alabama87
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mercoledì 4 maggio 2011
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fantascienza, filosofia o metafisica?
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Ci sarebbe tanto da dire su questo film,ma si può sintetizzare il tutto in una parola: CAPOLAVORO.
(di seguito SPOILER) Il source code del titolo è un programma virtuale che crea universi virtuali e reali allo stesso tempo. Il SC estrapola gli ultimi 8 minuti dal cervello di un cadavere, e permette di riviverli modificandoli (solo su un piano virtuale) fondendo con i ricordi la realtà stessa. Nemmeno gli scienziati che lo creano ne capiscono al meglio il funzionamento, tanto che l'unica persona in grado di far funzionare il SC è un soldato clinicamente morto, tenuto artificialmente in vita. Ed è questo il punto chiave del film. non parliamo di fantascienza, ma di metafisica, ricollegandoci molto più ad un film come hereafter piuttosto che ad un action fantascientifico come l'ottimo Deja Vu di Scott.
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Ci sarebbe tanto da dire su questo film,ma si può sintetizzare il tutto in una parola: CAPOLAVORO.
(di seguito SPOILER) Il source code del titolo è un programma virtuale che crea universi virtuali e reali allo stesso tempo. Il SC estrapola gli ultimi 8 minuti dal cervello di un cadavere, e permette di riviverli modificandoli (solo su un piano virtuale) fondendo con i ricordi la realtà stessa. Nemmeno gli scienziati che lo creano ne capiscono al meglio il funzionamento, tanto che l'unica persona in grado di far funzionare il SC è un soldato clinicamente morto, tenuto artificialmente in vita. Ed è questo il punto chiave del film. non parliamo di fantascienza, ma di metafisica, ricollegandoci molto più ad un film come hereafter piuttosto che ad un action fantascientifico come l'ottimo Deja Vu di Scott.
E si perchè le realtà parallele in realtà non sono reali, ma virtuali, come ci spiega uno scienziato creatore del SC. Ma qual è il confine tra reale e virtuale? Le possibilità del SC sono pressochè infinite, gli universi che esso crea non sono reali ma nulla hanno da invidiare alla realtà.. sono veri e propri universi paralleli, per quanto intangibili. E così, quando alla fine del film le macchine che tengono in vita il protagonista vengono spente, lui muore, ma il suo alterego virtuale continua a vivere in una sorta di aldilà (virtuale anch'esso) insieme alle persone che ha salvato dall'attentato che nella realtà le ha uccise e a tutti coloro che ha incontrato o potrebbe incontrare, perchè le possibilità del code sono appunto infinite, come quelle di dio.
Paradossalmente il protagonista non si salva da un universo parallelo rifugiandosi nella morte, come potrebbe apparire ad una prima superficiale visione della pellicola, ma al contrario si salva dalla morte fuggendo (o rinascendo) in un universo parallelo. Non per niente il regista del film Duncan James (figlio del divino David Bowie) è filosofo, oltre che regista. ma il film non si ferma qui, questa è solo la sinossi del contenuto filosofico di esso. Oltre a questo c'è l'azione, il dramma della guerra, e ci sono le vite reali di coloro che vivono intorno al SC e le vite incompiute delle persone morte nell'attentato, che troveranno la realizzazione delle loro esistenze solo nella realtà migliorata del source code, dove gli sbagli possono essere corretti, dove dopo la morte si ha un'altra possibilità, come in un videogioco. Ottima anche la recitazione: bravissimo jake gylleenhall che, grazie al suo nuovo fisico super pumped dimostra di essere un ottimo interprete di ruoli da duro (alla harrison ford o bruce willis), oltre che di quelli piu intellettuali a cui ci aveva abituato. Ottima anche Vera Farmiga, perfetta nel ruolo di fredda ossrvatrice che scopre di avere un'anima.
Era dai tempi di videodrome ed existenz che non si vedeva al cinema una tale capacità di fondere l'azione e la filosofia più pure in un film così perfetto.Un CAPOLAVORO, appunto, da vedere e rivedere, fino ad essere sicuri di averne colto la totale essenza.
