenziale, con l'improbabile ritorno di fiamma di una ex reginetta di bellezza abbrutita dal fallimento del menage matrimoniale e annegata nei fiumi (fumi?) etilici di una debacle professionale che si smarrisce nei caratteri minuscoli sulla quarta di copertina. Questi in buona sintesi gli ingredienti del successo del cinema di Jason Reitman e della sua musa ispiratrice (qui alla seconda collaborazione dopo il successo e l'Oscar di Juno) Diablo Cody, che trasferisce la sua tormentata esperienza biografica nella narrazione di quella faticosa distanza che separa le ambizioni di successo e felicità di una talentuosa ghost writer di provincia dagli esiti fallimentari di una vita sociale e professionale che tenta un complicato ritorno alle origini.
La personale macchina del tempo di una inacidita e stralunata Charlize Theron però sembra essersi misteriosamente inceppata, catapultandola in una realtà dove le presunte conquiste di successo e indipendenza sono viste con diffidenza e indifferenza da una comunità di villici per cui la discriminazione ed il pregiudizio restano i parametri con cui misurare la diversità e dove ancora più marcata è la distanza tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si era.
La galleria di perdenti di questa commedia in agrodolce insomma, anima un teatrino degli equivoci dove il patetico è sempre a portata di mano ed in cui il rischio di coprirsi di ridicolo viene temerariamente sventato da una condivisione umana in perenne stato di ebrezza e dall'unione imperfetta di corpi che provano a scambiarsi il conforto di una solidarietà tra ultimi che non ti saresti mai aspettato. Tra ex reginette cadute in disgrazia e storpi reietti dal sarcasmo sferzante, Reitman prova a raccontare un'America diversamente abile che trascina miseramente quel che resta del sogno americano verso il ripiego di una realtà che va accettata per quella chè è, magari trasfigurandola nella piccola saga di una favola per adulti dove il rospo finisce per baciare la principessa ma continua a rimanere un rospo e dove la principessa decide di darsela a gambe levate il mattino dopo. Personaggi secondari decisamente di contorno ed una coppia di protagonisti insospettabilmente affiatati, tra un Patton Oswalt imbolsito e ridanciano che sà il fatto proprio ed una smaccata Charlize Theron sempre a suo agio nel ruolo di chi deve mortificare la propria bellezza in favore del lato oscuro di una ragazza del Midwest con troppi scheletri nell'armadio (The Devil's Advocate, The Legend of Bagger Vance, The Burning Plain; ma nache il successivo Dark Places). Nomination come Migliore attrice in un film commedia o musicale a Charlize Theron ai Golden Globe 2012.
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ultimoboyscout
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martedì 15 aprile 2014
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odiosa charlize!
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A pochi anni da "Juno" torna l'accoppiata Diablo Cody-Jason Reitman in questa commedia al vetriolo imperniata su Mavis, scrittrice bellissima e carogna vera, che dopo il divorzio torna all'odiato paesino natale con l'intento bellicoso di sedurre l'ex fidanzato, ormai sposato e fresco papà. Personaggio davvero fastidioso quello di Mavis, interpretato dalla Theron, che vive il suo ritorno a casa come un fallimento, un incubo e nel quale si può riconoscere tutta la meschinità umana. L'attrice è assolutamente convincente nella sua interpretazione, così radicale e affascinante, come non succedeva dai tempi di "Monster", ma la pellicola non lascia il segno.
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A pochi anni da "Juno" torna l'accoppiata Diablo Cody-Jason Reitman in questa commedia al vetriolo imperniata su Mavis, scrittrice bellissima e carogna vera, che dopo il divorzio torna all'odiato paesino natale con l'intento bellicoso di sedurre l'ex fidanzato, ormai sposato e fresco papà. Personaggio davvero fastidioso quello di Mavis, interpretato dalla Theron, che vive il suo ritorno a casa come un fallimento, un incubo e nel quale si può riconoscere tutta la meschinità umana. L'attrice è assolutamente convincente nella sua interpretazione, così radicale e affascinante, come non succedeva dai tempi di "Monster", ma la pellicola non lascia il segno. Il tema dell'adulto che non vuole crescere è il leit motiv del film e ha fatto la fortuna di molte serie cult tipo "American pie" e "Una notte da leoni" e delle commedie di Judd Apatow, ma quando il bamboccione è femmina la premessa si fa meno accattivante, meno convincente e poco digeribile, un pò come successo per "Bad teacher" e "Le amiche della sposa", film che come questo rivendicano un nuovo modo, tutto loro, di raccontare le donne. Diablo Cody, nella sua sceneggiatura più riuscita, rimette mano ad un genere prettamente maschiocentrico, rivisitandolo in maniera femminile ma soprattutto dark e scomoda, perdendosi però in un finale poco coraggioso, decisamente addomesticato. L'umorismo è tagliente e doloroso, così come è spietato lo sguardo sul grigiore e sulla malinconia della provincia americana. Nel miglior film di Reitman Jr., la Theron è almeno da nomination all'Oscar, sola e alcolizzata, triste e libertina, è stata del tutto ignorata tanto da non essere stata inserita tra le papabili al prestigioso premio. Eppure le sue migliori performance sono quelle in cui si trasforma e si deforma e qui a livello di occhiaie, sboccataggine e ubriachezza ha ben pochi rivali. Jason Reitman realizza un film non bellissimo che difetta di ritmo e cambio di passo ma effica e graffiante che mette a nudo la vita precaria di una malcresciuta ex reginetta del liceo, distruggendo vari miti posticci tipicamente statunitensi. Toni agrodolci perfettamente da dramedy con una protagonista menefreghista e impertinente che insegna come tutti invecchiano ma non tutti diventano adulti.
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