debora cinemaniaca
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domenica 23 ottobre 2011
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mozzarella stories parla di noi, italiani, oggi.
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Mozzarella Stories è un film che parla dell'insostenibile leggerezza dell'essere italiani, oggi. Lo sa bene l'inossidabile guitto Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo) che insegue le sue velleità di cantante ed amatore spingendosi tanto oltre da restare bloccato sotto il corpo esanime e irremovibile di Autilia (Aida Turturro).
Lo sa Ciccio dop (Gianpaolo Fabrizio) che proprio non si spiega come il suo amore, la sua forza e la dedizione alle sue amate bufale e alla figlia non riescano a fronteggiare smanie femminili e l'agguerrita concorrenza cinese. Lo sanno bene tutti i pesanti burattini che popolano questa farsa tragicomica e melodrammatica, lo sanno eppure non smettono di tentare goffi salti in alto per uscire fuori dal pantano in cui la vita li ha paludati.
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Mozzarella Stories è un film che parla dell'insostenibile leggerezza dell'essere italiani, oggi. Lo sa bene l'inossidabile guitto Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo) che insegue le sue velleità di cantante ed amatore spingendosi tanto oltre da restare bloccato sotto il corpo esanime e irremovibile di Autilia (Aida Turturro).
Lo sa Ciccio dop (Gianpaolo Fabrizio) che proprio non si spiega come il suo amore, la sua forza e la dedizione alle sue amate bufale e alla figlia non riescano a fronteggiare smanie femminili e l'agguerrita concorrenza cinese. Lo sanno bene tutti i pesanti burattini che popolano questa farsa tragicomica e melodrammatica, lo sanno eppure non smettono di tentare goffi salti in alto per uscire fuori dal pantano in cui la vita li ha paludati.
La regia è schietta e potente, non indugia al movimento di macchina fine a se stesso ma penetra con forza il colorato allestimento di mostri.
Infine, dalla cloaca informe di caglio e sangue, viene fuori una ninfa, Sofia (Luisa Ranieri) che ha una qualità rara: è una visionaria. La sua capacità di immaginare un mondo diverso la porta a stringere alleanze e ad operare fuori dalle regole stantie scritte e non scritte del mondo degli uomini che l'ha cresciuta.
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marcomolina
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domenica 23 ottobre 2011
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un film potente
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Ecco un film italianissimo e potente, senza piagnistei. Gioca con i luoghi comuni e li ribalta, ci fa scoprire attori come Gianpaolo Fabrizio, il "Vespa" di Strisica La Notizia che ci regala un'interpretazione struggente da Mario Merola sofisticato;
Massimiliano Gallo: un fiume in piena nel suo Angelo Tatangelo, una canaglia capace di modulare la voce su toni più variegati rispetto a quelli pure straordinari ma tutti alti del "Gionta" di Fortapasc;
Luisa Ranieri finalmente in un ruolo da Femmina (e non solo da femmina) che gestisce con grande carattere e carisma:
Andrea Renzi che nei panni del Ragioniere tira fuori una notevole "cazzimma" napoletana;
un nuovo attore mai visto prima, Massimiliano Rossi, una faccia che ricorda attori francesi come Cassel o Reno;
una straordinaria e generosa (seppure evidentemente a disagio nella recitazione in lingua italiana) Aida Truturro.
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Ecco un film italianissimo e potente, senza piagnistei. Gioca con i luoghi comuni e li ribalta, ci fa scoprire attori come Gianpaolo Fabrizio, il "Vespa" di Strisica La Notizia che ci regala un'interpretazione struggente da Mario Merola sofisticato;
Massimiliano Gallo: un fiume in piena nel suo Angelo Tatangelo, una canaglia capace di modulare la voce su toni più variegati rispetto a quelli pure straordinari ma tutti alti del "Gionta" di Fortapasc;
Luisa Ranieri finalmente in un ruolo da Femmina (e non solo da femmina) che gestisce con grande carattere e carisma:
Andrea Renzi che nei panni del Ragioniere tira fuori una notevole "cazzimma" napoletana;
un nuovo attore mai visto prima, Massimiliano Rossi, una faccia che ricorda attori francesi come Cassel o Reno;
una straordinaria e generosa (seppure evidentemente a disagio nella recitazione in lingua italiana) Aida Truturro...