Menzione d'nore al regista, che con questo film, e il precedente Moon, dimostra di essere una dlele migliori promesse del cinema moderno, CHAPEAU.
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dario carta
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lunedì 11 aprile 2011
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una pellicola che fila come un treno
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Il parallelismo degli universi e le porte temporali sono lezioni tenute da un cinema fantascientifico di urgente attualità,spesso visitate da sceneggiature che fanno delle realtà alternative l'oggetto di osservazione per un audience sempre più indagatore sui termini probabilistici che influenzano gli eventi umani.
"Source Code" è un bel lavoro del bravo Duncan Jones ("Moon"),regista e in arte Zowe Bowie,perchè figlio di David,diretto su uno script di Ben Ripley ("Species,Il risveglio"),dove l'autore elabora temi familiari al popolo del cinema nella speciale confezione di un'opera intrigante e stimolante.
Le voci correlate sono molte e dai viaggi nella dimensione temporale sono nati lavori come "Deja Vu","Sliding Doors","Le morti di Ian Stone","Ricomincio da capo","Ovunque nel tempo","Total Recall","Avatar","Back To the Future",generati in quel meccanismo narrativo che ruota attorno alla centralità di un destino da modificare o di eventi da riscrivere.
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Il parallelismo degli universi e le porte temporali sono lezioni tenute da un cinema fantascientifico di urgente attualità,spesso visitate da sceneggiature che fanno delle realtà alternative l'oggetto di osservazione per un audience sempre più indagatore sui termini probabilistici che influenzano gli eventi umani.
"Source Code" è un bel lavoro del bravo Duncan Jones ("Moon"),regista e in arte Zowe Bowie,perchè figlio di David,diretto su uno script di Ben Ripley ("Species,Il risveglio"),dove l'autore elabora temi familiari al popolo del cinema nella speciale confezione di un'opera intrigante e stimolante.
Le voci correlate sono molte e dai viaggi nella dimensione temporale sono nati lavori come "Deja Vu","Sliding Doors","Le morti di Ian Stone","Ricomincio da capo","Ovunque nel tempo","Total Recall","Avatar","Back To the Future",generati in quel meccanismo narrativo che ruota attorno alla centralità di un destino da modificare o di eventi da riscrivere.
"Source Code" esce dalla parata dei fantathriller da botteghino,per l'autorità di una dovuta impostazione registica ed un impianto descrittivo di indiscutibile pregio.
Il capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhaal),decorato pilota di elicotteri dell'esercito,si sveglia di soprassalto su un treno diretto a Chicago.
Perchè sia su quel treno,non ne ha la minima idea e l'ultimo ricordo che conserva di sè è una sua recente e disastrosa missione in Afghanistan.
Di fronte a lui siede l'affascinante Christina (Michelle Monoghan - "Eagle Eye"),che sembra conoscerlo come Sean Fentress,un maestro di scuola.
Stevens si specchia nel bagno del treno e vede un viso diverso dal suo.
In prossimità di Chicago,il treno esplode.
Le sequenze in apertura di una tra le più interessanti pellicole della stagione si commentano da sè per l'intensità di immagini vibranti di una forte tensione emotiva che - rara proprietà che il film certamente non delude - non si affievolirà fino all'epilogo.
Stevens si risveglia chiuso in una cabina di un laboratorio,legato ad una poltrona e una donna in uniforme,Colleen Goodwin (Vera Farmiga,"The Departed"),gli parla attraverso uno schermo.
Stevens apprende di essere parte di un esperimento governativo chiamato Source Code,in grado di trasferire la personalità di un uomo nel corpo di un altro,per rivivere gli ultimi otto minuti della vita dell'ospite.
Al comando sta un sinistro ufficiale,il Dr. Rutledge (Jeffrey Wright - "Quantum of Solace","Syriana"),creatore del progetto basato su teorie scientifiche di archiviazione della memoria e del riutilizzo cerebrale post mortem.
Il compito di Stevens è di ritornare su quel treno e scovare il terrorista che avrebbe fatto esplodere altre bombe nel centro di Chicago.
Per fare questo Stevens tornerà sul treno più e più volte,solo per gli otto minuti che gli sono concessi prima della deflagrazione,in ognuna delle quali dovrà raccogliere le informazioni necessarie per trovare il colpevole e fermarlo prima delle stragi successive.
