Pietà |
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Un film di Kim Ki-Duk.
Con Jung-Jin Lee, Jo Min-Su
Titolo originale Pieta.
Drammatico,
durata 104 min.
- Corea del sud 2012.
- Good Films
uscita venerdì 14 settembre 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Pietà
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vendetta di Giocastadi Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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sabato 22 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di Kim ki-duk avevo visto, anni fa, Ferro3: la casa vuota, un'opera che sprigionava una levità quasi soprannaturale, la storia di un giovane uomo che si muove con tanta discrezione da diventare praticamente invisibile. "Pieta" invece, è un'opera a tinte forti, quasi espressionista,che narra una vicenda di crudeltà e vendetta. Kang-do, il protagonista del film, è un sicario che opera per conto di una banda di usurai. Se i debitori non sono in grado di restituire il prestito, a tassi di interesse stratoferici (anche il 1000% in tre mesi), lui li mutila per riscuotere il premio dell'assicurazione. Kang do si muove con sicurezza e ferocia nei ghetti miserabili dove opera, sostanzialmente indifferente a tutto, tranne che al suo compito di esattore-macellaio. Quando appare una donna che si presenta come sua madre, la madre che l'ha abbandonato fin dalla nascita, lui reagisce con furore e disprezzo, la violenta e cerca di espellerla dal suo orizzonte di vita. La donna, tuttavia, rimane ostinatamente al suo fianco, gli chiede perdono, anche dopo aver subito violenze atroci, poco a poco riesce a legarlo a sé e a diventare affettivamente necessaria. La scorza impenetrabile del protagonista si sfalda, non riesce più a storpiare le proprie vittime e, soprattutto, diventa emotivamente vulnerabile. A quel punto, la "madre" potrà consumare una vendetta che assomiglia nei suoi esiti a un mito di Edipo rovesciato. Il film è molto efficace nel narrare una società in cui il valore-guida, il totem è rappresentato dal denaro ("la fine e l'inizio di tutte le cose", dice la madre in risposta a una domanda di Kang-do). Lo è meno per quanto riguarda la parabola dei personaggi che appaiono troppo dicotomici e manichei. La transizione del protagonista dalla ferocia alla devozione è narrata in modo un po' sbrigativo e senza chiaroscuri. Ciononostante, "Pieta" appare come un lavoro interessante e maturo e il Leone d'oro a Venezia non risulta immeritato.
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