Oltre ai personaggi principali, si fa apprezzare tuttta una costellazione di ruoli minori che quando arrivano in scena si portano dietro un mondo, cito con piacere Gigino a' Purpetta, interpretato da Giovanni Esposito, un inguaribile romantico gestore di un bar dotato di toro (di bufalo?) meccanico, dove si servono solo polpette e mozzarella.
In definitiva, si tratta di un film pieno di difetti, ma il torrente vitale della regia li travolge come tutto il resto, compreso lo spettatore.
Da in conservare cineteca.
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maria giorgia
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lunedì 10 ottobre 2011
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primo lungometraggio ben riuscito
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Caserta. Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio) è il signore assoluto della mozzarella di bufala. È lui che regna nella produzione del bianco e soffice formaggio. Dopo aver scontato una condanna per aver ucciso la concorrenza con un nerbo per bufale, si riafferma nel mercato, riportando in auge la sua storica azienda. Ma un ostacolo dal sapore orientale mette in ginocchio la produzione. Il re delle mozzarelle entra in una guerra di mercato contro degli imprenditori cinesi, produttori di ottima mozzarella, venduta a metà prezzo. Questo affronto farà scatenare una serie di eventi che coinvolgeranno tutti i protagonisti. Infatti, intorno a Ciccio Dop ruotano vari personaggi: la figlia Sofia (Luisa Ranieri), esuberante ragazza sposata con Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), un cantante neomelodico squattrinato e innamorato di Autilia (Aida Turturro), burrosa donna dall’incantevole voce, il silenzioso e in crisi esistenziale Dudo (Massimiliano Rossi), uno dei suoi killer, detto “zingaro napoletano”, il fidato Ragioniere (Andrea Renzi), contabile dell’azienda e consigliere, Gravinio (Tony Laudadio), miserabile e spietato uomo che farà di tutto per prendere il posto di re nell’azienda, e poi Gigino “A ‘Purpetta” (Giovanni Esposito), proprietario di un piccolo ristorante, debitore nei confronti di Ciccio Dop.
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Caserta. Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio) è il signore assoluto della mozzarella di bufala. È lui che regna nella produzione del bianco e soffice formaggio. Dopo aver scontato una condanna per aver ucciso la concorrenza con un nerbo per bufale, si riafferma nel mercato, riportando in auge la sua storica azienda. Ma un ostacolo dal sapore orientale mette in ginocchio la produzione. Il re delle mozzarelle entra in una guerra di mercato contro degli imprenditori cinesi, produttori di ottima mozzarella, venduta a metà prezzo. Questo affronto farà scatenare una serie di eventi che coinvolgeranno tutti i protagonisti. Infatti, intorno a Ciccio Dop ruotano vari personaggi: la figlia Sofia (Luisa Ranieri), esuberante ragazza sposata con Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), un cantante neomelodico squattrinato e innamorato di Autilia (Aida Turturro), burrosa donna dall’incantevole voce, il silenzioso e in crisi esistenziale Dudo (Massimiliano Rossi), uno dei suoi killer, detto “zingaro napoletano”, il fidato Ragioniere (Andrea Renzi), contabile dell’azienda e consigliere, Gravinio (Tony Laudadio), miserabile e spietato uomo che farà di tutto per prendere il posto di re nell’azienda, e poi Gigino “A ‘Purpetta” (Giovanni Esposito), proprietario di un piccolo ristorante, debitore nei confronti di Ciccio Dop.
Quello di Edoardo De Angelis è un lungometraggio d’esordio ben riuscito. La scelta di attori sconosciuti al grande pubblico rende più credibile la loro messa in scena in quanto tutto si colora di kitsch e melodrammatico (caratteristiche presenti in quella realtà imbevuta di folklore, tipicamente napoletana) senza però mai cadere nel grottesco. Certo è che, dopo un incipit chiassoso e volutamente trash (tremenda, ma al tempo stesso, divertentissima scena della pioggia di mozzarelle nella piscina dove tutti gli invitati goderecci si tuffano), la trama narrativa non fila proprio liscia, ci sono troppe storie non sviluppate bene e poco collegate fra loro. La medesima cosa vale per la personalità dei protagonisti. Quindi tutto questo appare troppo lasciato libero all’interpretazione e alla perspicacia del pubblico. Invece, la fotografia è ben curata e la si può notare dalle inquadrature vivaci, ma attente. Per quanto riguarda la colonna sonora, si poteva eccedere di più. Per tutto il film c’è un sottofondo di musica cubana (anche se è notevole “Mambo Napoletano”). Voto 10 per “Zingaro Napulitano” e “L’amore Express” («un pezzo davvero innovativo»). Insomma, bastava osare un po’ inserendo qualche pezzo neomelodico in più.