Come "Avatar" e "Le morti di Ian Stone","Source Code" segue lo schema binario delle realtà parallele,interconnesse dagli algoritmi cibernetici dei salti spazio - temporali.
L'abilità di Duncan è quella di aver dribblato l'ovvietà e di aver impostato il racconto su più livelli,non solo per dovere di trama,ma anche nel rispetto di una componente psicologica della storia che esplora le implicazioni e i significati di ogni tassello del film.
La narrazione è episodica,fratturata in frammenti succesivi cui il regista dà il risalto di piccole impostazioni narrative isolate,ciascuna bastante a sè stessa ma mai frivola o ripetitiva.
Ogni quadro successivo offre nuovi spunti di osservazione e nuovi indizi visivi e sublimati in leggere ed eleganti intuizioni.
I particolari che si sommano in ogni episodio - si veda la graduale conoscenza dei passeggeri del treno - concorrono a comporre un quadro percorso dal fremito geniale di una dinamica narrativa intelligente e studiata.
Le sequenze sono rapide,sospese in una tempistica ambigua e accavallate in lunghi silenzi ad alta frequenza,cucite nella fluida continuità di un ritmo narrativo che riporta agli schemi di Hitchcock,venato di sottile ed umile ironia ed animato dallo score di Chris Bacon,con la rara completezza di una dominante sezione d'archi.
Jake Gyllenhaal matura il soldato di "Jarhead" e regala a Stevens spessore e credibilità,scoprendo a tratti il fianco alla lettura psicologica di un uomo in cerca d'identità.
Michelle Monoghan e Vera Farmiga orbitano nell'ellissi del protagonista e creano il sistema completo del rapporto interrelazionale fra i tre personaggi sullo sfondo della trama fictionale della storia.
Il bieco Dr. Rutledge è un John Silver con il bastone del Dr. House,persona ambigua e sinistra,depositario di un segreto cibernetico di equivoca moralità e disetico egli stesso,ma Wright coniuga comprimarietà ed esperienza in una presenza di notevole spessore.
In "source Code" si intrecciano i fili di un cyberthriller d'effetto con gli spunti analitici delle relazioni fra Christina e Stevens e fra questi e Colleen,battuti stretti nel tessuto di una storia veloce e ritmata come il treno che li trasporta,viaggiando verso il dominio dove fantascienza e tecnologia rompono le porte dello spazio e del tempo
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writer58
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domenica 15 maggio 2011
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codice sorgente
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Usando un espediente collaudato nelle fiction e nella narrativa (da Wells a Stargate SG1), quello del viaggio a ritroso nel tempo per cambiare il futuro, Duncan Jones costruisce un film avvincente dal ritmo rapido e serrato. Al di là dell'inconsistenza delle premesse -un militare americano caduto in un'operazione in Afghanistan viene tenuto in vita da un programma che gli permette di viaggiare ripetutamente all'indietro nel tempo e rivivere gli ultimi 8 minuti della vita di un'altra persona a cui è sinapticamente affine e poter così scongiurare un devastante attentato terroristico-, il film è centrato su due concetti cardine: la reiterazione delle sequenze e la "riscrittura" della linea temporale.
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Usando un espediente collaudato nelle fiction e nella narrativa (da Wells a Stargate SG1), quello del viaggio a ritroso nel tempo per cambiare il futuro, Duncan Jones costruisce un film avvincente dal ritmo rapido e serrato. Al di là dell'inconsistenza delle premesse -un militare americano caduto in un'operazione in Afghanistan viene tenuto in vita da un programma che gli permette di viaggiare ripetutamente all'indietro nel tempo e rivivere gli ultimi 8 minuti della vita di un'altra persona a cui è sinapticamente affine e poter così scongiurare un devastante attentato terroristico-, il film è centrato su due concetti cardine: la reiterazione delle sequenze e la "riscrittura" della linea temporale. La reiterazione serve per dar modo al protagonista di risolvere il puzzle che gli è stato assegnato e, da un punto di vista narrativo, per introdurre dosi di suspence progressivamenti crescenti; la definizione di una linea temporale alternativa rappresenta l'esito della missione -il treno non esploderà e quindi gli eventi futuri, a partire da quel momento, prenderanno una piega differente- e costituisce l'equivalente fantascientifico dei ricordi e delle rielaborazioni personali che rivisitano il passato per creare nuovi significati e nuovi scenari.
I protagonisti appaiono convincenti e il film, nonostante la debolezza dell'impianto "scientifico", incatena l'attenzione dello spettatore. Ho trovato un po' forzato l'"happy end", anche se probabilmente serve a ricordarci che si tratta di una fiction e non della vita reale che segue cocciutamente il suo corso senza tante capriole... :)
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weach
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venerdì 15 luglio 2011
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"this is not his body"
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progetto :Source Code
"this is not his body"
l'intensità di Duncan Jones probabilmente prende corpo da una sofferto allontanamento dai suoi familiari all'età di 9 anni in conseguenza del divorzio del noto padre : un ambiente estraneo, un collegio svizzero, un mondo non familiare divengono la palestra di vita di Duncan Jones che comincia a comunicare con se stesse, con la solitudine ed il silenzio interiore;questa situazione prende corpo verso una spiritualità articolata in senso lato ,non ben analizzata dallo stesso Duncan ,assumendo contorni fantastici, fantasiosi , fantascientifici , creatività, complessi, silenziosi, che sfociano in giochi di pensiero e potenzialità inesplorate.
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progetto :Source Code
"this is not his body"
l'intensità di Duncan Jones probabilmente prende corpo da una sofferto allontanamento dai suoi familiari all'età di 9 anni in conseguenza del divorzio del noto padre : un ambiente estraneo, un collegio svizzero, un mondo non familiare divengono la palestra di vita di Duncan Jones che comincia a comunicare con se stesse, con la solitudine ed il silenzio interiore;questa situazione prende corpo verso una spiritualità articolata in senso lato ,non ben analizzata dallo stesso Duncan ,assumendo contorni fantastici, fantasiosi , fantascientifici , creatività, complessi, silenziosi, che sfociano in giochi di pensiero e potenzialità inesplorate.
Non possiamo non cogliere una certa continuità fra le due opere della regia Moon e Source Code ; in entrambi i film , seppur con modalità diverse, si parla di solitudine ,la solitudine spaziale di San Bell operatore della base lunare e quella e del capitano Colter Stevens in Source Code: due immagini riflesse in uno specchio che vedono palpitare il cuore e l'intelletto di un performante di Duncan Jones prima , inaspettato, ora invece sicura conferma.
Due film, due missioni da compiere nella solitudine ,la prima in una stazione spaziale lunare, la seconda in una stanza buia interagendo con un avveniristico programma militare "source code "; aggiungo altro punto di contatta fra le due opere cinematografiche citate : i protagonisti che sono in profonda analisi con il se profondo ad un certo punto sembrano vedere il loro ruolo come insufficiente , con desiderio di travalicarlo, con voglia di poter reagire , e divenire protagonisti di un finale nuovo ed imprevisto.
"this is not his body" In source code è leit motiv per dire a tutti che c'è dell'altro oltre la forma con infinite potenzialità.
Rimarchevole è la metamorfosi di Jake Gyllenhaal protagonista qui finalmente dai tratti di uomo maturo, intenso, appropriato incisivo, bravo; lo avevamo sempre associato a ruoli ancora acerbi e non completamente espressi ; ora è attore, "buca lo schermo" nel ruolo del capitano Colter Stevens.
Ducan Jones in questo film , come detto, di continuità progettuale, espande vibrazioni altamente percepibili verso tutti noi che abbiamo il piacere di poter condividere per un poco qualcosa con lui.
Sullo stile di Kubrick , suo indiscusso riferimento,Jones preferisce sempre messaggi un poco criptati per concederci una personale lettura .
bravo il regista
Da assaporare al cinema quando potrete e come vorrete
weach Illuminati
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weach
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lunedì 6 giugno 2011
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buttarsi ma con il paracadute
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È se gli universi paralleli fossero solo un abbaglio?Magari come la teoria del tutto?