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slowfilm.splinder.com
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venerdì 23 settembre 2011
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opera prima coraggiosa e discontinua
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Il titolo, Mozzarella Stories, e i nomi dei suoi protagonisti, Ciccio Dop, Zingaro Napoletano, Angelo Tatangelo, possono lasciar temere un film provinciale e macchiettistico. Il pregiudizio è sostanzialmente infondato e il primo lungometraggio di Edoardo De Angelis ha, al contrario, modelli internazionali e intenzioni estetiche e contenutistiche a volte anche troppo ambiziose. L’epopea di una potente famiglia casertana di allevatori di bufale e produttori di mozzarelle alle prese con la concorrenza cinese, la camorra locale e una serie di altre vicende affidate alle figure di supporto, spazia dalla frenesia vicina al coproduttore Kusturica alla violenza enfatica di Coppola e quella ipersatura di Tarantino, dalla costruzione di una saga che ricordi le proprie radici alla digressione in racconti bizzarri e quasi indipendenti dal nucleo centrale.
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Il titolo, Mozzarella Stories, e i nomi dei suoi protagonisti, Ciccio Dop, Zingaro Napoletano, Angelo Tatangelo, possono lasciar temere un film provinciale e macchiettistico. Il pregiudizio è sostanzialmente infondato e il primo lungometraggio di Edoardo De Angelis ha, al contrario, modelli internazionali e intenzioni estetiche e contenutistiche a volte anche troppo ambiziose. L’epopea di una potente famiglia casertana di allevatori di bufale e produttori di mozzarelle alle prese con la concorrenza cinese, la camorra locale e una serie di altre vicende affidate alle figure di supporto, spazia dalla frenesia vicina al coproduttore Kusturica alla violenza enfatica di Coppola e quella ipersatura di Tarantino, dalla costruzione di una saga che ricordi le proprie radici alla digressione in racconti bizzarri e quasi indipendenti dal nucleo centrale.
Mozzarella Stories è riuscito proprio nelle sue parti più cariche, nelle rappresentazioni grottesche dov’è solitamente più difficile mantenere l’equilibrio, nella costruzione di un eccesso e uno sfarzo placcato oro da pugno nell’occhio. Tutto comincia con una festa dominata da un enorme idolo neopagano, una statua di bufala sospesa su una piscina dal cui ventre fuoriescono centinaia di mozzarelle, il prezioso “oro bianco”. Riuscita è la presentazione e costruzione di personaggi sopra le righe, che con naturalezza si scambiano frasi lapidarie e ricorrenze dialettiche che quasi commuovono. Tutti gli attori sono in parte ed evidentemente divertiti dal progetto, da Andrea Renzi a Giovanni Esposito a Luisa Ranieri, che sfrutta al meglio la propria fisicità.
Le dissonanze cominciano nell’esecuzione dei passaggi più drammatici, che nel confronto con i momenti spontaneamente eccessivi e in qualche modo anche più realistici, finiscono per mostrare una certa artificiosità. Durante i nodi che si vogliono sottolineare come particolarmente significativi e in qualche modo toccanti, la fotografia ricercata e la sequenza ad effetto si fanno evidenti, ma il film non riesce ad amalgamare compiutamente i diversi toni, anche perché l’aspetto più vicino alla “denuncia sociale” viene reso in maniera molto meno fluida e a volte appare involontariamente superficiale. Ci sono, poi, alcune idee da cortometraggio - come "l'uomo rimasto bloccato sotto il corpo della sua voluminosa amante" - a cui gli autori sembrano essersi affezionati troppo, che vengono inserite in maniera un po’ pretestuosa all’interno del susseguirsi delle vicende.
Mozzarella Stories è un film godibile e coraggioso, i suoi momenti migliori sono in alcuni dettagli e in altrettante esagerazioni, e il risultato finale è forse un’opera più frammentaria che corale, dal valore inferiore alla somma delle sue parti. slowfilm.splinder.com
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