Se dovessimo attendere alcuni centinaia di anni per avere possesso di una verità complessa?
Se il paradosso temporale , lo spazio tempo fossero solo uno specchi di qualcosa ancora non ben compreso?
Se “toe “ fosse solo vana gloria ?
Se la fisica quantistica fosse solo una invito ad una introspezione nell’infinitamente piccolo non compatibile con un macro cosmo?
De resto il mondo dubitativo è sempre presente nella storia dell’uomo, fino all’ultimo attimo di vita.
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È se gli universi paralleli fossero solo un abbaglio?Magari come la teoria del tutto?
Se dovessimo attendere alcuni centinaia di anni per avere possesso di una verità complessa?
Se il paradosso temporale , lo spazio tempo fossero solo uno specchi di qualcosa ancora non ben compreso?
Se “toe “ fosse solo vana gloria ?
Se la fisica quantistica fosse solo una invito ad una introspezione nell’infinitamente piccolo non compatibile con un macro cosmo?
De resto il mondo dubitativo è sempre presente nella storia dell’uomo, fino all’ultimo attimo di vita.
Non per nulla il “sofferto” Stephen Hawking che era una volta fermo assertore della teoria del tutto oggi dice: “alcune persone si arrabbierebbero molto se non esistesse una teoria definitiva, che possa essere formulata come un numero finito di principi. Io appartenevo a quel gruppo di persone, ma ho cambiato idea”.
Source code ,un poco su filone di Inception di Christopher Nolan ,accetta di confrontarsi con un multi mondo, dove spazio e tempo sembrano annegare , sempre però con voglia di mantenere un collegamento con consapevolezza, introspezione , sentimento , incertezze.
L’azione non travolge l’intelletto ma si coniuga con moderate pause , dove tutto può scorrere in modo più equilibrato.
Abbiamo apprezzato ‘l’”esordiente” Duncan Jones in Moon per la sua grande capacità di attingere dal silenzio; qui in Source Code lo apprezziamo per un certo senso di equilibrio, tipico delle persone intelligenti, quello di avere il coraggio di “buttarsi ma con il paracadute”.
Eccellenti film di fantascienza, azione , forse thriller esistenziale.
Stevens del resto è un anima complessa che non vuole dimenticarsi di se stesso.
Complimenti a Jones che si conferma e merita tutta la nostra attenzione .
Un lavoro che onora l’originalità di un regista intenso ed un nostro approfondimento nella privata riflessione .
Buona visione
Weach illuminati
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rongiu
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giovedì 25 agosto 2011
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ccr 8586 direzione chicago.
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Colter Stevens: una forte coscienza noetica.
Dicesi spazio Duncaniano \ Duncan Jones - regista / un limitato spazio fisico e cyber-psicologico. Al suo interno vive l’uomo duncaniano, bimodale e sapiens. Quanta umanità c’è nell’uomo Duncaniano? Tanta e coinvolgente, al punto da indurre a corpose riflessioni sull’affine homo monomorfo terrestre e sapiens; sulle conseguenze dei suoi studi ed applicazioni ipertecnologiche; sullo stato della sua salute mentale. Sdooong!!
Lo specchio duncaniano.
Lo specchio riflette un Sé corporeo aberrato con il quale bisogna in ogni caso fare i conti e non è roba da poco.
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Colter Stevens: una forte coscienza noetica.
Dicesi spazio Duncaniano \ Duncan Jones - regista / un limitato spazio fisico e cyber-psicologico. Al suo interno vive l’uomo duncaniano, bimodale e sapiens. Quanta umanità c’è nell’uomo Duncaniano? Tanta e coinvolgente, al punto da indurre a corpose riflessioni sull’affine homo monomorfo terrestre e sapiens; sulle conseguenze dei suoi studi ed applicazioni ipertecnologiche; sullo stato della sua salute mentale. Sdooong!!
Lo specchio duncaniano.
Lo specchio riflette un Sé corporeo aberrato con il quale bisogna in ogni caso fare i conti e non è roba da poco. Ma, attenzione, l’aberrazione è solo fisica non psichica. Di fronte a questa evidente realtà, molti scapperebbero a gambe levate. Colter Stevens \ Jake Gyllenhaal / “ha”, di fatto, un nuovo corpo. Il veterano Colter ha solo un attimo di smarrimento, è in grado di affrontare i nuovi eventi perché in lui è forte la coscienza noetica, \ l’intelletto influenza la materia /. Per questa sua caratteristica intrinseca, è stato scelto per il programma governativo “Source Code”. Affronta “l’attimo” non solo in maniera oggettiva e deterministica \ real-time /, ma è anche veloce nell'intuire che sta vivendo e valicando un confine dove i sensi conosciuti come tali sono limitativi dell’essere.
Ascoltandolo, mi par di capire che la nostra storia individuale, così come la sua, è costellata di domande; ed a volte le più banali o insignificanti, le più semplici e meno spregiudicate, diventano dinamite per la mente.
Due efficienti micro ambienti.
Un treno, sei vagoni. In uno di questi, un uomo; il suo nome è Sean Fentress, insegnante. Svegliato da un profondo torpore, abituato com’è ad osservare, analizzare e memorizzare nomi, volti, oggetti e quant’altro può ritornare utile per sopravvivere, intuisce immediatamente di trovarsi in uno stato di inerzia che non gli appartiene. Irascibile, è sulla difensiva quando la sua interlocutrice, Christina \ Michelle Monaghan / prova a prendergli il biglietto dal taschino per mostrarlo al controllore.
-Senta, vedo che lei pensa di conoscermi, ma io non so chi sia. Sono il capitano Colter Stevens. Sono un pilota di elicotteri dell’esercito americano in Afghanistan.
Si sente male, scende dal treno, si guarda intorno, osserva, chiede ad un giovane dai capelli fulvi dove si trova. – Chicago. E' la risposta. Rientra per raggiungere Christina, il treno riprende la sua corsa. Si siede, ma una nuova immagine lo sconvolge, la sua (?) è riflessa nel vetro del finestrino mentre il treno attraversa un ponte ferrato sostenuto da piloni opachi e inespressivi. Spontanea ed immediata è la domanda – Hai visto anche tu? – Mi stai facendo paura. E’ la risposta di Christina. Scappa via, si dirige nel bagno, si affaccia allo specchio… Per niente impaurito, mette le mani in tasca sicuro di trovare un documento di riconoscimento. Apre il portafogli, - SEAN FENTRESS - TEACHER. Fa per andare via, non capisce, è strana questa metamorfosi. Christina lo ha raggiunto, gli è di fronte, lo prega di dire qualcosa. – Senti, io non so chi sia Sean e non so chi sei tu. – Questo non è mio, mostra il documento. - Vedrai che andrà tutto bene – rassicura Christina. Violenta, inaspettata, arriva l’esplosione. Il boato fa deragliare il treno, i vetri in frantumi e le lamiere contorte non lasciano speranza. Lui, l’insegnante Sean Fentress, è l'unico sopravvissuto. Il risveglio avviene all’interno di una capsula. Ha così inizio l'incredibile viaggio del nostro veterano. Saranno due personaggi a guidarlo all’interno del Source Code; il responsabile del progetto dr Rutledge \ Jeffrey Wright / ed il tecnico dell’applicativo soldato Goodwin \ Vera Farmiga / .
Il morti su quel treno sono stati una tragedia. Il Source code permette di …
Ok. Il viaggio ha inizio mentre il mio lavoro termina. Un’ultima cosa, Don Burgess \ Forrest Gump – Terminator 3 / è il responsabile della fotografia; Chris Bacon \ Gnomeo e Giulietta / lo è per le musiche; a Paul Hirsch \ Guerre stellari / è toccato il montaggio. Niente male, vero?
Consiglio di vedere il film, pochi sbadigli e tanti momenti di riflessione. Il regista di | Moon | pur disponendo di un piccolo budget ha confermato di saper regalare emozioni intelligenti.
Good Clik!
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[+] sempre un grande scrittore ed amico !!!!!!!!!!!!
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kamaglione
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venerdì 6 maggio 2011
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8 minuti spesi bene
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Da quando film del calibro di Blade Runner sono usciti per la prima volta al cinema, si è venuto a creare un nuovo genere cinematografico completo in tutte le sue sfaccettature: il thriller di fantascienza. Matrix, Minority Report, Inception ed ora un nuovo figlio di questo filone, ovvero Source Code. La vicenda ruota attorno ad un programma, il Source Code appunto, che permette al protagonista di rivivere gli ultimi otto minuti della vita di uno dei passeggeri assassinati in un attacco terroristico su un treno, per cercare di individuare il carnefice e quindi sventare un altra minaccia già annunciato dallo stesso. In molti altri film avevamo visto lo sfruttamento dell'uomo da parte delle macchine (o dei droni da parte dell'uomo) ma mai ci era comparsa immagine più significativa dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo! In questo film il nostro eroe è in realtà una vittima di guerra (e che vittima.
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Da quando film del calibro di Blade Runner sono usciti per la prima volta al cinema, si è venuto a creare un nuovo genere cinematografico completo in tutte le sue sfaccettature: il thriller di fantascienza. Matrix, Minority Report, Inception ed ora un nuovo figlio di questo filone, ovvero Source Code. La vicenda ruota attorno ad un programma, il Source Code appunto, che permette al protagonista di rivivere gli ultimi otto minuti della vita di uno dei passeggeri assassinati in un attacco terroristico su un treno, per cercare di individuare il carnefice e quindi sventare un altra minaccia già annunciato dallo stesso. In molti altri film avevamo visto lo sfruttamento dell'uomo da parte delle macchine (o dei droni da parte dell'uomo) ma mai ci era comparsa immagine più significativa dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo! In questo film il nostro eroe è in realtà una vittima di guerra (e che vittima...) perfetta da utilizzare per il funzionamento del Source Code, così che il rispetto della persona si è perso nella ricerca di una macchina di difesa dello stato. Ma la vita non si intrappola! Rivivendo continuamente quegli 8 minuti, il protagonista impara a godersi appieno ogni minuto e nel finale... forse è meglio non anticipare per non rovinarvi il film... Pienamente consigliato a tutti gli amanti del genere, come un baluardo del rispetto della dignità umana.
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sohck
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domenica 1 maggio 2011
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surce code, siamo sicuri che la morte sia la fine?
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Un film adatto per gli amanti della fantascienza, dove abbiamo un protagonista inizialmente confuso della sua identità e una ragazza incredula dei comportamenti del suo neo-collega. Ma dopo 8 minuti esatti, una bomba piazzata sul treno farà saltare in aria tutti i passeggeri. Il film parrebbe finito, ma il nostro protagonista si risveglia spaesato in una capsula, dove un capitano del' aeronautica cerca di svegliare il nostro militare. Inizialmente il capitano non voleva fornire alcun tipo di informazione, ma dopo le insistenze e il rifiuto di collaborare, fu inevitabile la diffusione, anche se parziale di alcune notizie del progetto che era in corso. Dalle parole del capitano si è capito che il protagonista era soggetto di un esperimento ancora in via di sperimentazione, e che sarebbe stato utile ad indagare su l'attentato terroristico che aveva appena vissuto.
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Un film adatto per gli amanti della fantascienza, dove abbiamo un protagonista inizialmente confuso della sua identità e una ragazza incredula dei comportamenti del suo neo-collega. Ma dopo 8 minuti esatti, una bomba piazzata sul treno farà saltare in aria tutti i passeggeri. Il film parrebbe finito, ma il nostro protagonista si risveglia spaesato in una capsula, dove un capitano del' aeronautica cerca di svegliare il nostro militare. Inizialmente il capitano non voleva fornire alcun tipo di informazione, ma dopo le insistenze e il rifiuto di collaborare, fu inevitabile la diffusione, anche se parziale di alcune notizie del progetto che era in corso. Dalle parole del capitano si è capito che il protagonista era soggetto di un esperimento ancora in via di sperimentazione, e che sarebbe stato utile ad indagare su l'attentato terroristico che aveva appena vissuto. Ma appena finito di parlare, il nostro militare venne rispedito in missione sul treno, dove cercò in tutti i modi la bomba che trovo nel bagno. Allo scadere degli otto minuti la catastrofe si verificò un altra volta e il nostro caro protagonista, fu rispedito in quella capsula, dove il capitano lo tempestò di domande e lo pregò di non farne poichè tutti i suoi interrogativi verranno soddisfatti al completamento della missione. Il nostro caro militare fu rimandato più volte dentro quel treno, finchè non trovò e fornì tutte le informazioni possibili sul' attentatore. Questa era la fine della missione, il terrorista fu arrestato, ma a noi e al nostro protagonista non era arrivata ancora alcuna notizia. Proseguendo il film, tutte le spiegazioni verranno date dal capitano impietosito anche se un suo superiore gli aveva proibito di farlo. La conclusione del film è veramente commovente, anche se impensabile e inspiegabile. Ma lascio a voi lettori la curiosità di scoprirla.
In conclusione, come ho detto prima, il film è molto fantascientifico ma con la velocità con cui si diffonde la tecnologia, non mi sorprenderebbe trovare tra qualche anno questi tipi di progetti.
Mio voto? **** 4 stelle bel film
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kevin de blasio
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lunedì 9 maggio 2011
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source code: non solo fantascienza.
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Source code. Di primo acchito il titolo non emoziona. Anzi personalmente mi fa pensare al solito film d’azione di primavera. Rapido e indolore. Insomma per capirci quei film ravvivati (a volte neanche tanto) solo da effetti speciali sempre più sorprendenti, ma che nulla regalano all’anima dello spettatore. Non è questo il film. Source code è un film d’azione. Ma non solo. È anche un thriller, ma non solo. È fantascienza. Ma non solo.
Source code offre esplosioni, “scazzottate”, corse contro il tempo. Ci sono finanche gli odiati programmi governativi sperimentali, quelli di cui nessun cittadini normale saprà mai l’esistenza.
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Source code. Di primo acchito il titolo non emoziona. Anzi personalmente mi fa pensare al solito film d’azione di primavera. Rapido e indolore. Insomma per capirci quei film ravvivati (a volte neanche tanto) solo da effetti speciali sempre più sorprendenti, ma che nulla regalano all’anima dello spettatore. Non è questo il film. Source code è un film d’azione. Ma non solo. È anche un thriller, ma non solo. È fantascienza. Ma non solo.
Source code offre esplosioni, “scazzottate”, corse contro il tempo. Ci sono finanche gli odiati programmi governativi sperimentali, quelli di cui nessun cittadini normale saprà mai l’esistenza. In Source code c’è l’amore.
Raccontato così sembrerebbe un film canonico. Ma non lo è. Source code pone lo spettatore dinanzi alla più cruda delle certezze: la morte. E cosa succederebbe se ci svegliassero in un sogno dicendoci che nella realtà siamo già morti? Questo succede al capitano Colter Stevens, protagonista del film, interpretato da un sempre più convincente Jake Gyllenhaal, militare “quasi-ucciso” nella guerra in Afghanistan ed usato durante la sua “quasi-morte” dal Governo americano come arma contro il terrorismo. Insomma, trama decisamente intrigante e toccante. Un film che non lascia indifferenti, ma che anzi stimola la fantasia e la riflessione. Buona la prova del “quasi-esordiente” regista Duncan Jones. A colorare ulteriormente la pellicola le varie tonalità di blu degli occhi dei piacevoli personaggi del film, a cominciare da quelli incantevoli di Michelle Monaghan.
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darth vader 21
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domenica 22 maggio 2011
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semplicemente fantastico!!!
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Da vedere assolutamente!!! Un film adrenalinico che riflette sul tema ormai ampiamente sfruttato degli universi paralleli, offrendone un'interpretazione originale e coinvolgente. La suspance rimane sempre a livelli elevatissimi e ti ritrovi immerso nel film, lo vivi secondo per secondo, stazione dopo stazione. Particolarmente convincente è l'"ultimo" ciclo di otto minuti in cui il protagonista riflette e fa riflettere sulla reale importanza della vita, sull'effimerità delle cose materiali e sul fatto che un mondo migliore è sempre possibile...basta volerlo...
[+] e se fosse vana gloria?????????????
(di weach)
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